DOPO 207 ANNI ADDIO PROVINCIA? BRUTTO COLPO LA CRISI IN REGIONE. RICOSTRUIAMO LE ULTIME VICENDE. LA POSIZIONE DEL MINISTRO E IL NIET DEL SENATO. L'odg A NOI FAVOREVOLE. SEGUIRE QUESTA VIA. IN RISERVA UNA IPOTESI SHOCK
22 X. Il Corriere della Sera, ripreso da tutti gli organi di informazione, nell'edizione odierna dà quella che definisce un'anteprima delle decisioni che entro una ventina di giorni - presumibilmente dopo martedì 6, giorno in cui la Corte Costituzionale dirà la sua sui ricorsi presentati da Calabria, Campania, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Veneto - il Governo adotterà per le Province. Alle cinque della sera, con Garcia Lorca, la sentenza. Per alcune di sopravvivenza, per altre di vassallaggio, per altre ancora cambio d'abito, da Provincia a Città metropolitana.
Intanto le Regioni questa settimana devono far avere al Governo le loro proposte, in base a quelle a loro presentate dai CAL (Consigli delle Autonomie Locali). Quanto alla Lombardia, inalterate restando in base ai parametri di popolazione (oltre 350.000 abitanti) e territorio (oltre 2500 kmq) Bergamo, Brescia e Pavia l'accorpamento riguardava Cremona- Lodi, Varese, Como, Lecco chiedendosi una deroga per Monza-Brianza, Mantova e Sondrio. Milano ovviamente città metropolitana.
Regione
Colpo grave per la sopravvivenza della Provincia la crisi in Regione, come avevamo, temendo, ipotizzato nello scorso numero (x).
Si puntava sulla Regione e sul suo Presidente che aveva dichiarato di fare l'impossibile perché venisse riconosciuta la necessità di deroga rispetto al parametro della popolazione (350.000 abitanti) per la sola Provincia di Sondrio. Crisi politica, argomento "Province" non tratttato dal Consiglio che si riunirà moribondo per esalare l'ultimo respiro con prospettiva di risorgere con il voto il 16 o il 23 dicembre (23: con gli scrutatori a finire i conteggi il giorno di Natale?!?) Si voterà probabilmente più in là dopo, quest'anno, una meritata maxi-distribuzione di carbone da parte della Befana
Corriere: nessuno scoop
Premettiamo che il Corriere non ha portato nessun elemento nuovo rispetto a quanto non sapessimo già, quantomeno noi e chi come noi ha seguito direttamente l'evoluzione del problema. E lo vediamo.
Il Ministro Patroni Griffi - 1
Abbiamo attentamente seguito il Ministro Patroni Griffi nella sua duplice (26 IX e 3 X) audizione alla Commissione quinta del Senato, Bilancio ecc., Ricapitoliamo le sue posizioni:
1) Genesi del provvedimento taglia-Province: "Il contesto fondativo del riordino é di tipo contabile con ricadute ordinamentali, il cui fondamento trova leva nella lettera della Banca centrale europea dell'agosto 2011"
2) Precisazione su una serie di aspetti (costituzionalità, con una singolare interpretazione, denominazione delle nuove Province a cura dei CAL, sedi degli uffici in base all'efficienza dei servizi, auspicio di un taglio di 10 nelle Regioni a Statuto Speciale, accorpamento dei Comuni o delle funzioni).
3) L'intenzione di tornare al numero delle Province all'origine della loro istituzione. Fosse così ci battono in pochi visto che quella di Sondrio risale, come "Dipartimento dell'Adda", a 207 anni fa, ad opera dell'Amministrazione Napoleonica, con successive conferme di quella Asburgica, del Regno d'Italia e della Repubblica!
