A GENNAIO IL GOVERNO PRESENTERA’ UN DDL (PERALTRO GIA’ QUASI PRONTO, REGALO DI NATALE) SULLE COPPIE DI FATTO. RIPROPONIAMO UN ARTICOLO DI DIECI MESI FA

Diritti, ma i doveri? – Per le coppie uomo-donna ci sono matrimonio e divorzio quindi NO ad altro – Per le altre non diritti ma problemi e si spiega come affrontarli - Più attenzione alla famiglia - Problemi vari

Il Governo ha stralciato il problema delle coppie di fatto dalla Finanziaria impegnandosi a presentare a gennaio un disegno di legge, sul quale sin d’ora precisiamo che sarebbe liberticida porre la fiducia (non si sa mai).

Ed è, naturalmente, subito polemica.

Noi riproponiamo l’articolo in argomento pubblicato sul numero 4/2006 dello scorso 10 febbraio dal titolo “COPPIE DI FATTO: INTANTO LA QUESTIONE DIRITTI-DOVERI. POI, NELLA PRIORITARIA TUTELA DELLA FAMIGLIA UNA PROPOSTA DI SOLUZIONE - CONDIVISIBILE DA CATTOLICI E LAICI, NON DAI LAICISTI - AD ALCUNI PROBLEMI PRATICI CHE OGGI ESISTONO” - di Alberto Frizziero

Richiamiamo i punti essenziali:

2) In premessa: diritti e diritti, ma quali i doveri delle coppie di fatto? E poi non diritti ma problemi (alcuni, non certo tutti).

3) Coppie uomo-donna: c’è il matrimonio e il divorzio. In questi casi la coppia di fatto è una scelta di comodo personale. NO.

4) Per le altre coppie. Codice Civile e Titolo quarto non Titolo primo e sottoscrizione dal notaio.

5) Più attenzione alla famiglia.

6) Problemi vari.

Si tratta di un quadro compatibile in tutti i sensi. Certo, non con la visione di chi vorrebbe i PACS, tali e quali. Quelli che, se “sposati” nella mentalità corrente dalla generalità dei cittadini sarebbero esiziali per l’umanità: sparirebbe in una sola generazione! Sappiamo che un’affermazione di questo genere dà fastidio e quindi si risponde accusando, al minimo di strumentalizzare. Sono loro, dicendo così, che strumentalizzano perché di tratta non di una posizione ma di una constatazione…

Questo a parte, ecco il testo dell’articolo del 10 febbraio:

L’ARTICOLO DEL 10 FEBBRAIO 2006

DIRITTI, DIRITTI, DIRITTI... MA I DOVERI?

Uno dei temi della campagna elettorale è quello del riconoscimento delle coppie di fatto, presentato come riconoscimento dei cosiddetti “diritti civili”, Si tratta di una sorta di tabù. Quando a una certa idea, a una certa istanza viene associato questo epiteto, allora scatta il meccanismo di fustigazione di chi si oppone, giudicato automaticamente un conservatore, un retrogrado, un liberticida.

Cominciamo a dire che in ogni settore della vita umana se ci sono diritti ci debbono essere doveri e viceversa se ci sono doveri ci debbono essere diritti in una costante equivalenza dei due piatti sulla bilancia. Per quanto riguarda la famiglia ci sono diritti e doveri, non solo morali ma anche giuridici (libro I del Codice Civile, titolo VI e, collegati, Titolo VII e Titolo VIII.

Per quanto riguarda le coppie di fatto si invocano i diritti ma nessuno ci ha detto quali siano i doveri.

Questo in premessa per sottolineare a chiare lettere che non ci sono diritti.

Di conseguenza se non viene fatto quello che si chiede non è affatto perché c’è una congrega di reazionari ostili, ma per una visione della vita, e della vita associata, che ha nella famiglia il suo pilastro fondamentale. E questo senza mandare al rogo chi, nel suo privato sessuale (eventualmente anche solo platonico), ha fatto altre scelte.

NON CI SONO DIRITTI. CI SONO PROBLEMI

Non ci sono diritti. Ci sono, questo sì, dei problemi aperti, quei problemi che vengono continuamente portati avanti, e da parte dello schieramento favorevole in sostanza come cavalli di Troia, per arrivare per gradi all’abnorme adattabilità dei bambini da parte delle coppie omosessuali con la perla della Svezia che tutela i bambini svedesi negando la loro adattabilità concedendola per i bambini stranieri (!!!). Sono le solite cose: la casa, la pensione, la successione, l’ospedale ecc.

Problemi, non diritti. E allora vanno visti come tali, con una distinzione di fondo fra coppie omosessuali e coppie eterosessuali.

