TIBET UNA QUESTIONE CINESE CHE RIGUARDA IL MONDO

Non posso che partecipare emotivamente alla grave situazione che sta riguardando il Tibet in queste ore a seguito delle tensioni con la Cina. Ricordiamo che il Tibet è una splendida zona montuosa hymalaiana invasa dalla Cina ed annessa al territorio della Repubblica popolare Cinese. In questi decenni la Cina ha cercato in tutti i modi di "integrare" il Tibet ricorrendo anche a deportazioni di massa della sua popolazione. Questo territorio è particolarmente ricco di acqua e di materie prime ed è caratterizzato per la sua storia religiosa il buddismo. La massima autorità religiosa del Tibet il Dalai Lama è stato costretto a fuggire in India per scampare alla dura repressione a seguito della conquista cinese. Avendo avuto l'opportunità di visitare sia il Tibet che la parte Hymalaiana dell'India mi sento ancora più coinvolto nella vicenda che purtroppo sta insanguinando in queste ore questa zona del mondo mirabilmente descritta nel libro del noto alpinista Heinrich Harrer ( primo salitore della parete Nord dell'Eiger ): sette anni nel Tibet da cui è stato tratto un famosissimo film. In materia sono stati poi scritti altri libri che toccano questa stupenda terra incuneata tra le montagne più alte della terra e la sua peculiarità religiosa, rendendola nota al grande pubblico di tutto il mondo.

La questione Tibetana anche se di stretta pertinenza politica ed amministrativa di una delle più grandi e popolate nazioni, non può essere considerata di competenza solo di questa nazione, ma ritengo debba riguardare il mondo intero a cui la Cina ed il suo regime già comunista ( ed oggi mi auguro sempre più rivolto alla democrazia) dovrà rendere conto di questo che sempre più sta diventando un genocidio contro una popolazione.

Credo che tra le molte questioni addotte come pretesto per questa gravissima repressione la più sconcertante è quella di sostenere che i monaci buddisti siano dei veri e propri soldati agli ordini del Dalai Lama in procinto di sovvertire l'ordine. Visitate i loro monasteri nell'India e nel Tibet stesso e vi renderete conto di come questo non sia affatto aderente alla realtà. Stiamo parlando di una delle forme più tolleranti di religione con dei principi ben lontani dalla lotta armata.

Sono ancora vivi in me quei paesaggi Tibetani ma anche quelli del nord dell'India dove sono fuggiti buona parte dei monaci buddisti per evitare la persecuzione. Lo stesso Dalai Lama vive oggi in esilio a Daramshala e tiene i suoi insegnamenti in India e nel mondo salvo il poter ritornare nella sua patria il Tibet ( oggi Cina). Parimenti non posso dimenticare la menzogna della nostra guida cinese sul fatto che si stessero ricostruendo i monasteri in Tibet ( in quanto considerati oggi di grande attrattiva turistica) distrutti e danneggiati "dai monsoni" e non come ovviamente è avvenuto dalle cannonate cinesi! E che dire del divieto pieno e totale della diffusione di qualunque fotografia o ritratto del vero Dalai Lama, sostituito da altro Dalai Lama nominato dai cinesi perché a loro più vicino politicamente.

Quella terra hymalajana mi ha sempre ricordato in qualche modo la mia Valtellina anche se gli spazi sono decisamente differenti. Altro particolare per integrare ancor di più il Tibet alla Cina sui è addirittura realizzata in pochissimi anni la tratta ferroviaria più alta al mondo la Pechino Lasha che supera passi a oltre Cinquemila metri di quota, con vetture pressurizzate.

Speriamo che in queste ore prevalga il buon senso e che il grande esercito Cinese non dia la vile prova di scagliarsi su dei monaci colpevoli solo di portare avanti la loro religione e la loro tradizione culturale basate sul rispetto del prossimo e sulla pace!

Grande responsabilità è stata altresì dimostrata dal Dalai Lama che non ha voluto assolutamente utilizzare questi disordini di Lasha ( la capitale del Tibet) per spingere le nazioni del mondo a boicottare le Olimpiadi di Pechino, avendo capito che talvolta lo sport può arrivare dove la diplomazia fallisce!

Quindi massima solidarietà nei confronti dei monaci Tibetani e che si trovi una via di uscita diplomatica.

Gianpietro Scherini (x)

(x) Già Deputato al Parlemento

Gianpietro Scherini (x)
Politica