Sentiero Val di Mello, CAI contro ma va sentita L'ALTRA CAMPANA

Val di Mello bene di tutti. Beh, QUASI. Le persone con disabilità le lasciamo a fondo valle...

(Ilenia Pusterla)   VAL DI MELLO:  un’occasione per imparare che il rispetto dell’ambiente e la dignità delle persone hanno lo stesso passo.  La Val di Mello è un bene di tutti. Beh, quasi. Facciamo che le persone con disabilità le lasciamo a fondo valle.

La Val di Mello è una riserva naturale incontaminata, di rara bellezza, che emoziona chi la percorre superando gli ostacoli della natura.
Siamo d’accordo. È per questo che bisogna dare la possibilità a tutti – magari normandone l’accesso – di poterne godere.
E lo facciamo estirpando licheni, facendo brillare massi e spianando il terreno con una bella colata di cemento?
Allora possiamo farlo umiliando le persone con disabilità? No, chi potrebbe essere così meschino?

Parrà strano, ma le persone, le associazioni e gli enti che hanno a cuore il rispetto dei diritti del genere umano e sono contrari a qualsiasi forma di discriminazione, prestano anche particolare attenzione al tema della salvaguardia dell’ambiente.
Parrà strano, visti i toni accesi di alcuni e l’inconsapevolezza di molti, ma l’idea progettuale che vorrebbe portare in Val di Mello un sentiero accessibile a TUTTI, persone con fragilità, anziani, bambini, guide alpine comprese, parte proprio da questo presupposto.
Ambiente e disabilità non sono messi in contrapposizione, ma si può dire che siano l’uno un regalo per l’altro.
Andiamo a spiegarvi come.

LA PARTE TECNICA
Alcune premesse tecniche sono d’obbligo per chiarire l’opera di mistificazione messa in atto per raccogliere firme attorno ad una non conoscenza della situazione oggettiva dei fatti.
Regione Lombardia è pronta a stanziare 400.000 euro in due anni (fondi EUSALP non destinabili ad altre iniziative o progettualità, semmai ad altri Paesi più lungimiranti…) per la realizzazione di un intervento che prevede per 80.000 euro la sistemazione del sentiero già esistente (e mappato) in sponda orografica sinistra del Mello e la rimanente cifra per azioni di manutenzione, gestione dei servizi, formazione ecc.
Non sarà utilizzato cemento.
Saranno realizzati muretti e briglie a secco con sassi e materiale del posto.
Il fondo sarà erboso o in terra battuta.
Non sarà tagliato alcun masso e non verrà fatto uso di dinamite.
Le passerelle esistenti saranno sostituite o manutenute con legname locale (è da anni che si sta aspettando di sistemarle) e la loro larghezza non supererà i 90 centimetri.
La larghezza del sentiero sarà di 90 centimetri (misura che permette l’accessibilità con i mezzi previsti da Ersaf: joelette e alcune tipologie di carrozzine) con punte massime di 120 centimetri in alcuni snodi e dove il sentiero esiste già.
Il ponte all’inizio del sentiero verrà sostituito con uno più piccolo e meno impattante.
L’intervento per l’accessibilità interesserà circa 3km di sentiero, dalla località Gatto Rosso al Ponte della Rasica. Sull’ultimo pezzo di percorso verrà fatta, successivamente, solo una manutenzione per renderlo percorribile con la joelette.

Queste nozioni tecniche ce le ha fornite Valtellina Accessibile, associazione a cui Ersaf si è rivolta fin da subito perché la garanzia della tutela dell’ambiente e quella dell’accessibilità fossero portate avanti insieme.

LA PARTE CULTURALE
Ersaf in Val di Mello non vuol realizzare un circuito da parco urbano o una pista attrezzata per i disabili. Gli interventi che saranno effettuati sul sentiero andranno a beneficio di tutti perché lo metteranno in sicurezza per tutti.
Non abbiate timore: la pietra, il muretto, il gradino, il tronco-ponte, il ruscelletto li potrete ancora osservare e scavalcare.
Lo potranno però fare anche persone con disabilità e fragilità, anziani, bambini…
La bellezza folgorante resterà, il facile accesso sarà reso possibile e questo sarà un vantaggio per tutti, ci si potrà ancora confrontare con i propri limiti, solo che non saranno solo determinate categorie di persone a poterlo fare.
C’è qualcuno che egoisticamente può dire che la Val di Mello sia solo sua e che alcune persone è giusto che rimangano fuori o vengano indirizzate a sentieri secondari, meno belli, senza magia e senza emozioni nel percorrerli? Perché?

