Elezioni di Sondrio: la débacle dei moderati mentre la sinistra 'legittima' il successo fra le liste

Il quarto mandato del dr. Alcide Molteni alla guida del Comune di Sondrio é anche quello politicamente pregnante e non solo perché la vittoria é stata conseguita al primo turno al contrario delle altre tre volte in cui era stato necessario il ballottaggio.

C'é naturalmente quest'aspetto, importante sotto molti profili, ma c'é una differenza sostanziale rispetto al passato. Prima due mandati, poi la pausa in ragione di legge, e nel 1908 il terzo. I numeri parlano chiaro. Pur non dimenticando l'appeal personale di Molteni, per tre volte lui é diventato Sindaco, portando quindi in Consiglio 24 consiglieri su 40, non tanto per avere vinto quanto perché i competitori erano riusciti per tre volte a perdere pur avendo in città una larga maggioranza politica

ma anche nei voti di lista. Questa volta no. A una granitica maggioranza di sinistra si contrapponeva un variopinto ventaglio di posizioni, e quella sinistra si é portata a casa la maggioranza dei voti validi, oltre il 52. Una maggioranza che durante lo spoglio aveva fatto anche ipotizzare che non scattasse il premio di maggioranza, poi ottenuto per via dei voti personali di Molteni aggiunti a quelli delle sue 5 liste che hanno abbassato il rapporto utile ai fini dell'attribuzione o meno di tale premio. Politicamente "legittimata" quindi la vittori. Lo sarebbe stata comunque, come del resto lo é stata nel primo mandato quando Sondrio Democratica ha portato in Consiglio 24 consiglieri su 40 avendo conseguito come lista un 25% di voti, lasciando quindi a tre quarti dell'elettorato sondriese solo 16 seggi. Quel 52% sta a dire che c'é nell'aula consiliare una rappresentatività reale non solo quella formale, indipendentemente dal discorso sull'assenteismo. Contano i votanti ed in particolare i voti validi. Gli assenti, per arcaica consuetudine di saggezza popolare, hanno ragione. per definizione, sempre loro.

Ciò detto alcune valutazioni interessanti su quella che ha da essere considerata una vera e propria débacle dei moderati come dimostreremo. Prima va però precisato, per dovere di obiettività, che non ci sono certo responsabilità dei candidati Sindaco, in particolare di quelli di PdL e Lega che hanno svolto un ruolo di servizio nelle peggiori condizioni possibili quando vincere era come fare testa o croce con la monetina puntando sul fatto che sarebbe rimasta in piedi, né testa né croce.

Innanzitutto un dato metodologico. Con le variazioni intervenute sull'assenteismo le percentuali contano ma molto meno. Parlano di più i numeri.

Un primo confronto lo si ha subito con le elezioni regionali di febbraio che scegliamo per essere in un certo simili alle elezioni comunali che non quelle per la Camera (Senato no per via del fatto che mancano i minori di 25 anni).

A febbraio la sinistra con il suo candidato-Governatore ha ottenuto 5369 voti. A maggio con il suo candidato-Sindaco ne ha avuti 5771. Va precisato che ne ha avuti parecchi di meno per la Camera con M5S che ne aveva parecchi di più.

A febbraio PdL e Lega (il candidato-Governatore ha ottenuto 4749 voti) hanno avuto 2445 e 1581 voti (poi Tremonti 151, F.d'I. 125 e altri briciole) Alla Camera 2079 e 1555. Fiumanò 2248, Grillo Della Berta 847 . Gli altri 'moderati': Tarabini 720 e Tacelli 524. M5S 639. La diaspora dei moderati appare in tutta la sua evidenza mentre la sinistra non riesce nel capoluogo a incidere oltre il suo naturale e abituale plafond. Fin che va così nello schieramento avversario...

Schieramento che oggi é allo sbando politico. Quand'anche il Sindaco, - cosa peraltro più ipotesi teorica che prospettiva concreta -, volesse dialogare con l'opposizione si trova ad avere Fiumanò capogruppo consiliare ex opposizione 'storica' con 5 consiglieri in tutto di cui 2 del PdL, due lista Fiumanò e 1 di Sondrio Liberale. Restano poi altre 4 liste: Lega con 2 consiglieri, Retici 2, M5S 1, Sondrio Anch'io 1, una dispersione, anzi una frantumazione degna di peggior causa.

La cartina di tornasole dello quagliamento moderato ci viene dai dati dell'affluenza nelle sezioni di Sondrio. Rispetto al 59,53 in totale abbiamo questi dati (vengono dati i luoghi dei seggi, poi il primo numero rappresenta la sezione elettorale e il secondo l'affluenza in tale sezione:

Battisti 1 36,48 - 2 59,44 - 6 60,55 - 7 59,32

IV Novembre 4 63,52 - 18 59,69

Tonale 3 63,86 - 59,66 - 61,71

Ospedale 1 100

Aud. Torelli 8 62,55 - 9 66,37 - 14 65,3

Frazioni (10 65,44 Ponchiera, 11 63,44 Mossini, 12 67,07 Triangia, 13 59,84 Triasso)

Vanoni 15 57,61 65,3 16 - 20 62,84 - 21 57,26

Come si vede le frazioni hanno visto maggiore partecipazione anche se perfino lì uno su tre se ne é stato a casa. In città si va dal 65,3 della 14 (Auditorium Torelli) al 57,26 della sezione 21 in Via Vanoni, sezione prima esclusa e vedremo ora la sua situazione

Su 1549 iscritti hanno votato in 565 (36,48%) con l'anomalia che le 318 (su 835) donne rappresentano il 38,08% mentre i 247 uomini (su 714) sono il 34,59%.

C'é, e vero, da valutare l'incidenza di icrizioni ma sta il fatto che sommando gli elettori della 9 e della 10 si ha il 1549 della sezione prima. A pari elettori quindi si ha che i votanti nella sezione 1 sono 565 mentre nelle due sezioni citate, a pari elettori i votanti sono stati 1021 quasi il doppio!

A questo punto il dato sociologico.

Qual'é la zona cittadina dove più si é fatto sentire lo sciopero del voto? L'intero centro storico, arrivando, grossomodo, e con qualche imprecisione nei confini, a Via Alessi, Trento parte e poi risalendo per Via Battisti.

Chi abita in centro storico e zone attigue? Sostanzialmente la borghesia media e medio-alta.

Molti di tale estrazione avevano votato Grillo a febbraio. Non lo hanno confermato. Sono stati a casa. Molteni ringrazia naturalmente perché, numeri alla mano, se non ci fosse stato tale assenteismo al ballottaggio avrebbe dovuto andarci. Con poche possibilità di perdere perché sempre, ma in particolare in elezioni di questo tipo se non si parte da lontano si finisce male, soprattutto se il competitore era già in pista e non da lontano ma da lontanissimo.

Si tratta infatti di elezioni di tipo 'presidenziale'. Si vota l'uomo perché quello che vince si porta in Consiglio la maggioranza, 20 su 32, fa la Giunta che crede, nomina negli Enti vari chi vuole lui e infine, se decide, ma e manda tutti a casa. Molteni l'ha capito già quasi 5 lustri fa.

Sono antipatiche le autocitazioni ma anche questa volta avevamo scritto, e lo si può andare a vedere, che, come 5 anni fa, se passava il Natale senza che ci fosse il nome di chi sfidava Molteni, il risultato sarebbe stato scontato. Errare é umano...

GdS

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