ARGOMENTO PROPOSTO DA Francesco FERRARA (x) : MALEDICIAMO

(e nostra nota)

Bene. Adesso sappiamo che il Commissario Prefettizio ha esclusivamente il compito di sorvegliare le situazioni in itinere (vedi Il Giorno venerdì11.01.08), ovvero non entra nel merito delle decisioni, sorveglia affinché le cose si svolgano nei tempo e nei modi (e nei costi?) stabiliti.

Ovviamente l'Ufficio Tecnico di Sondrio procede quando l'iter amministrativo è concluso e ci pare di capire, dalle dichiarazioni, che le cose dai politici non siano state fatte molto bene.

Quindi il destino, della P.zza Garibaldi, con tutto ciò che ne consegue è affidato a chi deve stabilire se i "boccioni" trovati scavando, sono beni culturali o semplici "boccioni".

Solo successivamente si stabilirà se la piazza deve diventare una porcheria o il salotto buono.

Sappiamo per esperienza che qualunque cosa venga definita dai progettisti, verrà ritenuta da alcuni bella, da altri brutta. Il livello di cultura con il quale si giudica è talmente diverso…..Questo aspetto non ci interessa maggiormente di quanto interessa gli altri cittadini.

Noi di Sondrio Accesa facciamo altre e diverse considerazioni.

A nord dell'asse Trento-Trieste esistono soggetti diversi e di vario tipo: commercianti, artigiani, uffici pubblici, notai, avvocati, commercialisti, sindacati, banche, assicurazioni, ristoranti, bar ed esercizi pubblici, alberghi, ecc.. Il complesso, per funzionare, necessita della corretta sistemazione del naturale snodo rappresentato dalla P.za Garibaldi.

Essendoci il "buco", invece, la P.zza Garibaldi non smista più migliaia di utenti verso le loro destinazioni. La situazione è resa ancora più grave, dall'ulteriore blocco del mercato, il mercoledì ed il sabato, giorni nei quali, la carenza di posteggi diventa maggiore, paralizzando così l'attività di tutti gli utenti per i quali la disponibilità dei servizi è indispensabile.

Avviene così, come sta avvenendo dal settembre 2006, che il sistema va in necrosi, si spegne: muoiono inizialmente alcuni suoi elementi e via via sempre più unità.

Questo, è bene che si sappia: è ciò che sta avvenendo!

In questo anno e mezzo decine sono le aziende chiuse o fallite, e sull'orlo del collasso ve ne sono centinaia.

Le centinaia di aziende e le migliaia di persone che non possono più permettersi una vita normale, a causa delle difficoltà economiche, agiscono da elemento negativo anche per gli altri imprenditori, compresi quelli collocati lontano dalla piazza. Nessuno creda di essere fuori da questo disastro, in quanto i miopi e deboli pensieri sintetizzabili nel "mors tua, vita mea"non avrebbero senso.

Fatte queste premesse e precisato che non è ammissibile, non è da paese civile una paralisi della durata di un anno e mezzo, formuliamo alcune brevi considerazioni circa le responsabilità di questo sfascio.

Sul punto delle due l'una:

1. L'amministrazione che ha messo in cantiere l'opera, non ha curato, come era suo preciso dovere, anche i minimi particolari, l'iter del procedimento amministrativo che doveva essere perfezionato e concluso (ripetiamo anche nei particolari minimi) prima di dare inizio ai lavori.

2. i "boccioni" e le preziose opere di ingegneria che i lavori hanno messo in luce hanno, con la loro scoperta (e solo allora), determinato la necessità di nuove e diverse autorizzazioni.

Nel primo caso, coloro che hanno fatto il danno sono fuggiti, si sono dimessi e non crediamo che sia utile indicare solo nella persona del sindaco l'unico capro espiatorio, insieme a lei malediciamo il nome di tutti coloro che sono corresponsabili e di tutti i partiti che l'hanno sostenuta.

Ma torniamo un passo indietro ho usato un temine forte "malediciamo".

Francamente è quello che facciamo, tutti i giorni.

