QUANDO I REPUBBLICANI AUMENTANO LE TASSE

Subito dopo avere ricevuto la dichiarazione di sostegno di George Bush Sr., il senatore John McCain promise di non "aumentare le tasse". Fu uno sbaglio perchè la vicinanza fisica di George Bush ricordò naturalmente la promessa non mantenuta del quarantunesimo presidente di non aumentare le tasse nel 1989. McCain manterrebbe la sua?

Un vero repubblicano non può permettersi il lusso di aumentare le tasse. Le tasse vanno sempre tagliate. E per non pochi McCain non è un vero membro del GOP. Le sue vedute sull'immigrazione per esempio sono una "macchia" che lo squalificano dall'etichetta di repubblicano verace.

Ciononostante, l'impossibilità di aumentare le tasse per i repubblicani è solo un mito. L'icona del Partito Repubblicano, Ronald Reagan, aumentò le tasse non una ma due volte quando era governatore della California. Nessuno però si permetterebbe di dire che il Gipper non era un vero repubblicano.

La stessa "legge" non si applica agli altri repubblicani. Durante uno dei tanti dibattiti repubblicani nelle primarie di quest'anno, Mitt Romney, il quale ha abbandonato la corsa, accusò McCain di "impurità" repubblicana perchè il senatore dell'Arizona aveva votato contro i tagli alle tasse del presidente attuale George Bush. McCain spiegò che nella storia americana le tasse non sono mai state tagliate in periodi di guerra. Una risposta logica e responsabile ma non consona alla "religione" repubblicana sulle tasse.

Naturalmente i tagli alle tasse e i costi della guerra in Iraq hanno creato deficit stratosferici che il prossimo presidente dovrà affrontare. Se McCain risiederà nella Casa Bianca ci sarà un po' più di responsabilità fiscale di adesso ma la sua avversione agli aumenti delle tasse lascia poco da sperare eccetto deficit notevoli. Se invece un democratico sarà il nuovo presidente, la storia recente ci indica che il bilancio sarà risanato. Ecco cosa successe con Bill Clinton, presidente dal 1993 al 2001. Il residente attuale della Casa Bianca, invece, ha ereditato un surplus e nell'ipotesi più ottimista si può solo sperare una riduzione e non l'eliminazione del deficit fra tre o quattro anni.

Tornando un po' indietro nella storia, lo stesso tipo di deficit si era creato durante la presidenza di Ronald Reagan, fra il 1981 e il 1989. In effetti, i presidenti repubblicani parlano di responsabilità fiscale ma fanno ben poco oltre a creare deficit. Ciò in realtà fa parte integrale dell'ideologia del loro partito. Più vuote sono le casse del tesoro, meno programmi sociali si possono offrire, lasciando il campo libero all'iniziativa privata.

Ma se Ronald Reagan professava una cosa e poi ne faceva un'altra, bisogna riconoscere al Gipper, come ha fatto notare anche Barack Obama recentemente, di avere cambiato la traiettoria politica dell'America. Reagan riuscì con i suoi slogan a creare un clima anti-governo e anti-tasse che tuttora deve essere affrontato sia dai repubblicani che dai democratici. I repubblicani devono promettere sempre tasse più basse. I democratici devono assolutamente evitare l'idea di parlare di tasse perché le accuse di "tax and spend", tassa e spendi, sono sempre pronte ad uscire dalla bocca dei repubblicani.

La paura di fare vedere solo il lato negativo delle tasse è uno dei notevoli successi del partito repubblicano. I democratici hanno fallito e continuano a fallire nel chiarire che il governo può e deve avere un ruolo importante nella vita dei cittadini specialmente per quanto riguarda i bisogni fondamentali come la sanità. E ovviamente bisogna pagare. Malgrado il fatto che i sondaggi rivelano che il 65% degli americani è adesso favorevole a un sistema di sanità universale stile Medicare anche se ciò richiede un aumento di tasse, i due candidati democratici alla presidenza parlano timidamente di ampliare la sanità privata onde coprire tutti. Un sistema di sanità stile Canada e Europa fa paura in quanto troppo socialista.

La filosofia repubblicana del governo come problema e ladro che ruba i soldi dalle tasche dei cittadini mediante le tasse è una favola alla quale ci si crede a seconda del politico. Se i democratici alzano le tasse, i repubblicani li attaccano come nemici del popolo. Se un repubblicano moderato come George Bush Sr. alza le tasse viene rimproverato ma eventualmente perdonato. Se un vero repubblicano con forte personalità come Ronald Reagan aumenta le tasse nessuno lo ricorda. È un talento raro. Di questi giorni non ci sono politici del genere.

Domenico Maceri (x)

(x) dmaceri@gmail.com, PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications.

Domenico Maceri (x)
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