La fesseria di Renzi

E' questione che riguarda anche i valtellinesi

Matteo Renzi da qualche mese è su tutti i giornali e nelle pagine principali dei telegiornali Interviste a raffica – è come lo fosse – al segretario di un Partito che negli ultimi anni è riuscito a cambiarne otto e contestualmente – è come lo fosse – al Presidente del Consiglio che diciamo 'potenziale' per un riguardo a Letta. Mediaticamente ha certo avuto, e ha, uno spazio che non è uguagliato neppure dal Berlusconi dei tempi d'oro al punto  da far sparire gli altri candidati salvo forse, per qualche spunto, Cuperlo.
L'eloquio, in un accattivante vernacolo fiorentino ad alta velocità, è tale da affascinare gli ascoltatori e non è da considerarsi recitazione, assai presente invece in Grillo. Il suo vantaggio è quello di tradurre in immagini, talora colorite, comunque suadenti nella loro sintesi, contenuti, problemi, prospettive.
Se si va al Cimitero delle Porte Sante, vicino ad un capolavoro come San Miniato, si trova, virtualmente s'intende, la tomba del politichese consegnato agli illustri personaggi che lì riposano. Un esempio: la riforma elettorale. Quasi tutti quelli del Palazzo, e non solo i politici, occuperebbero colonne di giornale o lunghi siparietti in TV per spiegare la loro posizione. Lui se l'è cavata così: “C'è tanta voglia di proporzionale in giro, gliela faremo passare”. Una breve frase e lo schema bipolare é servito. Su un piatto d'argento, e a tutti.
E' travolgente nelle sue dichiarazioni programmatiche delineando un quadro di cambiamento di cui vuol essere, lui e il da lui rinnovato Partito, protagonista. Se ne vedranno gli sviluppi, si misurerà il consenso alle primarie, si accerterà se manifestazioni di simpatia provenienti da ambienti non politici, di quelli che contano, potranno tradursi in consensi operativi.

La fesseria
Un punto negativo, una fesseria grossa come una casa, e ne diamo anche ragione.
Una mission per lui sopprimere le Province: "Dobbiamo cancellare le Province. Ci sono troppe istituzioni: Comunità montane, consorzi di bonifica, Province, Regioni, Comuni. Se qualcuno in politica torna a lavorare non è un dramma. Vorrà dire che ci sarà qualche politico in meno e qualche speranza in più". Battuta ad effetto ma fesseria nei contenuti come se il problema consistesse e si esaurisse nei consiglieri provinciali, dai 19 ai 36, massimo là dove ci sono oltre 1,4 milioni di abitanti.

Le ragioni della fesseria
Renzi, dopo adeguata preparazione politica, nella DC, poi diventata Partito Popolare – di cui fu segretario provinciale – poi divenuta Margherita – nel 2004 diventa e fa per cinque anni il Presidente della Provincia. Nel 2009 concorre alla primarie per il Comune di Firenze. Clamorosa sorpresa, vince lui che poi si candida alle elezioni diventando Sindaco.
Evidente che questi suoi precedenti, e per come ha visto le cose – grosso Comune, grossa Provincia, grossi Comuni - lo portano alla conclusione che le Province è meglio farle sparire.

Dati non eaustivi
Fesseria basarsi sui suoi dati locali. La Provincia di Firenze, quasi un milione di abitanti di cui circa 370.000 nel capoluogo, ha 44 Comuni di cui solo una decina inferiori ai 5000 abitanti. L'ultimo ne ha 1170. In provincia di Sondrio ce ne sono 35 che hanno meno di questi 1170 abitanti. Là ci sono 3 Comuni di 50.000 o quasi abitanti, un altro di 43, tre tra 20 e 30.000, nove tra 15 e 20.000.

I fautori del KO
I principali Comuni capoluogo sono i principali fautori della soppressione delle Province data la loro dimensione e la loro forza politica nei confronti delle Regioni e la rilevante sovraordinazione del capoluogo sugli altri Comuni. Si arriva al punto di non volere l'elezione diretta del Sindaco della città metropolitana ma di volere la poltrona esclusivamente per metterla a disposizione del Sindaco-capoluogo!
Quanto alle funzioni oggi svolte dalla Provincia, secondo loro le si girano ai Comuni. E' chiaro che Comuni delle dimensioni di quelle che dianzi abbiamo ricordato - Scandicci, Sesto Fiorentino, Empoli, Campi Bisenzio e via via gran parte degli altri - possono essere il grado di svolgerle. Ma se così è per Firenze e altre grosse realtà non è ad esempio per Sondrio. Abbiamo tempo fa dimostrato che di tutte le funzioni della Provincia, le proprie e quelle ricevute in delega dalla Regione (oltre 200) il maggiore dei Comuni, Sondrio, sarebbe in grado di svolgere quasi niente: Scuole, sistemi bibliotecario e museale e poco altro.

E allora?
La dichiarazione programmatica “cancellare” esige di andare oltre e dire come si fa a farlo in modo che i cittadini non siano penalizzati e al maggior costo non debba sopperire Pantalone. Così non fosse sarebbe un diktat ma, converrà Renzi, l'era del centralismo democratico nel suo Partito è finita da un pezzo. Almeno lo credevamo.
Forse sarebbe il caso che i suoi compagni di Partito e, se si può dire, di corrente, facessero presente al suo staff che la questione Province non ha possibilità di esaurimento in una sola battuta.
 

Alberto Frizziero
Politica