Una voce dai giovani sulla politica d'oggi

Dibattito aperto

Sono passati più di sei mesi dalle elezioni politiche di febbraio.
Con il nostro voto avremmo dovuto eleggere un nuovo governo, oppure, in caso estremo, riandare a votare.
Ora siamo ad agosto, le elezioni non hanno definito un vero e proprio vincitore, eppure un governo siamo riusciti a farlo, senza tornare al voto.
Certo, sembra molto strano,  anche se molti non sembrano ancora essersene accorti,  abbiamo un governo, un governo che si è insediato a fine marzo e che in quattro mesi non ha concluso praticamente nulla di quanto ci si era riproposti in campagna elettorale, a destra e a sinistra.
Lo hanno chiamato il governo del rinvio o del “Signor Tentenna”,  come dargli torto.
L’esecutivo guidato dal giovincello democrat  Enrico Letta, baciato dalla benedizione del Presidente Napolitano ha definitivamente consacrato infatti  questa nuova moda della politica Italiana, iniziata con il governo Monti, di risolvere i problemi del Paese con delle grandi ammucchiate, dei minestroni che mettono in mezzo tutto, dal comunismo al fascismo, dai democristiani ai radicali.
Questo sensazionale nuovo modo di affrontare la grave situazione in cui versa la nostra Italia ci è stato venduto come la migliore soluzione, come il rinnovamento ed il passaggio ad una politica “responsabile”.
Ecco, quando penso alla parola “responsabile” mi vengono in mente Scilipoti, Razzi, Cesario, Calearo, quella povera schiera di parlamentari, che si riunirono nel partito dei “Responsabili” e che, dopo essere fuoriusciti dai propri partiti, nella scorsa legislatura avevano salvato Berlusconi dalla sfiducia,  proprio sotto il vessillo della “responsabilità nazionale”.
Questa nuova grande maggioranza ha seguito perfettamente l’esempio, ha preferito essere responsabile nei confronti dei propri interessi, delle proprie lobby, delle proprie poltrone piuttosto che esserlo nei confronti dei cittadini.
Lo hanno fatto tutti assieme, dal PDL al PD, passando per Scelta Civica, dopo tutto si sa, l’unione fa la forza.
Grazie a giornali, telegiornali, radio e chi ne ha più ne metta, si sta tentando, giorno per giorno, di convincere gli Italiani che questo governo, nato solo ed essenzialmente per “spirito di servizio”, interpreti la vera essenza della politica, quella di mettersi insieme e condividere le proprie idee per arrivare a delle soluzioni comuni.
Ora, siamo sicuri che questo tentativo di conciliare gli estremi stia portando realmente ad una condivisione delle idee per arrivare a risolvere i nodi fondamentali che la politica si trova davanti da decenni?
Di soluzioni questo governo, non contando i rinvii, sembra averne trovate veramente poche se non nessuna.
E la condivisione delle idee?
Su ogni cosa sulla quale si discute si alza un polverone e, come d’incanto, la maggioranza sembra trasformarsi in una corrida nella quale i toreri provocano i tori ed i tori si scagliano sui toreri.
E’ questa la vera politica?
Forse bisognerebbe credere meno a quello che si legge sui giornali e quello che si sente in tv, in modo da capire che la Politica di per sè nasce come una presa di posizione, come uno scontro tra opinioni, come un dibattito serio tra differenti punti di vista.
La politica non dovrebbe essere destra e sinistra ma destra o sinistra.
Il carattere necessario per chi la fa dovrebbe essere la “coerenza” con il proprio sistema di valori, con le proprie idee ed i propri programmi, una coerenza dunque che esige una linea di governo chiara, netta espressione della maggioranza che ha vinto le elezioni  e che proceda sulla propria strada senza pensare ad inciuci e compromessi che non fanno altro che rallentare ed indebolire l’azione politica.
Quello che si vuol dire è che chi vince le elezioni dovrebbe governare  seguendo alla lettera quanto proposto agli elettori, ragionando secondo i propri principi e non secondo gli interessi personali.
Nel caso non ci siano le condizioni per farlo l’unica soluzione opinabile e meno dannosa è quella del voto, perché fino ad oggi questa unione di partiti con ispirazioni opposte, con idee opposte, con elettorati completamente opposti non fa altro che creare confusione nei cittadini, non fa altro che mischiare le carte rosse con quelle blu su un tavolo nel quale i  due schieramenti dovrebbero restare divisi coerentemente con il proprio credo politico.
Certo, questo non vuol dire escludere il dialogo, il confronto, questi caratteri sono l’ossigeno costruttivo dell’ecosistema politico; non si può tuttavia continuare a pensare di governare un paese in questo modo, dove i provvedimenti  vengono continuamente  rinviati per via di pressioni da una parte, mal di pancia da un'altra.
Bisogna capire che questa forma di governo unitario è contro natura ed il suo insuccesso è determinato da una incompatibilità ideologica di fondo che nessuno sembra aver ancora capito, o che nessuno ha voluto capire.
Provate ad immaginare una calamita, esiste solo se ai suoi estremi vi sono il nord ed il sud, unirli in uno stesso magnete non è possibile.

Francesco Marotta
Politica