Ragioniamo assieme (sul Morelli)

Ci avrei giurato che il problema del complesso ospedaliero di Sondalo si sarebbe trasformato in una querelle tra sindaci in disaccordo sul "che fare?" Un simile atteggiamento era (è e sarà) inevitabile finché si continuerà ad alimentare battibecchi su proposte, più o meno sensate, ma comunque di corto respiro.

Si, perché proporre come soluzione la costituzione di una casa di riposo comunitaria per tutta l'alta valle, a mio parere significa avere la vista corta e non avere una visione strategica economicamente sostenibile, fattibile e socialmente utile, per un soluzione duratura del complesso ospedaliero. Che è un patrimonio immobiliare di grande valore architettonico, di grande prestigio storico e paesaggistico, che merita di essere conservato nel suo insieme e utilizzato in parte per altri scopi che non siano quelli prettamente a indirizzo sanitario.

Ciò premesso vorrei tornare alla mia recente proposta, ossia quella di trasformare una parte del grande complesso in un carcere. Le ragioni che mi spingono sempre di più verso questa convinzione sono: Alcune di carattere pratico, altre di carattere economico, altre ancora di carattere sociale e qualcuna anche di carattere umano e morale.

Le ragioni di carattere pratico sono le più semplici. In Italia c'è un problema di sovraffollamento delle carceri, con tutte le conseguenze negative che tale problema pone, sia dal punto di vista sociale e umano, sia per quanto concerne la sicurezza. Nel complesso di Sondalo ci sono solide strutture e spazi inutilizzati che possono aiutare lo Stato a risolvere in parte il problema, con costi sicuramente modesti. Strutture che essendo in disuso da anni corrono altrimenti il rischio di diventare sempre più fatiscenti e degradate.

Sul piano economico, prima di formulare la proposta di istituire una casa di riposo comunitaria (come è stato detto), si sono fatti quattro conti sulla convenienza economica dell'operazione, includendo anche i costi, i disagi e gli inconvenienti a cui va incontro il personale di assistenza e cura? Sicuramente una operazione di quella natura non porterebbe, direttamente, nessun beneficio ai livelli occupazionali mentre, indirettamente, potrebbe favorire qualche speculatore locale interessato alla alienazione delle strutture dismesse.

Pensare di spostare gente anziana di Valdidentro, di Valfurva e anche di Bormio, a Sondalo, a me pare una pensata un pò velleitaria. Queste persone, oltre alla normale assistenza e cura, hanno comunque sempre bisogno di tenere vivi gli affetti dei loro famigliari, dei conoscenti e degli amici, in un rapporto di continuità che in qualche modo li fanno sentire ancora a casa loro, ancora appartenenti alla loro comunità originaria. Privarli di questi, che sembrano fattori marginali, pensare ad una sorta di ghettizzazione, mi sembra un atto di violenza inaudita. La gente anziana ha una storia alle spalle, un vissuto che spesso ha bisogno della nostra riconoscenza e che deve essere rispettato tanto quanto la loro dignità di persone.

Quando negli anni '30 il dottor Eugenio Morelli si mobilitò per costruire l'imponente complesso che conosciamo, aveva senz'altro in mente la cura di una malattia, terribile perché contagiosa, ma pensava anche a come far fronte a ciò che in quel tempo era un vero e proprio problema sociale. Infatti la tubercolosi era considerata la malattia sociale per eccellenza. Eugenio Morelli era uno scienziato, che voleva bene alla sua terra d'origine, ma che pensava in grande. Le sue fatiche, il suo agire non era improntato a mire utilitaristiche ma al bene comune, alla salute di tanti cittadini dal destino altrimenti segnato.

L'utilizzo di quei quattro o cinque padiglioni per trasformarli in un istituto di pena, dovrebbe appartenere, prima ancora che alla soluzione di un problema tecnico (sovraffollamento), alla sensibilità sociale e umana della classe dirigente e politica provinciale.

Ho tralasciato di proposito di entrare nel merito dei vantaggi economici che la soluzione potrebbe comportare per la comunità Sondalina e non solo, perché mi interessa maggiormente l'aspetto sociale e umano della questione. Mi interessa maggiormente rifarmi, col mio ragionamento, alle meravigliose esperienze scientifiche, politiche, sociali e umane di personaggi considerati benefattori dell'umanità, strateghi nel loro campo scientifico, che con il loro esempio e la loro sensibilità hanno dato lustro alla Valtellina e alla società civile Italiana, Europea e mondiale.

Il Prof. Eugenio Morelli e il dott. Ausonio Zubiani sono due eroi che non vanno dimenticati e nemmeno umiliati. Il nostro grazie e il nostro rispetto a loro deve sostanziarsi in un impegno a non fare scempio di quello che ci hanno lasciato.

Valerio Dalle Grave

Per la verità qualcosa si sta muovendo. Qwualche giorno e si saprà (ndr)

Valerio Dalle Grave
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