Fassino: priva di senso l’idea di sopprimere i piccoli Comuni

La storia d’Italia è fatta dai Comuni, piccoli e grandi. Il problema è, come metterli nelle condizioni di assolvere al meglio le loro funzioni

"Sgomberiamo il campo da un equivoco: è priva di senso l’idea di sopprimere i piccoli Comuni perché la storia d’Italia è fatta dai Comuni, piccoli e grandi. Il problema è, invece, come mettiamo i Comuni nelle condizioni di assolvere al meglio le proprie funzioni. Per questo serve una legge, incentivante, efficiente che costruisca politiche di aggregazioni di servizi volontarie per i Comuni; è questa la proposta che Anci ha fatto al Governo”. Così il presidente Anci e sindaco di Torino, Piero Fassino, nel suo intervento alla XIV Conferenza nazionale dei Piccoli Comuni che ha preceduto la XXXI assemblea nazionale Anci.

“Nell’erogazione dei servizi – ha detto Fassino – la demografia è importante perché un conto è fare il welfare state per un milione di persone, altro è farlo per trecento. E’ certo però – ha tenuto a precisare il presidente Anci – che così com’è articolata oggi la legge su unioni, convenzioni e fusioni non incentiva i Comuni ad unirsi per erogare i servizi ma li obbliga in maniera sbagliata. La dimensione di scala conta ma serve una nuova legge sulle aggregazioni, su base volontaria, che invogli i Comuni”.
Fassino ha poi risposto alle sollecitazioni dei sindaci in platea sulle difficoltà che gli amministratori dei piccoli enti stanno patendo. “Sono sentimenti di disagio che comprendo perché sono comuni per tutti i sindaci. Fare il sindaco in questi anni è stato duro per tutti, non è quindi una questione di classifica su chi ha sofferto di più. In questi anni con la crisi – ha proseguito il sindaco di Torino - è cresciuta la domanda di sostegno, tutela e protezione dei cittadini e contemporaneamente ci siamo visti ridurre le risorse, il che ha creato uno squilibrio tra domande e offerta”.
Anche sul tema della rappresentanza, Fassino ha assicurato che i piccoli Comuni “avranno negli organismi Anci un peso superiore rispetto a quello avuto fin qui. Proporro, nelle modifiche dello statuto che i 20 coordinatori regionali dei piccoli Comuni entrino di diritto nel Consiglio nazionale e che anche nel direttivo ci sia una presenza”. Anche sulla richiesta di vedere un sindaco dei ‘piccoli’ come vicepresidente nazionale Fassino si è detto disponibile “perché – ha sottolineato – avverto la necessità che ci sia voce di tutti per un’azione associativa capace di tenere conto di tutte le voci”.
Ancora il presidente Anci  “i Comuni, in questi anni, hanno fatto i salti mortali ma oltre una certa misura non si può andare. Dal novembre 2011 ad oggi siamo stati destinatari di 51 tra decreti e leggi che ci hanno costretto a cambiare ogni volta i bilanci. Chiederemo quindi al governo una autonomia effettiva per metterci nelle condizioni di erogare i servizi che ci chiedono i cittadini e di governare le nostre città”..

 

 

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