DICO NEL CESTINO DELLA CARTA STRACCIA. SULLA SCRIVANIA I CONTRATTI DI UNIONE SOLIDALE, ACRONIMO CUS, INVENTATI A SORPRESA DAL SEN. SALVI.E DEPOSITATI IN SENATO
I DICO, E IL DUO BIPO,. HAN BALLATO UNA SOLA PRIMAVERA
Il titolo di un famoso film (di Arne Mattsson con Ulla Jacobsson, Folke Sundqvist, Edvin Adolphson tratto dal romanzo struggente Hon dansade en sommar di Per Olof Ekström) era “Ha ballato una sola estate”.
Han ballato una sola primavera invece l’invenzione del duo BIPO ossia delle “Ministre” Bindi e Pollastrini, i DICO, che era più che una proposta visto che l’8 febbraio scorso aveva avuto l’approvazione del Consiglio dei Ministri, come da comunicato ufficiale che riportiamo in appendice.
151 giorni per la verità molto travagliati persino tra i Ministri uno dei quali, il Guardasigilli Mastella, sosteneva che era stato un errore impegnare il Governo su un argomento che avrebbe dovuto essere lasciato alla iniziativa e alla dialettica parlamentare.
Volere o volare, con l’iniziativa di Salvi, una figuraccia. Non solo per le due ma per il Governo perché in ogni caso si tratta di una, obbligata per evitare guai seri, marcia indietro.
LA NOSTRA CONTRARIETA’
Noi in proposito avevamo preso contraria e netta posizione, fra l’altro rilevando come, sorprendentemente, il testo partorito dopo lunghi approfondimenti delle due “Ministre” aveva buchi clamorosi. All’ultimo momento si erano accorte che, di fatto, veniva consentita la poligamia. Nel correre ai ripari non erano però riuscite, come abbiamo dimostrato, a eliminare del tutto questo rischio. In secondo luogo con quel testo, di fatto, veniva teorizzato il ripudio. Citiamo questo due aspetti per evidenziare la lacunosità del lavoro svolto anche, e magari soprattutto, da consulenti e (?) espertiche avevano supportato Bindi e Pollastrini.
LA NOSTRA PROPOSTA ALTERNATIVA
Non ci eravamo limitati a criticare ma avevamo avanzato anche una serie di proposte, giudicate interessanti nella sua visita a Sondrio e riprese, anche in TV, da parte del segretario DC Rotondi.
In rapida sintesi i punti salienti:
1) Le coppie uomo/donna hanno matrimonio religioso, matrimonio civile, separazione, divorzio. Ce n’è a sufficienza e non occorre aggiungere niente. Ci fosse una straordinaria eccezione compete al giudice matrimonialista e divorzista decidere in merito.
2) Per gli altri c’è il Codice Civile, non il Libro primo “Delle persone e della famiglia” ma il Libro quarto “Delle obbligazioni”. In tal modo non si aveva il surrogato di matrimonio per un surrogato di famiglia, ma semplici patti contrattuali.
3) Il Comune non c’entra. Per noi doveva pensarci il notaio Ci hanno messo un po’ a capirlo, chissà che non capiscano anche le altre cose.
LA PROPOSTA DEL SEN.SALVI
Il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Cesare Salvi, ha presentato giovedì 12 una nuova proposta per le coppie di fatto: al posto dei DICO, arriverebbero i Contratti di Unione Solidale, acronimo CUS, con quattro articoli di modifica del Codice Civile e aNche di altre leggi.
Contratti per coppie sia eterosessuali che omosessuali sottoscritti con dichiarazione congiunta presso un giudice di pace (della zona di residenza almeno di uno dei due aspiranti: il giudice di pace dovrà tenere un apposito registro), o notaio.
Sono previsti questi diritti:
- all’assistenza sanitaria e penitenziaria
- alle facilitazioni per il cambiamento di sede di lavoro
- alla decisione sulla donazione degli organi del convivente
- a un quarto dell’eredità se il partner ha figli o fratelli
- alla metà se ha parenti fino al sesto grado e al totale negli altri casi.
