A Milano l'Accademia del Pizzochero presenta il volume "La stüa nella Rezia italiana" 11 10 30 26

Dopo i volumi "Fontane di Valtellina e Valchiavenna", "Porte, portoni e portali della provincia di Sondrio" e "Lavéec'. Pentole in pietra ollare di Valtellina e Valchiavenna", quest'anno l'Accademia del Pizzocchero di Teglio esce con il libro "La stüa nella Rezia italiana", rendendo omaggio a quello splendido manufatto della cultura alpina, diffuso in provincia di Sondrio, nei Grigioni, nel Trentino-Alto Adige e in Tirolo, rappresentato dalla "stüa", importante lascito di abili artigiani e, in numerosi casi, di veri e propri artisti, purtroppo quasi sempre rimasti sconosciuti.

La "stüa" costituiva un ambiente particolarmente caldo e confortevole, il vero cuore della casa. Quelle realizzate prevalentemente in pino cembro sono le più suggestive e durature per il particolare colore del legno di questo albero e per il suo gradevole e persistente profumo che allontana parassiti, insetti e tarli; caratteristica questa che rende le assi di cirmolo o cembro molto longeve.

Per tale motivo è affascinante entrare in una "stüa" di pino cembro vecchia di quattro o cinquecento anni: le assi si presentano ancora intatte; se si chiudono gli occhi sembra di essere ancora in mezzo a un bosco; l'albero, nonostante sia stato tagliato da secoli, continua a vivere e ad emanare un persistente arboreo profumo (arbor caesa vivit).

Da tempo l'accademia nutriva il sogno, finalmente realizzato, di dare alle stampe un libro bilingue, in italiano e in tedesco, che documentasse gli esempi più significativi di "stüa" nella Rezia italiana, cioè di quella parte della Rezia nella quale si parla italiano (Valtellina e Valchiavenna in Italia; Val Bregaglia e Val Poschiavo in Svizzera), e, con essi, l'arte degli artigiani/artisti che le realizzarono.

Il volume si apre con la presentazione di Rezio Donchi, presidente dell'Accademia del pizzocchero di Teglio, e di Gianfranco Avella, già procuratore della Repubblica a Sondrio e socio onorario dell'accademia.

Gli autori del libro sono innanzi tutto al fotografo Livio Piatta, a cui si devono tutte le splendide fotografie, e al curatore prof. Guido Scaramellini, presidente del Centro di studi storici valchiavennaschi e della sezione Lombardia dell'Istituto italiano dei castelli. Hanno redatto i testi in italiano, con traduzione anche in tedesco, lo stesso prof. Scaramellini, l'arch. Dario Benetti, i professori Remo Bracchi, presidente del Centro di studi storici alta Valtellina, Augusta Corbellini, presidente della Società storica valtellinese, Gian Luigi Garbellini, presidente del Centro tellino di cultura, gli architetti Cristian Copes e Urbano Beti, l'ing. Stefano Zazzi, gli insegnanti Dario Monigatti, Patrick Giovanoli e Diego Giovanoli, già collaboratore della Sovrintendenza ai monumenti del cantone dei Grigioni.

Dopo le varie presentazioni del volume avvenute in provincia di Sondrio e nei Grigioni, giovedì 10 novembre prossimo toccherà a Milano. L'incontro si terrà, grazie alla disponibilità del Gruppo bancario Credito Valtellinese, nella sala Corsi al primo piano del palazzo delle Stelline in corso Magenta 59 a Milano, con inizio alle ore 17.30.

Dalla provincia