Incarichi pubblici gratuiti? Demagogia. Ma c'è una proposta

La scelta romana di eliminare per Presidenti e consiglieri provinciali indennità di carica e gettoni di presenza (e non viene citato il rimborso spese!) è figlia della peggiore demagogia.

Hanno deciso che Presidente dovrà essere un Sindaco, deroga in prima applicazione a parte. In tanti hanno già scritto che quello che ha già da fare oggi un Sindaco oltre la sua attività in municipio, visto che deve essere in una serie di soggetti (C. Montana, BIM, ATO, Consorzi, società partecipate ecc.) oltre che partecipare ad una serie di riunioni (Prefettura, problemi ordine pubblico, problema acque, problema strade, problemi del lavoro ecc.). In Provincia oggi ci sono oltre al Presidente sei assessori un paio dei quali si fanno quasi ogni giorno un 130 km di strada per arrivare in Provincia e tornarsene a casa la sera. Non per venire a Sondrio a girare i pollici ma per seguire i problemi. Domani, ancorchè ridotti (di poco perchè i nostri Comuni non sono in grado di ricevere deleghe né la Regione può seguire come si deve oltre 1500 Comuni) quei problemi saranno sul tavolo del futuro Presidente che dovrà operare gratis, perfino pagandosi di tasca sua l'assicurazione!

Chi potrà svolgere un simile compito? Ci sono solo tre categorie di persone che potranno farlo:

1- un ricco che può permettersi di non lavorare per sé
2- un pensionato che non ha nient'altro da fare
3- uno che comunque uno stipendio ce l'ha da dipendente e che il suo datore di lavoro gli consente generosamente di non lavorare per l'azienda ma di dedicare tutto il suo tempo alla Provincia. Che ci siano in giro ancora dei mecenati soprattutto disinteressati? Senza secondi fini?

Anche i più decisi critici convengono sul carattere demagogico del pretendere che debba essere gratuito l'impegno di servizio a favore della collettività mentre resta succulento quello di parlamentari e consiglieri regionali. Più d'uno ritiene che poi, passato il momento caldo, si tornerà indietro e una indennità, pur non principesca come del resto non lo era prima, verrà reintrodotta come pure modesti gettoni di presenza.

Indennità non a carico della spesa pubblica.
Il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina lancia allora una proposta nuovissima che affida ai parlamentari perchè la gestiscano con equità. Assodato che democrazia vuole che non solo ricchi, pensionati, dipendenti di fatto distaccati magari per dubbia motivazione, possano aspirare alle cariche pubbliche, assodato quindi che una indennità di carica, seppur contenuta, al riguardo è indispensabile, una soluzione c'è tale da conciliare l'esigenza testè espressa con il principio stabilito dal Presidente del Consiglio di non caricare di un €uro la spesa pubblica.

La proposta del CCCVa
Si chiederà come sia possibile e cioè chi debba provvedere, e come, a reperire le risorse necessarie.
Chi: i 945 parlamentari.
Come: con trattenuta sui loro emolumenti.

I numeri
630 i deputati e 315 i senatori. Provvedano loro a 86 Presidenti di Provincia. 86 in quanto dalle 110 esistenti vengono defalcate le 9 siciliane, 8 sarde, 4 friulane, oltre alle 2 altoatesine e Aosta, ad esse dovendo provvedere le Regioni a Statuto Speciale che ne hanno ampie possibilità. La trattenuta sulle somme, benefit compresi, del 15% degli emolumenti costituirebbe un fondo “Province”, pur modesto, da distribuire tra i nuovi Presidenti secondo i criteri in vigore in precedenza basati sul numero degli abitanti.

Varianti
La proposta viene dopo approfondimenti e simulazioni in ordine alle cifre in gioco. Il CCCVa però non ha un seggio a Montecitorio o a Palazzo Madama e quindi si limita a lanciare un'idea che poi potrebbe essere perfezionata anche, ad esempio, con una concorrenza oltre che dei parlamentari dei consiglieri regionali limitatamente alle Province della loro Regione.

Costituzione, un utile ripasso
A questo punto, a chiosa della proposta, un utile ripasso della Legge fondamentale dello Stato. L'articolo tre: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Per qualcuno questa imposizione a svolgere un impegno gravoso, oltre quello per cui uno/a è stato eletto/a in modo del tutto gratuito può rappresentare “ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”, consentendola, incostituzionalmente, come dianzi illustrato, solo a ricchi, pensionati, dipendenti da terzi.

Politica