ABORTO, L'EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE È UN FALSO RIMEDIO

Spesso quando si parla di aborto si sente dire che ci vorrebbe l'introduzione dell'educazione sessuale nelle scuole. Secondo noi questa non è la priorità se l'obiettivo è far diminuire in maniera consistente questo terribile fenomeno. E' vero che sono purtroppo numerose le giovanissime che decidono di interrompere la gravidanza, ma è anche vero che c'è una larga fetta di aborti che nulla ha che vedere con la gioventù e l'impreparazione. Tante volte a ricorrere all'interruzione di gravidanza sono donne che non saprebbero come prendersi cura di un figlio perché prive di sostegno e di mezzi. Crediamo che proprio da queste donne, che magari un figlio lo vorrebbero, bisognerebbe ripartire per combattere l'aborto. "La priorità è quella di cercare di risolvere quei problemi socio-economici alla base del fenomeno", ha affermato la presidente del Moige Maria Rita Munizzi. "C'è ad esempio un sistema fiscale ingiusto, che non aiuta i genitori a costruire e mantenere la propria famiglia. Non esiste una politica della natalità, e lo Stato, e questo è il paradosso, spende fra i dieci ed i quindicimila euro per ogni interruzione di gravidanza, mentre dovrebbe offrire almeno la stessa cifra a chi decide di portare a termine la gravidanza, garantendo così una parità di trattamento economico per ambedue le scelte. Inoltre, sempre in termini di prevenzione, crediamo sia giusto aprire i consultori all'associazionismo, in quanto scelte di un determinato genere potranno essere condivise così con chi si occupa tutti i giorni dei problemi legati alla vita familiare, e potrà offrire utili consigli alle donne in difficoltà. Questa è la strada da seguire, queste le priorità".

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