Chiuso PL (bene) Sotto solo a piedi o in bici (non bene)
Giornata rocambolesca sul Lungo Mallero Cadorna fra Via Mazzini e la ferrovia. Dopo 129 anni la strada alzaia al servizio del Mallero che un tempo raggiungeva la polveriera è spezzata in due. Stamane l'impresa, in esecuzione dell'ordinanza comunale, ha sbarrato la strada. Mentre imperturbabili le due sbarre ignare di essere anche loro condannate alla rottamazione continuavano a chiudersi all'approssimarsi di un treno e ad aprirsi poco dopo ne succedevano un po' di tutti i colori. C'era chi passava lo stesso scavalcando la prima barriera, almeno fino a quando la chiusura non è stata posata sino ad un'altezza di circa tre metri. C'era la signora con carrozzina e due bambini piccoli, stanchi, che stava andando a casa sua e si trovava di colpo la chiusura. Le cascavano le braccia a sapere che l'unica via alternativa per la carrozzina Via Mazzini, Via Parolo, Via Moro per riprendere poi la strada solita dopo circa mezzo km in più. Una donna con un bambino più grande si lamentava che non fosse stata data informazione nei giorni precedenti a quanto abitano lungo il Mallero a scendere. I ciclisti: tra le nove e le 11 e mezza – ci dicono - ne sono arrivati due – e nel sottopasso ciclopedonale da 500.000 €uro non ce ne saranno tanti di più! -. Uno dei due ha scavalcato alzando la bici, l'altro ha fatto la cosa più normale di questo mondo, ovvero ha attraversato il 7° ponte e si è messo sulla vera e propria pista ciclabile, non come quella mozza del sottopasso, ovvero la pista che parte dal Centro Storico e arriva al Parco Bartesaghi. Tante auto – una signora le contava! - imboccavano il tratto in direzione della ferrovia proseguendo come sempre verso il passaggio a livello. Chiuso e quindi stop, qualche manovra per girare e imbocco della Via Mazzini. Nel giro di cinque minuti tre spaventi. Il primo quello di un bravissimo autista che con suo bus ha evitato lo scentro. Il secondo una frenata da Gran Premio e il terzo una strana carambola. Crocchi di persone commentavano e il tenore è facilmente immaginabile. Ovvio che i favorevoli - può darsi che in città se ne possa forse trovare qualcuno anche se non si fa vedere - alla limitazione del sottopassaggio ai pedoni (non molti) e alle bici (quasi nessuna visto che c'è quello dall'altra parte del torrente) se ne stiano prudenzialmente alla larga.. Visto comunque che i lavori sono partiti occorre riepilogare la situazione e vedere le cose con serenità.
Si tratta dell'opera più controversa in città da quasi mezzo secolo ad oggi come le due raccolte di firme – la seconda quasi mille pur essendo stata interrotta – dimostrano tutti essendo d'accordo sulla chiusura del passaggio a livello ma uniti in una fortissima opposizione a escludere i veicoli da un sottopasso limitato invece a soli pedoni e ciclisti. Vediamo i singoli aspetti:
1) quello di carattere generale rispecchiato da raccolte delle firme e le ragioni addotte
2) quello dei residenti. Il loro legale ha individuato danni diretti e danni indiretti chiedendo di modificare il progetto. Presumibilmente questo non è possibile perchè occorrerebbe una nuova approvazione comunale per la quale non paiono esserci le condizioni. Pare che l'azione assuma carattere risarcitorio. Indipendentemente però da questi aspetti legali che riguardano loro, sicuramente i residenti oltre alle difficoltà di accesso che il progetto determina lamentano anche un danno di carattere patrimoniale. Considerano inoltre, come affermava una ragazza stasera, una ulteriore mazzata il divieto di svolta a sinistra. Chi abita nel tratto di strada diventata a fondo cieco o lì parcheggia se deve andare verso Viale dello Stadio dovrà svoltare a destra, arrivare fino al negozio Cipolla, girare a sinistra per Via Tremogge, riprendere il Lungo Mallero e al ponte girare a destra. Nell'esporre questo ragionamento, e con la richiesta, irricevibile!, di semaforizzare l'incrocio, non pareva proprio molto contenta...
3) quello urbanistico che abbiamo ripetutamente richiamato e illustrato e che pare non interessare molto specie poi chi magari confonde l'urbanistica con l'edilizia... Addio 'gronda', elemento qualificante per la città ma con il difetto di essere espressione culturale e quindi non facile da essere assimilata. Rovesciato il concetto: il disegno urbanistico dovrebbe determinare le scelte operative. Qui un'opera, tutto sommato anche modesta, condiziona il disegno urbanistico.... (Domandina pertinente quindi: ma i progettisti del PGT cosa ne pensano?).
4) quello relativo all'obiettiva difficoltà di chi abita oltre la ferrovia. Vale per pedoni e per qualche isolato ciclista per il quale però il problema è minore avendo appunto a disposizione la pista sull'altra sponda. Se c'è da chiudere il PL non si può non chiudere il passaggio. E a tutti. Stamane qualcuno chiedeva che venisse lasciato aperto un passaggio pedonale ma è obiettivamente cosa che non sta né in cielo né in terra. Lì infatti è cantiere con il treno che passa marcia a vista a meno di 10 km/h. Impensabile. Un disagio del tutto inevitabile. L'unica cosa è fare in modo che i tempi siano rispettati e, se possibile, ridotti al minimo. Poi le difficoltà del primo giorno sono sempre scontate in simili situazioni, L'auspicio è che diminuiscano. (Red)