“Perché l’aver ipotizzato un intervento di adeguamento di un sentiero esistente per poter essere percorso da persone con disabilità ha suscitato tanto clamore e repulsione? – si chiede Vanni Seletti, presidente storico della FAD-Federazione Associazioni Disabili della provincia di Sondrio (realtà oggi in fase di ridefinizione tra le 14 associazioni di volontariato che la componevano, ndr) – le persone con disabilità non hanno bisogno di attrezzare un ambiente per mettere alla prova i propri limiti, lo fanno tutti i giorni superando ostacoli che nemmeno ci si immagina, superano massi, torrenti, scalano pareti  e tutto con enorme fatica e lo fanno per affrontare la vita quotidianamente e non per capriccio o ostentazione. Lasciate che siano le persone con disabilità ad esprimere i loro desideri, non arrogatevi questo diritto, hanno tutta la capacità per farlo”.

“Io ho iniziato a 40 anni ad andare in montagna grazie alla joelette – ci racconta Francesca Rogna – per me non è umiliante farsi aiutare in questo modo, anzi, è un’opportunità in più che si da anche a persone con disabilità di vedere le bellezze della natura. Sono esperienze bellissime che non avrei mai pensato di fare, essendo in carrozzina.
Non è vero che noi non lo vogliamo questo sentiero, ci piacerebbe eccome, anche perché sarà un percorso per tutti e quindi non c’è assolutamente il rischio di ghettizzazione. Io sono una “normale” disabile, non sono un’atleta e quindi il fatto di poter percorrere la Val di Mello in joelette mi potrebbe dare enormi soddisfazioni, le stesse che un’atleta disabile potrebbe avere scalando un masso con le mani o che una persona “normale” potrebbe avere facendo altro. Chi lo decide quali sono i limiti e le potenzialità delle persone?”.

Francesca non parla solo a nome suo perché in questi anni centinaia di persone hanno potuto fare l’esperienza di una gita in joelette o di una passeggiata in autonomia in montagna con particolari carrozzine grazie all’impegno di Tecnici Senza Barriere, UILDM-Unione italiana lotta alla distrofia muscolare, ANMIC-Associazione italiana mutilati e invalidi civili, ANMIL-Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro, tutte associazioni che sostengono l’idea progettuale di Ersaf,  così come tante altre che sono favorevoli a rispettare persone fragili e ambiente, ma, prima di esprimersi pubblicamente, aspettano di conoscere un progetto che non c’è ancora.

Pierangelo Livraghi, presidente della sezione provinciale di Sondrio dell’Unione italiana ciechi è molto fiero nel ricordare come in Valtellina ci siano due sentieri sensoriali, in Val Masino e in Val Gerola, che sono pienamente utilizzati dai soci dell’associazione: “Arrivano persone da tutta la Lombardia per percorrerli – sottolinea – noi auspichiamo che ci sia l’accessibilità nei sentieri se i percorsi sono efficienti e costruiti bene così com’è accaduto per quelli già realizzati in provincia. Non entriamo nel merito della disputa perché non abbiamo elementi, ma possiamo dire che tutte le possibilità che ci sono date per soddisfare la nostra voglia di montagna vanno benissimo. Ben venga un’occasione in più perché un disabile possa “usufruire” della natura, fatta salva la salvaguardia dell’ambiente”.

Lo stesso messaggio viene dato anche da associazioni che tutelano le persone anziane, come Auser Valtellina e Valchiavenna nella persona del suo presidente Fabio Colombera: “Questo sentiero potrebbe essere un’opportunità anche per i nostri anziani – sottolinea – da quello che abbiamo potuto capire l’intervento dovrà rispettare le rigide prescrizioni previste dalle riserve naturali, e ci mancherebbe altro, dunque l’ambiente sarà tutelato e rispettato. Chiediamo semplicemente che lo stesso rispetto sia dato alla dignità delle persone”.

Il Mondo e l’Europa sono pieni di esempi virtuosi in cui si concilia l’accessibilità con il rispetto dell’ambiente e della natura. La provincia di Sondrio e la Val di Mello cosa vogliono fare? Essere innovativi e insegnare che anche da noi tutto questo può essere fattibile? Noi auspichiamo di sì.

 

Ilenia Pusterla
Società