Harry Potter e la camera dei segreti
 
 Chiedo subito venia ai lettori (ed ai fan del mago bambino) per 
 il linguaggio non esattamente cinematografico che sto per 
 utilizzare, ma la cosa peggiore che può succedere durante la 
 proiezione di un film che ha la pretesa di essere avvincente o 
 comunque brillante è pensare...:”che palle!”; è successo.
 Questa colorita e gergale espressione per dire che, ad un anno 
 di distanza dalla “pietra filosofale”, è del tutto sorpassato 
 quell’elemento di novità che ha caratterizzato il “fenomeno 
 Harry Potter” nel 2001, che rese il film una favola anche per 
 adulti, un fenomeno di costume appunto, ma che oggi rimane, 
 superato tutto questo, una fiaba confezionata ancora molto bene, 
 ma da ora in avanti destinata ad un pubblico non più grande dei 
 suoi protagonisti.
 Detto questo, il film non esce sconfitto dal paragone con il 
 proprio predecessore, in quanto un certo sforzo narrativo ed 
 innovativo caratterizza la sceneggiatura, l’ingresso di Kenneth 
 Branagh nel ruolo del vanesio cialtrone dona sicuramente 
 sfumature maggiormente grottesche alla vicenda, e di attori 
 tutto sommato, soprattutto in considerazione dell’età media, se 
 ne sono visti di peggiori (anche se si vede abbastanza bene che 
 il personaggio di “mago bambino” comincia a stare, a Daniel 
 Radcliffe, come quei vecchi pantaloni a cui si è affezionati da 
 piccoli, e che si continua a mettere nonostante ormai manchino 
 almeno cinque centimetri per toccare le scarpe..).
 Dunque, in ultima analisi, non si può formulare un giudizio 
 prettamente negativo, ricordandosi operò di ricondurre da ora la 
 saga di “Harry Potter” nel settore dei film per ragazzi.
Mirko Spelta
               
 Per comunicazioni all'autore della recensione:
                
ginodilegno@inwind.it
 GdS 8 I 2003  
www.gazzettadisondrio.it
