BOSSI 12.4.10.A..46

Non tutto il male vien per nuocere. Il commento di un anonimo leghista, con voce strozzata dal groppo in gola per Bossi, vale probabilmente molto più di tante analisi politiche. Bossi ha perso l'autorevolezza carismatica ma non ha perso il carisma. Ha perso l'autorevolezza per quella che nel calcio viene definita la 'responsabilità oggettiva'. Nella fattispecie per quello che è emerso, a stare alla stampa, a carico del suo entourage. Qualcuno in TV diceva che potrebbero anche non esserci responsabilità penali. Dubbio ma potrebbe anche essere vero. Così fosse pesa però molto di più la valenza etica e quella etico-politica della vicenda. Pesa l'aver affidato ruoli e competenze ma soprattutto fiducia a persone evidentemente sbagliate. In un angolo su questo versante Bossi ha preso carta e penna per scrivere 'lascio'. In questo modo però, persa l'autorevolezza carismatica, e, da uomo intelligente, colta l'importanza del passaggio, ha lasciato. In un Paese in cui vige il famoso detto che le dimissioni si minacciano ma non si danno perchè magari le prendono sul serio, in cui quindi l'istituto del lasciare è alquanto obsoleto, quel foglio gli ha restituito, dopo il primo momento di incertezza il carisma con i suoi e anche, singolare e non frequente, persino note di simpatia umana e di stima da personalità degli altri Partiti.

L'amarezza in una breve risposta ad una giornalista "Adesso allora farà il Presidente della Lega". Un'espressione malinconica, quasi rassegnata "visto che carriera!".

Ci sarà il tempo per un discorso approfondito, anche di retrospettiva, a 360°. Oggi è il momento che tutti si chiedono quali saranno gli sviluppi. Sul palco Maroni, indubbiamente uno dei migliori Ministri dell'Interno da decenni a questa parte. Non diciamo nulla di nuovo perchè questa è opinione diffusa, forse anche generale nel mondo politico. La base leghista, affettuosa con Bossi salito, ma senza più il potere assoluto di prima, alla Presidenza guarda verso di lui, politicamente giovane (alle scorse idi di marzo ha compiuto 57 anni) per ridare smalto alla Lega ma soprattutto per cercare di rassicurare i militanti, di tranquilizzare gli elettori, di introdurre nello scenario politico una nuova variabile rispetto alla precedente posizione di alleato stabile del PdL.

Alla intelligente trasmissione-dibattito della Sette - meritevole anche perchè non succede quello che caratterizza le altre varie trasmissioni ovvero un vociferare continuo che non fa capir niente, le interruzioni e quanto segue - era presente un imprenditore del Veneto da 25 anni, sue parole, elettore della Lega. Alla domanda come vedeva la posizione del suo partito questi ha dato una risposta saggia ed efficace: "E' a metà strada tra il De Profundis e il Te Deum di ringraziamento".

Dipende da queste prime settimane. Se lo sconcerto obiettivo del popolo leghista venisse canalizzato verso una sorta di rifondazione in cui ritrova lo spirito di un tempo, anche se oggi più razionale che barricadiero, un passo verso il Te Deum sarebbe stato fatto. Il secondo dipende da quale sarà il responso del 7 maggio sera quando si vedrà nelle varie città del nord quale è stata nelle urne la scelta prevalente della gente.

GdS

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