Essendo diventati centinaia, posso qui riassumere quello che sento durante le ns. riunioni.

La frustrazione quotidiana, la preoccupazione continua, la fine dei sogni sui quali si è lavorato in tanti una vita, i risparmi che se ne vanno in fumo, le merci che si trasformano in cenere, i posti di lavoro distrutti, beni immobili costati sacrifici a generazioni di lavoratori, i macchinari che sono costati decenni di mutui, aziende che vedono andare in fumo e spegnersi il loro valore, le banche che piano piano divorano i tuoi beni, i parenti che si svenano per aiutarti e bruciano la liquidazione, vendono il prato, vendono la casa.

Bè, Buon Dio questi fatti suscitano sentimenti forti e coloro che con le loro azioni hanno causato tutto questo, non possono aspettarsi che ci passiamo sopra, non possono aspettarsi che ne diciamo bene.

Ne diciamo male. Li malediciamo.

In Italia, vige un mostruoso sistema, secondo il quale tutti coloro che hanno potere possono fare male, molto male, senza pagare le conseguenze e non sarà facile, pertanto, rivalerci anche se tenteremo.

Se fossimo in un paese civile, far pagare il massimo prezzo ai responsabili della distruzione del ns. lavoro, dei ns. sogni sarebbe normale e ciò funzionerebbe da esempio per tutti, in Italia no!

Un paese civile spazzerebbe via quei politici che governano così male.

Un paese civile non ci proporrebbe le stesse persone, gli stessi partiti: in Italia può invece accadere (e accade spesso).

E allora noi che possiamo fare?

Dobbiamo forse fare come in altre parti d'Italia: usare la forza? Fare sfracelli?

Non vorremmo essere costretti neppure a pensarci.

Ci resti almeno la possibilità di maledire, di dire male di coloro che con le loro sconsiderate azioni, dettate dalla loro vanità e dalla loro prepotenza ci fanno soffrire così tanto e tanto a lungo.

Nel secondo caso valgano, con le opportune variazioni, sostanzialmente le medesime considerazioni seppure riferite a soggetti diversi.

Il un paese civile non sarebbe tollerato che, in una situazione tanto semplice e chiara (quindi di facilissima ed altrettanto semplice risolvibilità), gli enti competenti (e cioè i funzionari competenti) non emettano, in un anno e mezzo, il provvedimento che consenta la ripresa e l'ultimazione dei lavori. In questa seconda ipotesi malediciamo colui o coloro (parrebbero essere le sovrintendenze facenti capo alla direzione generale) i quali con la loro incapacità e negligenza hanno lasciato e lasciano imputridire una situazione che poteva essere affrontata e risolta in tempi brevissimi (di giorni).

Ciò che ci preme precisare, per concludere, è che non intendiamo più tollerare e magari porgere l'altra guancia. Vogliamo reagire con forza.

Ci sia almeno consentito augurare tutto il male possibile, lo stesso che stiamo subendo noi, all' ex sindaco di Sondrio e via via agli assessori, ai consiglieri comunali che sorreggevano quella maggioranza, ai partiti politici che li hanno sostenuti, ai segretari cittadini dei partiti che li hanno sorretti o al funzionario (o ai funzionari) che non ha fatto (o che non hanno fatto), il suo (loro) dovere.

Auguriamo loro che soffrano, nel campo del lavoro, nel campo dei sentimenti e della salute quanto stiamo soffrendo noi, che siamo vittime innocenti delle loro colpe.

(x) Presidente di Sondrio Accesa

Nostra nota

Sia consentita una chiosa. E' comprensibile lo stato d'animo degli operatori, - e non solo per Piazza Garibaldi in quanto è l'intera città in serie difficoltà, come del resto da tempo sottolineiamo - ma vorremmo sommessamente invitare a sostituire il ter4mine "maledire" con "criticare", e a incanalare il coacervo di sentimenti che può essere anche definito rabbia in termini positivi. Meta: le prossime elezioni. Torneremo comunque in argomento (ndr).

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