4) Per quanto riguarda la deroga: "Non é possibile pensare a deroghe, posto che il completamento é affidato a questo Parlamento e a questa Legislatura. Pertanto i requisiti fissati sono puntuali e precisi
Il Ministro Patroni Griffi - 2
Nella successiva seduta del 3 ottobre, Presidente l'on. Donato Bruno, il Ministro ha citato il caso delle "specificità" addotte da talune Province per giustificarne la sopravvivenza, citando il Sannio, Mantova e altre. Categorica la posizione negativa del Governo.
HA AGGIUNTO CHE SOLO IN UN CASO ERA POSSIBILE ACCOGLIERE LA PROPOSTA DI DEROGA E CIOÈ PER LE DUE PROVINCE INTERAMENTE MONTANE. Sondrio che aggiungeva la posizione geografica e Belluno l'essere incastrata fra due Regioni a statuto speciale con la spinta dei Comuni a passare dall'altra parte.
"SAREMMO STATI FAVOREVOLI MA PURTROPPO DURANTE LA DISCUSSIONE IN SENATO PER LA CONVERSIONE IN LETTE DEL D.L. 95/12, LA PROPOSTA DI EMENDAMENTO PRESENTATA IN TAL SENSO DAI SENN. VACCARI E GARAVAGLIA É STATA BOCCIATA" dato il parere sia del relatore che del rappresentante del Governo.
La bocciatura in Senato
Questa la posizione espressa dal relatore: "Con riferimento, in particolare, al subemendamento 17.1000/9" (presentato dai senatori Garavaglia e Vaccari - ndr) ", pur pronunciandosi in senso contrario (in conformità ai principi generali prima enunciati), osserva che la problematica relativa alla specificità di alcune province, come quelle interamente montane, non può, tuttavia, essere trascurata, e necessiterà di essere debitamente approfondita. Spiccano, al riguardo, le particolari situazioni delle province di Sondrio (stante l'orografia della stessa e la collocazione geografica), e di Belluno (collocata tra due regioni a statuto speciale in cui molti comuni della stessa vorrebbero essere ricompresi per beneficiare della particolare disciplina di cui godono gli enti territoriali autonomi)."
La 'raccomandazione' al Governo
Il senatore Massimo GARAVAGLIA (LNP) ritira il subemendamento 17.1000/9, presentando contestualmente l'ordine del giorno G/3396/51/5, che ne recepisce il contenuto. Il testo:
"Il Senato,
in sede di conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini,
impegna il Governo
a valutare l'opportunità di dare attuazione al disposto normativo del subemendamento 17.1000/9.
(0/3396/51/5)
VACCARI, MASSIMO GARAVAGLIA"
D'altra parte la necessità dell'inserimento di una deroga ai criteri di riordino formulati dal Governo
e tendente alla salvaguardia delle Province con territorio interamente montano, è stata evidenziata
dal Centro Studi della Camera dei Deputati, alla scheda n. 672, nella relazione di accompagnamento
al maxi emendamento al DL n. 95.
Il Governo 'accetta'
Unanimità sull'odg G/3396/51/5 che viene quindi accolto dal Governo come raccomandazione.
Questa la situazione che non é mutata.
Positivo che il Governo abbia capito la specificità di Sondrio e Belluno, reale e ben diversa da tutte le altre che sono state evocate a cominciare dalle lombarde. Monza, ad esempio, é stata fino all'altroieri con Milano così come Lecco con Como, certamente rivali ma storicamente insieme.
Pesa parecchio la bocciatura in Senato sia pure temperata dall'odg approvato.
Dicevamo che abbiamo seguito attentamente l'esposizione del Ministro, anche la mimica, le espressioni mentre commentava questo o quell'aspetto. Quando ha citato le specificità facendo gli esempi del Sannio e di Mantova il suo volto era di una eloquenza unica. Niente deroghe con una sola eccezione per noi e Belluno non soltanto perché interamente montane ma aggiungendovi per noi "la posizione geografica"e per Belluno l'essere stritolato dalle due Regioni a Statuto Speciale confinanti.
