Ucraina, un pensiero controcorrente

Abbiamo visto che fine ha fatto la cosiddetta “Primavera Araba”, come del resto indicato dal nostro giornale fin da subito. Si rischia di fare il bis. Sarà bene pensare ai nostri interessi...

Che in Valtellina ci possa essere qualcuno che la pensa diversamente non c'è dubbio. E' stato così al tempo della cosiddetta “Primavera araba”, ad un tempo grossa turlupinatura e capolavoro di comunicazione.

L'indignazione raggiunse allora livelli altissimi in tutto il mondo alla notizia del massacro di Bengasi. Di fronte a 10.000 morti e 50.000 feriti – dati che il 23 febbraio di tre anni fa comparivano sui giornali di tutto il mondo - la reazione non poteva che essere univoca. L'esecrazione nei confronti di Gheddafi pure. Con qualche, piccola, eccezione. Gli affezionati lettori di questo giornale, ma comunque tutti i testi di allora sono rimasti in rete e quindi possibile la verifica quando si vuole, ricorderanno che non ci eravamo affatto allineati, anzi eravamo dall'altra parte rispetto a quelli che avevamo  i 'bombaroli', Sarcozy e Cameron. La prima ragione è che chi ha provato cosa vuol dire essere sotto le bombe, una esplosa a pochi metri, o sotto il fuoco delle mitragliere dei Mustang, non può che essere ferocemente contrario alla guerra. La seconda per avere fiutato l'imbroglio, così come era stato in Irak con la bufala delle armi di distruzione di massa. Alle prime notizie dei 10.000 morti ci siamo messi alla ricerca di qualche elemento in più. Abbiamo pensato alle webcam. “Speriamo di trovarne almeno una funzionante perchè con 10.000 morti di energia elettrica non se ne riparlerà che tra parecchio tempo”, dicevamo. La sorpresa gigantesca. Tutte le webcam in funzione, meglio di oggi, e, quasi shoccante, l'immagine che quelle mandavano. La pubblica illuminazione funzionava, le auto anche se non moltissime, giravano tranquillamente. Con 10.000 morti? La città sarebbe stata sconvolta se di morti ce ne fossero stati 100! Bufala colossale ma essenziale per consentire ai bombaroli, complice l'ondivaga Hillary Clinton che, segretario di da poco e in visita ufficiale nell'America Latina, ci ha messo una settimana a capire le cose e a ritirare dalla guida delle operazioni il generale USA, di colpire Gheddafi, oltre al resto responsabile di avere un rapporto privilegiato con l'Italia nella quale aveva investito 'sovranamente', ossia larga parte dei proventi delle sue risorse petrolifere.
Primavera Araba? Inverno, al minimo!  Lo vediamo. Anzi non lo vediamo perchè gli organi di informazione preferiscono tacere sulla situazione libica odierna compresi gli aspetti economici che penalizzano, com'era scontato, il nostro Paese. 
Passiamo all'Egitto. Poco prima dell'uscita di scena di Mubarak eravamo da quelle parti. Un giorno un tale che parlava abbastanza bene l'italiano, con a fianco altri che la pensavano nello stesso modo, sosteneva che l'unico problema dell'Egitto era Mubarak. Dopo alcuni scambi di opinioni cercammo di far capire che via pure il Rais occorreva sapere cosa fare dopo. Illuminante la risposta anche perchè era una posizione abbastanza diffusa: “Via Mubarak, è questo che conta. E il dopo? Nessun problema. Ognuno di noi è in grado di governare il Paese. S'è visto cosa è successo e in che modo vadano avanti, si fa per dire, le cose. Primavera Araba? Inverno, al minimo! 
Terzo Paese la Tunisia. Una persona colta di cui in qualche articolo a suo tempo abbiamo scritto, sintetizzava la situazione della religione in questi termini: “abbiamo il 20% di praticanti, l'80% di credenti”, con quello che questi numeri vogliono dire. Eliminata la sharia introdotta dopo il rovesciamento di Ben Alì proprio il Presidente Moncef Marzouki che ha definito l’adozione della nuova Costituzione una «vittoria contro la dittatura», ha aggiunto tuttavia che il cammino è ancora «lungo» per stabilire i valori democratici nel Paese.
Avremmo preferito avere torto ma invece non abbiamo sbagliato, come non avrebbero sbagliato allora politici e giornalisti se si fossero seduti davanti al computer e avessero, come noi, cercato le webcam di Bengasi.

Ucraina
Là Primavera Araba, qui Primavera Ucraina?  Allora gli obiettivi dichiarati erano nobilissimi, quelli effettivi, taciuti, riguardavano la sfera commerciale. Dovremmo stare molto attenti e non lasciarci andare a nobili esortazioni, a piene solidarietà tutte la verificarsi né più né meno di quel che era avvenuto allora. Adesso lo stesso, con un braccio di ferro con la Russia che alla lunga rischia di portare a prendere bastonate da Cina, India e Sudafrica sia l'Europa che la Russia stessa, salvo poi che questa non venga spinta in braccio agli altri condannando l'Europa, 'onnipotenti' tedeschi compresi a posizioni subalterne.
Pensiamo anche ai nostri interessi che le nobili esortazioni di tutti hanno pregiudicato a favore dei 'bombaroli'
Non dimentichiamo dunque da dove arrivano quantità gigantesche di gas che potrebbero ridursi di colpo se Putin chiudesse qualche rubinetto.
Nè dimentichiamo che quel Paese, di superficie quasi doppia rispetto all'Italia e con circa 45 milioni di abitanti, non è abitato solo da Ucraini che vogliono venire in Europa ma tanti russi che invece vogliono tornarsene con Mosca
Ci sarà bisogno di tornare in argomento.
 

Alberto Frizziero
Politica