L’INDEBITAMENTO DELLE FAMIGLIE STA DIVENENDO UNA VERA E PROPRIA EMERGENZA

Con riferimento alla mia recente in merito ad alcune note su una questione che mi riguardava, mi sono intrattenuto nella parte finale dello scritto,sulla delicata e dirompente questione dell’indebitamento delle famiglie testualmente scrissi: “Ne riparleremo purtroppo quando numerose famiglie indebitate dal ricorso troppo allegro a mutui o rateizzazioni, cominceranno a trovarsi in seria difficoltà nei confronti del grande potere finanziario (le banche per intenderci)”.

Lungi da me rivendicare di essere stato profeta ( in questo caso da intendere nella sua peggiore accezione e cioè quello di anticipatore di sciagure). Questo problema è già nell’aria da tempo divenendo in questi ultimissimi mesi una vera e propria emergenza e come tale necessita di essere considerato. Molti se ne sono accorti ma purtroppo pochi hanno cercato di trovarvi una via di uscita decorosa e dignitosa che tenga conto della indubbia necessità di una economia di mercato che deve sempre crescere ma nel contempo sia in grado di tutelare anche i singoli e le famiglie. Personalmente sono convinto che questo sia possibile sebbene non così semplice da attuare. Ad oggi nel nostro Paese ci siamo limitati ad importare schemi nati e pensati per realtà a noi molto diverse una per tutte quella Nord Americana. Qui da decenni sono utilizzate queste forme di pagamento. Già da una ventina di anni è praticamente impossibile prenotare un albergo senza una carta di credito ed oggi il contante è stato praticamente abolito. Parimenti il pagamento avviene per buona parte dei beni acquistati in forma frazionata quasi mai interamente per il valore del bene. Quindi ogni mese ogni singolo o famiglia ha già impegnato una parte del proprio reddito (talvolta anche molto ma molto significativa). Affitto, bollette varie, rate dell’auto del televisore del……. Poco resta alla fine di disponibile. Situazioni che magari debbono essere sopportate per 18, 24 o addirittura 36 mesi. Ma se in questo lasso di tempo qualche cosa si inceppa? Per talune Nazioni poco male (almeno sino a non molto tempo fa) la flessibilità del lavoro la presenza di una serie di contratti che noi non abbiamo l’oggettiva richiesta di lavoro offrono sempre la possibilità di rimettersi in gioco, di riprendersi almeno dal punto di vista economico e di bilancio. In numerose nazioni chi esce da una attività (per sua volontà o perché licenziato) di norma non ha mai grandi difficoltà a reinserirsi nel mondo produttivo. Per i paese emergenti la cosa è poi amplificata ( pensiamo alla crescita di nazioni come la Cina! Anche se qui ci sarebbero tante cose da dire). Pochi o nessun americano ad esempio ha svolto la stessa mansione lavorativa o lo stesso lavoro per l’intera vita lavorativa. Questo già da anni. E’ quasi impossibile. Da noi in Italia, ad oggi, è vero il contrario. Cosa c’entra questo qualcuno potrà dire con i mutui la rateizzazione e l’indebitamento. C’entra, in quanto buona parte delle persone o delle famiglie che non riescono più ad onorare i propri impegni lo fanno perché è radicalmente cambiata la situazione lavorativa di uno dei componenti o perché hanno anche esagerato con questi strumenti…... Vero è che vi sono forme di mutuo e rateizzazione evolute che permettono di restituire le somme spese anche con modalità diverse ( per tempi e quantità di danaro della rata) ma questo non è ancora così semplice e scontato. In altre parole è andato più veloce il mondo dell’acquistare frazionato che un nuovo mercato del lavoro legato ripeto ancora a schemi che si stanno rivelando superati piaccia o non piaccia. Un noto settimanale proprio questa settimana si occupa della vicenda con toni allarmanti. Non è mia intenzione farne il sunto, gli interessati potranno sempre acquistarlo e leggerlo. Con questo scritto volevo solo ribadire come le questioni quelle vere di interesse per le famiglie normali sono altre rispetto a quelle che in questi ultimi tempi balzano ai nostri occhi. Su questa materia già alcuni anni or sono feci una lettera unitamente ad una interrogazione ai Ministri competenti perché potesse rientrare nella fattispecie della pubblicità ingannevole tutta quella che cerca di confondere le idee al consumatore proprio sul tema rateizzazione e costo finale del bene. Allora chiesi che sempre e comunque il prezzo finale e totale del bene debba essere indicato nella sua interezza in maniera chiara e a caratteri più grandi rispetto alla singola rata nella quale deve essere inglobato ogni componente ed ogni costo aggiuntivo. Per essere chiari chiesi che in primis di un bene dovesse balzare all’occhio il prezzo finale e secondariamente in caratteri più piccoli il valore di ogni singola rata ma ripeto comprensiva di tutto (nulla escluso). In altre parole un bene costa 100 e può essere acquistato a rate 10 rate da 10. Il prezzo finale indicato deve essere poi quello comunemente applicato e non quello particolarissimo applicato a possessori di particolari carte di facilitazione o di fedeltà. Il 100 deve essere 100 per tutte le persone comuni. Su questa cifra poi nessuno può vietare di applicate facilitazioni ulteriori ( clienti più fedeli, possessori di certe tipologie di carte etc….) Anche questa fu una delle questioni in cui mi impegnai nella scorsa legislatura; purtroppo i tempi della politica italiana videro questa proposta rimanere indiscussa. Per correttezza morale è ovvio che non sono qui a sostenere che la colpa di quanto sta avvenendo sia esclusivamente dell’attuale Governo di Sinistra. Voglio rimarcare che questo è un problema reale pesante e che rischia veramente di far saltare non poche “aziende famiglia”. Su questo tema si misureranno i futuri Governi, a partire dall’attuale. Ad oggi non registro grande interesse ed impegno su tale tematica che ormai è conclamata. E’ sotto gli occhi di tutti non si può più fingere di non vedere. Da ultimo nella citata mia lettera ho anche parlato di un potere finanziario che è divenuto sempre più invadente e potente. Sino al decennio scorso esistevano delle Banche ancora a misura d’uomo” pensiamo allo spirito con cui sono nate le Banche Popolari che riuscivano a dare un volto al cliente e che come recitano le più disparate pubblicità non erano dei numeri. Oggi fusioni sempre più importanti e spesso a carattere internazionale rendono tutto più difficile. Il singolo, la famiglia (ma anche la piccola e media azienda ) spariscono e divengono solo dei granelli di sabbia. Su questo credo ci sia molto da meditare e da riflettere cosciente che la “patata bollente” c’è comunque la si giri e chiunque si troverà al Governo nei prossimi anni. Tanto vale cominciare a discuterne correttamente onestamente e senza pregiudizi ideologici o politici. Questo forse eviterebbe veri e propri drammi famigliari ed il proliferare di società al limite dello strozzinaggio specializzate nel prestare danaro a chi si trova in situazioni disperate. Senza poi parlare della patologia del fenomeno alias l’usura ben nota e conosciuta da anni.

Almeno su questo terreno, senza troppe speculazioni di carattere politico, proviamo a trovare una via di uscita Italiana che tenga conto della nostra realtà senza troppo copiare chi ha realtà totalmente diverse sia storiche che economico-culturali.

Gianpietro Scherini (x)

(x) Già Deputato

Gianpietro Scherini
Economia