I 100 anni di Luigi Caccia Dominioni, il grande maestro dell’architettura italiana

Nato nel 1913 quando il padre Ambrogio era Sindaco di Morbegno (dal 1911 al 1920)

Luigi Caccia Dominioni, il "grande vecchio" dell’architettura e del design italiani, compie quest’anno il secolo di vita, forte nel corpo come nello spirito. Un traguardo invidiabile dovuto, afferma l’antico amico Achille Colombo Clerici, al rigore, all’autocontrollo, al socratico esercizio fisico e mentale, alla fede. Come sono invidiabili i tanti successi professionali testimoniati dagli edifici e dagli oggetti realizzati in Milano, la “sua” città; in Valtellina, dove è nato a Morbegno; nei Grigioni dove, a Celerina, possiede una bella dimora settecentesca; a Montecarlo; ed altrove.

Non intendo, con questo articolo-omaggio, dilungarmi nell’elenco delle sue opere, né cimentarmi in analisi critiche per le quali non ho la minima preparazione. Ma scoprire, per quanto mi è possibile, la kultur, la natura del protagonista, la sua intelligenza, la profonda conoscenza del mondo e degli uomini, l’amore per il prossimo, la religiosità.  In una delle rare interviste concesse a un giornalista (correva il 1999) mi disse: “Ho sempre inteso questa professione come un servizio, non come una palestra per le proprie esibizioni. Quando progetto un edificio, recepisco il desiderio del committente e ne traduco l’aspirazione. E lavorando bene per gli altri, lavoro bene per me stesso”.

Il colloquio avvenne nello studio del palazzo di famiglia di piazza Sant’Ambrogio a Milano e vi partecipò da coprotagonista la figlia Lavinia. Caccia Dominioni ha altri due figli, Daria e Antonio, pure architetto, tutti collaboratori di cotanto padre ed oggi sempre vicini.

L’armonia è il suo fine. L’ambiente è fondamentale perché si tratta di inserirvi senza contrasti il nuovo manufatto, che ha oltretutto l’obiettivo di valorizzare gli edifici circostanti. E’ un delicato rapporto tra colori, forme, materie, dimensioni, rientranze e sporgenze. E’ l’opposto delle costruzioni figlie di una cultura globalizzata, buone per Porta Garibaldi come per Dubai: “Nella mia vita non sono riuscito a fare due edifici uguali proprio perché gli elementi attorno sono sempre diversi: il sole, le vie di accesso, il quartiere, la veduta, gli alberi, il vento …”.

A cent’anni bisogna contare anche molte delusioni “di una società che assembla pacchianamente valori immortali con le minutaglie del quotidiano”. Ma permane l’attenzione critica a quanto succede nel Paese e soprattutto a Milano, in Lombardia: “La migliore borghesia, ben rappresentata, con altri personaggi, da Achille Colombo Clerici che impegna Assoedilizia sui temi fondamentali del territorio e che ha costituito l’associazione Amici di Milano, ha tentato altre volte di dare il proprio contributo allo sviluppo collettivo trovando forti ostacoli se non veri e propri tranelli. Ma bisogna vincere le delusioni e riprendere a fare vera politica, senza puntare esclusivamente all’affermazione professionale. Forse è proprio per questo che Milano, città delle professioni, non esprime nella classe politica  i valori quantitativi e qualitativi che le sarebbero propri”.

In questi giorni (nella foto) Luigi Caccia Dominioni è in vacanza a Celerina,dove Colombo Clerici gli ha fatto visita.

Benito Sicchiero

Opere in Valle:
1965/66 - Biblioteca Vanoni, Morbegno
1968 - Convento di Poschiavo, Svizzera
1969 - Chiesa di Paniga, Morbegno
1985 - Complesso di Monticello, Morbegno
1993 - Chiesa di San Giuseppe Lavoratore, Morbegno

 

Benito Sicchiero
Società