Donne e salute: il compito di educare
Continuano, a Roma, presso l'Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum, le lezioni della seconda edizione del Master
"Donna, cultura e società", organizzato dall'Istituto di Studi
Superiori sulla Donna dello stesso Ateneo.
Sono intervenuti Maria Luisa Di Pietro, professore associato di
Bioetica dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sul tema "La
cura di sé: valutazioni etiche", e Tonino Cantelmi, Presidente
dell’Associazione Italiana Psicologi e Psichiatri Cattolici, sul
tema "Psicologia e femminilità".
Maria Luisa Di Pietro ha spiegato che "il riferimento alla
salute come 'equilibrio', compito, stile di vita, porta -
innanzitutto - a considerare la promozione e la prevenzione, più
che un diritto, un dovere morale. Favorire un'autentica cura
della salute per la donna significa aiutare il suo benessere
fisico, psichico e sociale in relazione armonica con i valori
morali e spirituali, attraverso un'attenta e precoce educazione
alla salute. E poiché l'educazione è, innanzitutto, educazione
morale o educazione del sentimento morale e nella sua finalità
educazione alla gestione responsabile della libertà, anche
l'educazione alla salute si deve configurare essenzialmente come
educazione morale. Essa chiede, infatti che accanto alle
informazioni vengano date le motivazioni del perché agire in un
modo piuttosto che in un altro, insegnando a separare i bisogni
dai desideri e aiutando ad individuare quali sono i compiti da
assolvere per contribuire alla salvaguardia della propria e !
altrui salute".
"La donna – ha concluso la professoressa Di Pietro - non è,
però, soltanto soggetto da educare ma ha anche l'importante
compito di educare. E' quanto sottolinea Giovanni Paolo II nella
lettera Enciclica "Evangelium vitae", nel momento in cui affida
la svolta culturale a favore della vita soprattutto alle donne,
sia perché svolgono da sempre un ruolo fondamentale in ambito
educativo, sia per l’importante compito di testimonianza che
ricoprono: "Voi siete chiamate a testimoniare il senso
dell’amore autentico […]" (EV, 99).
Nella sua lezione su "Psicologia e femminilità" Tonino Cantelmi
ha parlato di ambiguità e narcisismo come "radici della crisi
dei rapporti interpersonali, testimoniata dai nuovi modi di
'stare insieme': polifedeltà (una parte di te è fedele ad una
persona, un’altra parte è fedele ad un’altra persona e così
via), monogamia intermittente (fedeli sì, ma per poco tempo),
adulterio omeopatico (limitato a carezze e coccole)".
Secondo Cantelmi "serve recuperare la capacità di affrontare i
conflitti". "Nel conflitto – ha detto lo psichiatra - diamo il
peggio di noi stessi e sperimentiamo il limite. Ma un'educazione
centrata sulla realizzazione narcisistica nei nostri bisogni ci
spinge a rifiutare la conflittualità e ad interrompere la
relazione al primo serio conflitto. Cosicché nasce la ricerca di
vie brevi per la felicità: il 10% di un campione di giovani ha
dichiarato che sarebbe disposto a fare patti con Satana per
ottenere ciò che desidera".
Per informazioni: www.upra.org, www.unier.it
Carlo Climati
GdS - 10 XII 2005 -
www.gazzettadisondrio.it