LE COPPIE ETEROSESSUALI

Le coppie eterosessuali hanno una definizione giuridica quale si trova nel Codice Civile negli articoli dal 79 al 219 (più altri su filiazione, adozione, successione, beni ecc.). Ma, si dice, ci sono coppie che hanno le loro ragioni per non sposarsi (magari perché lei è vedova e sposandosi perderebbe la pensione di reversibilità). Il matrimonio è scelta di diritti personali e doveri verso la comunità. La scelta dell’unione di fatto è scelta di avere solo i “diritti” evitando di accollarsi i doveri.

NO.

A scanso di equivoci e per evitare che si citino casi particolarissimi, nei quali ci sono giustificate remore al matrimonio facendoli però diventare casi generali precisiamo che il NO dovrebbe essere accompagnato da una deroga per casi eccezionali e da concedersi da parte del magistrato, di quello che già oggi si occupa di separazioni e divorzi.

LE COPPIE OMOSESSUALI

Tendenze e scelte di vita appartengono alla sfera del privato, compresa quella di accoppiarsi (con o senza rapporti sessuali veri e propri) non tra uomo e donna ma tra persone dello stesso sesso.

Conseguono però problemi giuridico-amministrativi dato che il caso non è previsto nell’ordinamento, anzi negli ordinamenti. C’è modo di affrontarli e definirli in sede di Codice Civile.

Il punto fondamentale è che le nuove norme non entrino nel libro primo, neanche come appendice. La regolazione di questi rapporti non ha nulla a che vedere con la famiglia.

Il punto fondamentale è che le nuove norme entrino nel Codice Civile, libro quarto, quello “delle obbligazioni”.

Il secondo aspetto è che il problema resti “di diritto privato”, ancorché con implicazioni di tipo pubblico. La costituzione dell’unione, o come cavolo la si voglia chiamare e non certo PACS, avvenga dal notaio, in un quadro normativo che eviti l’impugnabilità citata da un autorevole esponente del centro sinistra in TV.

L’ATTENZIONE ALLA FAMIGLIA

Il terzo aspetto è l’attenzione alla famiglia. Provvedimenti sono stati adottati dal Governo in carica, altri vengono annunciati da settori del centro-sinistra. A questo riguardo si deve spezzare una lancia per le famiglie che risiedono nei piccoli comuni. L’on. Rutelli parla di un programma di 1500 asili nido ma questi è difficile che vengano realizzati nei quasi 6000 Comuni con meno di 5000 abitanti e non ci sono solo le città maggiori, per cui occorrerebbe un’integrazione per coprire questo vasto campo scoperto.

Analogamente per il centro-destra dal momento che a fianco dell’incentivo alla natalità sarebbe opportuno aggiungere altre misure a sostegno dei figli, alcune persino non costose (un esempio per tutte: una serie di limitazioni per i libri scolastici che potrebbero ridurre i costi, ingenti, del 50% e oltre.

L’UNITÀ DI INDIRIZZO GIURIDICO-AMMINISTRATIVO

Il quarto aspetto è l’unità di indirizzo giuridico-amministrativo sul problema. Lo suggerisce quanto deciso dalla Regione Puglia nel settore dei servizi sociali. Dopo un braccio di ferro durato un paio di mesi tra il Presidente Ventola (di Rifondazione Comunista) e la Margherita, il Presidente l’ha spuntata e gli interventi saranno estesi anche alle coppie di fatto (caso diverso rispetto a singoli, eventualmente appartenenti a coppie di fatto). In Emilia vi erano state scelte a favore delle coppie di fatto inseribili nelle graduatorie per le case popolari. Eccetera.

Qualora si andasse ad una definizione giuridica del problema deve anche essere preclusa la via di scappatoie locali per aggirare i limiti posti dalla legislazione nazionale.

LAICITÀ DELLO STATO

Spesso il “sindacato PACS” agita il tema della laicità dello Stato. Non si capisce nel modo più assoluto, o meglio si capisce che si tratta di una strumentalizzazione epidermica, cosa c’entri nel tema della famiglia, e poi delle coppie di fatto, la laicità. Non è infatti solo la Chiesa cattolica sul fronte della tutela della famiglia e, conseguentemente, nel no a scelte tipo quella dello spagnolo Zapatero e altre simili. Ci si agita in questo senso come alibi alla estremizzazione polemica.

Può sembrare paradossale ma in realtà è più “laico” chi si oppone alle derive zapateriane di chi vorrebbe il surrogato del matrimonio e il surrogato dei propri impossibili figli.

(Sia consentito anche a noi, in questa chiusura, una stilettata polemica).

Alberto Frizziero

GdS 10 XII 2006 - www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
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