Pesa però il no del Senato. Di qui l'esigenza di superarne il condizionamento facendo leva sulla 'raccomandazione' al Governo, unanime. Elemento fondamentale quindi il fare capire a Roma, come aveva capito il Ministro, che Sondrio é una 'anomalia' e non solo geografica come andiamon ad indicare.
Provincia anomala
Occorre illustrare, in estrema sintesi, l'anomalia, oggettiva, di una provincia interamente montana, con metà del territorio tra i 2000 e i 4000 metri di quota, ricompreso fra due catene montuose: Alpi e Prealpi in Valtellina, Retiche e Lepontine Valchiavenna, in un arco alpino di circa 200 km, confine con un Paese extracomunitario.
Sono 15 i collegamenti con i territori circostanti di cui però 14 passi alpini, solo 6 sempre aperti, gli altri solo estivi. Passi che sono 4 oltre i 2500 metri, 5 sopra i 2000, 4 tra 1500 e 2000 e uno solo tra 1000 e 1500. Un solo collegamento a bassa quota, quello di fondovalle che sbocca sul Lario, per parte notevole del percorso quello progettato quasi 200 anni fa. Eccetera.
Una regione vera e propria, a sé
Non ci sono valutazioni discrezionali. Parlano la geografia, l'orografia, i flussi di traffico. Situazione unica in Italia di quella che il prof. Alberto Quadrio Curzio ha definito "vera e propria regione alpina"
1) COMUNICAZIONE CON L'ITALIA E CON LA SVIZZERA:
EST
con Alto Adige tramite Passo dello Stelvio m 2758 SOLO ESTIVO
NORD
interno alla Valtellina tramite:
- Passo del Foscagno 2291 m per raggiungere Livigno
- Passo dell'Eira 2208 m per raggiungere Livigno
con la Svizzera tramite:
- Passo del Gallo e tunnel Munt la Schera 1693 m Confine Italia-Svizzera
- Giogo di Santa Maria (Passo dell'Umbrail) 2503 m Confine Italia-Svizzera SOLO ESTIVO
- Passo del Bernina 2323 m Svizzera
- Forcola di Livigno 2315 m Confine Italia-Svizzera SOLO ESTIVO
- Passo del Maloja 1815 m Svizzera
- Passo dello Spluga 2503 m Confine Italia-Svizzera SOLO ESTIVO
SUD
con provincia di Brescia tramite:
- Passo di Gavia 2621 m SOLO ESTIVO
- Passo del Mortirolo 1852 m SOLO ESTIVO
- Passo dell'Aprica 1175 m
Collegamenti con provincia di Bergamo
- Passo di Dordona (fuori strada) 2063 m SOLO ESTIVO
- Passo di San Marco 1985 m SOLO ESTIVO
Ovest
Varco di fondovalle che dà sul Lago di Como UNICO collegamento non montano. La Strada Statale 38, e successiva 36 - strade realizzate dall'Amministrazione austriaca - 'cordone ombelicale' con l'Italia
2) DISTANZE CON L'IPOTIZZATO NUOVO CAPOLUOGO SE COMO O LECCO
Da (per km e tempo riferimento "Viamichelin"):
Valtellina
- Sondrio attuale capoluogo: 107 km 2 h e 16' - 78 1h e 31'
- Chiesa Valmalenco 121 2h 34' - 92 1h e 57'
- Aprica 139 2h 49' - 109 2h e 09'
- Tirano 135 2h 46' - 105 2h e 06'
- Sondalo 155 3h 13' -125 2h e 30'
- Bormio 173 3h 32' - 143 2h e 49'
- Santa Caterina Valfurva 184 3h e 53' - 155 3h e 10'
- Livigno via Svizzera (d'estate) 187 3h 56' - 158 3h e 13
- Livigno restando in Italia 210 4h 34' - 180 3h 51'
( Stelvio: 193 3h 51'- 164 3h e 11' )
Valchiavenna
- Chiavenna 94 1h 50' - 65 1h e 10'
- Madesimo 114 2h 27' - 84 1h e 46'
- Montespluga 122 2h 37' - 92 1h e 56
207 anni fa quando l'Amministrazione napoleonica istituì i Dipartimenti scelse come capoluogo di quello dell'Adda, coincidente con l'attuale provincia, Sondrio che aveva meno di 4000 abitanti. Scelta confermata dall'Amministrazione Asburgica e poi dal Regno d'Italia. Avevano tutti interpretato le ragioni della geografia, del territorio e per 207 anni le cose sono andate bene. Poi é arrivata la demagogia.Con la lotteria dei numeri come se pianificare e gestire il territorio di Rovigo, massima altitudine metri 8, sia la stessa cosa che pianificare e gestire il territorio di Sondrio con due catene montuose, Prealpi e Alpi con cime intorno ai 4000 metri (max Bernina 4050) e, parte ad W, fra Lepontine e Retiche.
