PRODI CE L’HA CON LA STAMPA ITALIANA CHE PURE, IN GRAN PARTE AVEVA PREFERITO LUI A BERLUSCONI!
Virus a Palazzo Chigi?
Prodi in visita a Zapatero in una intervista al quotidiano ”El Pais”, si è lamentato fortemente per il comportamento della stampa italiana che ce l’avrebbe con lui.
Sorpresa.
Nella recente campagna elettorale infatti la stampa è stata massicciamente dalla parte sua, persino con un invito esplicito per il voto a Prodi da parte del Corriere della Sera attraverso la penna del suo direttore. Con il quotidiano di Via Solforino La Repubblica, da sempre tra sinistra e centro-sinistra, La Stampa e via via i maggiori quotidiani del Paese. Sull’altro fronte Il Giornale, Libero, Il Mattino di Napoli e qualche testata minore.
Berlusconi si lamentava del trattamento da parte della stampa. Ora lo fa Prodi. Che sia qualche virus che gira nelle sale di Palazzo Chigi? O più semplicemente si tratta di segni di scricchiolio nella conduzione della barca governativa come teme qualche suo alleato?
Lo sconfortante sondaggio di Repubblica
Qualche commentatore ha invece pensato che al Premier non sia andato giù il fatto che proprio Repubblica abbia pubblicato i risultati di un sondaggio, assolutamente sconfortanti sia per lui che per il suo Governo (Repubblica, e non siamo maligni, non sarebbe affatto scontenta se al posto di un cattolico a Palazzo Chigi andasse un laico…). Si dice che i sondaggi, più analitici, in mano a Berlusconi siano ancora più pesanti.
Non solo Finanziaria ma soprattutto Partito Democratico
La Finanziaria è certamente in cima ai pensieri della maggioranza e ovviamente del Presidente del Consiglio. Lui ha un altro punto che però conta ancora di più perché il suo futuro dipende da come vanno le cose nel cantiere. Il cantiere è quello del costituendo Partito Democratico per il quale ci sono le dichiarazioni di principio tra il favorevole e l’entusiasta che però non concordano con i problemi pratici. C’è ad esempio la questione della collocazione europea. La componente ex DC ha dichiarato in una sua convention di alcun giorni fa che non si sogna neppure lontanamente di andare nel Gruppo Socialista Europeo. Parisi, alter ego di Prodi, ha detto che così facendo si mettono i bastoni tra le ruote del futuro PD, In realtà si tratta di una esigenza reale come quella, sull’altro versante, di Fassino che non potrebbe certamente entrare nel Gruppo del Partito Popolare Europeo. Prodi, attento alla situazione dato che il suo futuro politico dipende esclusivamente da come vanno le cose e dal verificarsi del varo del PD con lui alla testa, ha cercato di superare la dicotomia PD= DS più Margherita, dicendo che c’è un terzo soggetto e cioè la gente. Discorso politicamente molto labile e operativamente intraducibile in concreto.
Le carenze dello staff del Premier
La cosa che fa specie è l’evidente difetto dello staff del Premier. Il caso Telecom non è il solo. Un vistoso errore del consigliere economico, strettissimo collaboratore oltre che amicissimo, inevitabilmente va sul conto di Prodi che nella vicenda ha dovuto constatare nulla più di una difesa di ufficio da parte degli alleati. Qualcuno si è chiesto il perché e la risposta è che errori del genere a quei livelli non sono ammissibili. Gli errori, anche cadute di stile, sono ormai troppi per non pensare ad una palese incongruità dello staff dirigenziale di supporto al Premier.
Spedizioni per Timbuctu
Valga uno per tutti. In TV Prodi ha annunciato che con le misure del Governo il 97% della gente avrebbe pagato meno imposte (si parla di quelle statali perché poi in realtà c’è tutto il resto…). L’ISAE (x) un po’ di giorni dopo diramava il risultato dei suoi conteggi: chi avrebbe pagato di meno era la metà esatta di quanto dichiarato da Prodi, il 48,5% con un 8% di contribuenti a esborso invariato e gli altri con gli aumenti articolati. I conti non li ha certo fatti il Premiere chi li ha fatti merita di essere spedito a Timbuctu.
Posto dove sarebbe bene mandare gran parte di coloro – e non si riesce a sapere chi sono – che hanno scritto decine di norme in modo cervellotico, costringendo a cambi continui.
Luca Alessandrini
(x) L'Istituto di Studi e Analisi Economica (ISAE) è stato istituito con D.P.R. n. 374/98, nell'ambito del processo di riorganizzazione e unificazione dei Ministeri del Tesoro e del Bilancio e della Programmazione Economica, operate dalla Legge n. 94/1997 ed opera dal gennaio 1999. Esso è nato dalla fusione di altri due enti di ricerca pubblici, l'Istituto Nazionale per lo Studio della Congiuntura (ISCO) e l'Istituto di Studi per la Programmazione Economica (ISPE), che fino al 1998 avevano fornito supporto tecnico al Ministero del Bilancio, rispettivamente per le analisi di breve e di lungo periodo.