NEGLI STATI UNITI SI PARLA ITALIANO

La barzelletta illustra benissimo le capacità linguistiche dell’americano medio.

Cos’è un trilingue? Una persona che parla tre lingue.

Cos'è un bilingue? Una persona che parla due lingue.

Cos’è un monolingue? Un americano.

Benché gli Stati Uniti siano un paese di immigrati che rappresentano tutte le lingue del mondo, quando si tratta di conoscenze linguistiche gli americani soffrono di monolinguismo. Dati recenti della Modern Language Association (MLA) rivelano però che gli studenti universitari americani si stiano sprovincializzando. Dal 2002 al 2006 il numero di studenti americani che hanno seguito corsi di lingue straniere è aumentato del 13%. Un balzo degno di nota causato soprattutto dall’interesse alle lingue asiatiche e l’arabo che sono aumentati notevolmente. Il cinese ha registrato un incremento del 51% e l’arabo del 126%.

L’interesse per le lingue europee è aumentato anche ma di poco eccetto per l’italiano. Il francese e il tedesco, in continua discesa nei sondaggi precedenti, hanno frenato e si sono ripresi (2% il francese, 3% il tedesco). Nel caso della nostra lingua si tratta invece di un aumento significativo del 22%, quasi un ripetizione dell’aumento fra il 1998 e il 2002. Ciò che è anche importante sono i numeri precisi dato che l’italiano si è avvicinato al tedesco (78,368 unità per la lingua di Dante, 94,264 per quella di Goethe). L’italiano si trova insieme all’American Sign Language (Lingua dei segni americana) ora al quarto posto dopo lo spagnolo, il francese e il tedesco.

Naturalmente la stampa americana si è concentrata sugli incrementi del cinese e dell’arabo, lingue considerate politicamente indispensabili nelle relazioni internazionali soprattutto per i tragici eventi dell’undici settembre. Nel caso dell’italiano l’incremento si spiega diversamente. Ci sono naturalmente studenti che si interessano all'arte e naturalmente la nostra lingua è quasi un sine qua non per lo studio di questo soggetto, considerando i contributi italiani. Lo stesso vale anche per la musica. L'influenza italiana in questo campo è così forte che moltissimi termini inglesi usati nella musica sono italiani anche se qualche volta vengono pronunciati un po' diversamente. Altri studenti si interessano alla moda italiana e naturalmente anche qui sarebbe difficile immaginare uno studio serio di questo soggetto senza la lingua di Dante. Vi sono anche alcuni il cui cognome "tradisce" le loro radici italiane e che vogliono riscoprire la lingua perduta dai loro genitori, i quali, come seconda generazione di immigrati, hanno abbandonato l'italiano per concentrarsi sull'inglese per ragioni pratiche.

Nella mia scuola una buona parte degli studenti di italiano sono ispanici, in maggioranza messicani, i quali già parlano inglese e spagnolo e vogliono imparare un'altra lingua. Scelgono l'italiano invece del francese perché la nostra lingua è più vicina alla loro anche se è abbastanza lontana da classificarsi come lingua straniera. In generale, questi studenti vedono l'italiano come lingua di prestigio (al livello del francese) e alcuni si interessano al calcio e conoscono i nostri giocatori più famosi.

Che il nostro paese interessi gli studenti universitari americani lo rivela anche il folto numero che sceglie di studiare in Italia. Dati di un sondaggio del 2004-05 rendono evidente che l’Italia è il paese che più attrae gli studenti americani (24,858 Italia, 20,806 Spagna, 15,374 Francia). L’unico paese ad attirare più studenti americani è la Gran Bretagna (32,071) ma ciò si può spiegare facilmente mediante la lingua comune fra i due Paesi.

Naturalmente questo interesse al nostro paese contribuisce anche all'economia italiana dato che questi studenti eventualmente vengono in Italia spendendovi parecchie migliaia di dollari. Il governo italiano dovrebbe incrementare i sostegni alle scuole e soprattutto ai docenti i quali sono naturalmente responsabili, almeno in parte, per questa crescita dell’italiano nelle università americane. Lo stesso sostegno dovrebbe essere naturalmente accordato agli organi di stampa che mantengono vibrante la lingua italiana negli Stati Uniti. Ciò che importa di più è ovviamente il ponte comunicativo e culturale che si crea fra americani e italiani dato che questi studenti e futuri visitatori dell'Italia riportano in America ricordi positivi che poi passano ai loro amici e conoscenze. Questi legami si estendono eventualmente anche nel mondo politico e possono recare contributi alla pace del mondo.

Domenico Maceri (x)

(x) PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications. dmaceri@gmail.com),

Domenico Maceri (x)
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