Ma se neanche i dati bastano?
La prospettiva di perdere la Provincia con tutto quello che ne conseguirebbe - a costi maggiori e non minori! - é talmente negativa come da tutti riconosciuto da imporre, per i nostri figli, di non accettare supinamente quello che sarebbe un vero disastro.
Ipotesi shock
A mali estremi, estremi rimedi. L'ipotesi l'abbiamo messa a punto. Estrema ratio certo, ma sicuramente da shock. E probabilmente vincente. Appuntamento nei prossimi giorni perché é il momento in cui chiunque abbia idee le metta sul tavolo aiutando così le Istituzioni impegnate in una durissima battaglia di sopravvivenza.
Alberto Frizziero
(x) Scrivevamo:
Sullo scorso numero, il 28 del 10.10 avevamo titolato "REGIONE LOMBARDIA: QUESTA NON CI VOLEVA . LA VALTELLINA RISCHIA GROSSO" un articolo nel quale si diceva "Quello che é successo in Regione nei giorni scorsi non ci voleva proprio".
Il Consiglio Regionale é stato fissato martedì 18 ottobre "dalle ore 10.00 alle ore 20.00 con intervallo tra le 13.00 e le 14.30" E più avanti "All'odg 10 punti. Dopo le comunicazioni del Presidente del Consiglio Regionale, i verbali precedenti e le variazioni di bilancio arriva quello che ci interessa ovvero "4. Dibattito sul riordino delle Province"Dovrebbe, o avrebbe dovuto, decidere sulla base della proposta di riordino delle Province formulata dal CAL (Consiglio delle Autonomie Locali), quella che prevedeva il mantenimento di Bergamo, Brescia, Pavia. Il passaggio a Ciità Metropolitana per Milano, l'accorpamento di Como, Lecco, Varese e di Cremona-Lodi, con la deroga (non avendo entrambi i requisiti, dei 2500 kmq di territorio e di 350.000 abitanti) per noi, Monza e Mantova.
Impensabile che in Consiglio si eviti la discussione politica, posto che non vi sia un rinvio. In ogni caso il problema del riordino pare proprio passi in secondo piano. Il guaio per noi é ancora maggiore in quanto il Presidente Formigoni aveva affermato che non volento il Governo sentire parlare di deroghe tanto valeva trovare una soluzione per Mantova e Monza. Il Governatore aveva invece affermato che avrebbe sostenuto fino in fondo la Provincia di Sondrio per straevidentissime ragioni. Non ci pare che lui ora abbia al culmine dei suoi pensieri il riordino.
E c'é ancora di peggio. Se la situazione politica si facesse incandescente, al punto da rendere impossibile la formulazione della proposta regionale al governo, come previsto, sarebbe il Governo stesso a dovere decidere col rischio che trovandosi di fronte a ben tre richieste di deeroghe ci faccia un rigo blu sopra".