Le riforme per i nostri figli. Proposte concrete della "Commissione dei saggi" nominata da Napolitano

Ne hanno discusso a Milano. Il monito della cioccolata...

Benito Sicchiero

 

Ci vollero  112 anni e cinque Papi per stabilire se la cioccolata importata dal Nuovo Mondo fosse solida o liquida, e quindi se potesse essere consumata o no nei Paesi cattolici durante la quaresima: quando il quesito venne risolto i Paesi protestanti si erano impadroniti del mercato.
Oggi corriamo analogo rischio con le riforme: che l’Europa avanzata riesce a realizzare, mentre noi italiani, con governi che durano in media 18 mesi,  non siamo in grado di portare a termine.
Occorre stabilità politica.
E un indirizzo per raggiungere tale obiettivo – libero poi il Parlamento di scegliere l’uno o l’altro suggerimento -  è venuto dal lavoro della cosiddetta “commissione dei saggi” voluta dal Capo dello Stato, come è stato spiegato al Convegno “Le riforme costituzionali. Giornata dedicata alla memoria del Prof. Giovanni Bognetti” all’Università degli Studi di Milano. Individuati i meccanismi per procedere alla modifica della Costituzione, i risultati più interessanti sono: taglio di deputati e senatori, governo parlamentare del Primo ministro, legge elettorale coerente; esecutivo parlamentare del Primo ministro, che tuttavia non potrà fare a meno di una riforma del sistema elettorale. Una via di mezzo, quindi, tra semipresidenzialismo e forma di governo parlamentare: il Presidente della Repubblica nomina il premier sulla base dei risultati delle elezioni per la Camera, per le quali occorre indicare il candidato alla presidenza del Consiglio. Il Primo ministro, ottenuta la fiducia, può proporre nomina e revoca dei ministri; può chiedere il voto a data fissa sui disegni di legge del governo; può essere sostituito solo dopo l’approvazione di una mozione di sfiducia costruttiva. Al Premier, inoltre, è riconosciuto il potere di chiedere lo scioglimento della Camera.
Se la Commissione ha impiegato molto meno tempo dei colleghi medievali-rinascimentali della cioccolata (2 mesi invece di 112 anni) è auspicabile che anche il Parlamento sia altrettanto celere, la crisi economica che pretende le rapide riforme di cui si è detto, non aspetta.
Ma le sensibilità sono vivissime. Un esempio? Applausi scroscianti nell’Aula Magna della Statale quando la Commissione è stata rimproverata di non avere preso alcuna decisione in tema di legge  comunitaria sulla tortura che l’Italia si ostina a non sottoscrivere.
Ma c’è ben altro da risolvere, cioè le crisi dei partiti e delle Istituzioni che si alimentano a vicenda. 
Anche stavolta un esempio: ai tempi dei partiti consolidati ( 1948-1953) in 1114 sedute vennero chiesti 173 voti segreti; negli anni ’83-’87, quando i partiti mostravano segni di sgretolamento culminati con la stagione di Mani Pulite, in 634 sedute le richieste di voto segreto furono 2485. E ancora. Attenti a non confondere i costi della politica con quelli della democrazia; a non ripetere il pasticcio di attribuzioni Stato-Regioni sorto con la modifica del titolo quinto. Per evitare ciò, per la prima volta si è consentito agli esperti, i costituzionalisti, di raccogliere elementi di valutazione da sottoporre ai decisori, il Parlamento, nei confronti del quale non esiste intento di depotenziamento. Particolarmente interessante, tra molto altro, una considerazione sulla delegittimazione dei partiti che mette in crisi la democrazia rappresentativa; e il tentativo di una parte crescente dell’elettorato di trovare forme dirette (rete) di partecipazione ai destini del Paese.Ai lavori, coordinati da Marilisa D’Amico, Ordinario di Diritto costituzionale, componente del Consiglio di Presidenza della Giustizia amministrativa, avrebbe dovuto partecipare il Sen. Prof. Gaetano Quagliarello che è stato trattenuto a Roma e se ne capisce la ragione... Francesco Denozza, Ordinario di Diritto commerciale e Presidente del Comitato di Direzione della Facoltà di Giurisprudenza e Nerina Boschiero, Ordinario di Diritto internazionale e Direttrice del Dipartimento di Diritto italiano pubblico e sovranazionale hanno portato i saluti. Sono intervenuti, oltre alla citata Marilisa D’Amico: Luciano Violante, già Presidente della Camera dei Deputati e componente della Commissione per le riforme costituzionali; Lorenza Violini, Ordinario di Diritto costituzionale e componente della Commissione per le riforme costituzionali; Vittorio Angiolini, Ordinario di Diritto costituzionale; Nicolò Zanon, Ordinario di Diritto costituzionale, membro del Consiglio superiore della Magistratura e componente della Commissione per le riforme costituzionali. Invitato il presidente di Assoedilizia e dell'Istituto Europa Asia Achille Colombo Clerici. Ha concluso i lavori Valerio Onida, Presidente emerito della Corte Costituzionale ed anch'egli componente della Commissione per le riforme costituzionali.

Benito Sicchiero
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