- Il Cus potrà essere risolto di comune accordo, per decisione di uno dei componenti della coppia o per suo matrimonio. Non potranno stipulare questi contratti i minorenni, gli interdetti per infermità mentale, coloro che sono sposati, le coppie soggette a vincoli di parentela e chi sia stato condannato per omicidio o tentato omicidio del coniuge o del convivente del partner.
LE PROSPETTIVE
Questi CUS, come le prime reazioni indicano, sono certo meglio intesi rispetto ai DICO in quanto sono stati considerati una marcia, peraltro inevitabile, indietro. Accanto a dichiarazioni con persistenza di contrarietà (e per altro verso con persistenza di inammissibili richieste di un matrimonio-gay) c’è qualcuno possibilista. Così come formulata questa proposta di strada non ne farà molta ma il clima appare diverso perché indubbiamente ci si è accorti che forse è meglio non correr dietro a minoranze urlanti ma tener conto delle maggioranze silenziose. Oltre a tutto i dati ufficiali degli altri Paesi dimostrano che i numeri non sono affatto quelli “spampanati” per ingigantire ma sono molto, molto modesti. Sintomatico poi che il superamento dei DICO per soluzioni più soft venga proprio dal sen. Salvi, la cui posizione è alla sinistra dei DS e domani del Partito Democratico. Le reazioni sono state oggi sostanzialmente individuali. Vedremo nei prossimi giorni come reagiranno le forze politiche.
a.f.
A P P E N D I C E
DICO. IL COMUNICATO DEL GOVERNO DELL’8 FEBBRAIO
La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:
il Consiglio dei Ministri (n. 38) si è riunito oggi, 8 febbraio 2007 alle ore 17,30 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente del Consiglio, Romano Prodi.
Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Letta.
Il Consiglio ha esaminato e approvato, su proposta del Ministro per i diritti e pari opportunità, Barbara Pollastrini, e del Ministro delle politiche della famiglia, Rosy Bindi, un disegno di legge in materia di diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi (DICO). Il provvedimento si pone l’obiettivo di tutelare i soggetti più deboli nella convivenza, superando così disparità e disuguaglianza tra cittadini.
Nel rispetto degli art. 2 e 3 della Costituzione, il disegno di legge chiarisce e precisa i diritti e i doveri delle persone, anche dello stesso sesso, che hanno dato vita a convivenze stabili, legate da vincoli affettivi, di solidarietà e reciproca assistenza; pertanto le uniche limitazioni sono riferite all’esistenza di vincoli matrimoniali, di parentela (in linea retta), affinità, adozione e simili. Viene inoltre escluso che la legge si applichi a chi coabiti in forza di un rapporto di lavoro.
I diritti riconosciuti e attribuiti dal disegno di legge, e i conseguenti doveri, discendono dalla situazione di convivenza provata mediante certificazione anagrafica, fatta salva la possibilità di provare il contrario.
Alcuni diritti – quali l’assistenza in caso di malattia o ricovero dell’altro convivente, la possibilità di prendere decisioni in materia di assistenza sanitaria o in caso di morte, la riduzione dell’imposizione fiscale in caso di successione testamentaria – sono immediatamente esercitabili; altri diritti – la possibilità di successione legittima, le agevolazioni in materia di lavoro o la possibilità di subentro nel contratto di locazione in caso di morte o di cessazione della convivenza – sono invece legati ad una durata minima, variamente determinata.
Chi già convive potrà, entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge, dimostrare che la sua convivenza è iniziata prima, per l’esercizio di quei diritti che presuppongono una durata minima (salvo quelli previdenziali, che comunque saranno definiti in sede di riordino complessivo del sistema).
Fra i doveri, in ambito di una situazione di assistenza e solidarietà materiale e morale, è espressamente previsto l’obbligo di prestare gli alimenti in favore del convivente che versi in stato di bisogno, al termine di una convivenza iniziata da almeno tre anni.
Nel rispetto dell’art. 29 della Costituzione e nella linea già tracciata dalla giurisprudenza costituzionale, il disegno di legge non prevede alcun nuovo istituto giuridico o strumento amministrativo che possa ledere i diritti della famiglia o prefigurare istituti paramatrimoniali.
Il testo del disegno di legge sui diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi sarà pubblicato sul sito del Governo non appena sarà ufficiale.
La seduta ha avuto termine alle ore 18,25. 8 Febbraio 2007