ARGOMENTI PROPOSTI DA Mario PULIMANTI: 1) CRONACA DI UN FOLLE 2) BUONFIGLIO

Ho sempre creduto di avere un romanzo in testa.

Pensavo che la svolta del mio destino, il mio colpo di fortuna, mi avrebbe consentito di scriverlo.

Ho scarabocchiato migliaia di frasi banali in questi mesi, e non riesco a trovarlo.

Non c'é.

Se c'è, é nascosto.

E così mi converrà buttare giù i miei ricordi.

La mia confessione.

Non sono tipo da vantarmi delle mie doti ben sapendo che la superbia può trasformarle in debolezze.

Vado a messa diverse volte in una settimana, cercando forse il consiglio divino per i problemi terreni del genere umano.

Non sono mai stato potente. Però sono stato senza potere. Chi ha il potere e chi non ne ha sono gli unici a sapere la verità. Chi sta nel mezzo è troppo annebbiato dai sentimenti per sopportarla.

Dall'ottantaquattro mi trovo a Ostia, nel cuore dell'Italia. Questa sarà la mia ultima battaglia, l'atto finale di un'esistenza passata ad attaccare e a essere attaccato. Sono stanco, ho 52 anni, però è come se ne avessi vissuti ottanta, corpo e testa non potranno resistere ancora per molto.

Ho raccontato ad un mio amico che sono un maniaco omicida uscito da un manicomio criminale grazie a un cavillo giuridico. Per questo, secondo me, mi abbraccia ogni volta che ci vediamo: vuole farmi vedere che mio è amico oppure vuole accertarsi che io non abbia addosso un' arma.

Non sono sicuramente un lettore con la puzza sotto il naso perché, accanto a molti classici, gli scaffali della mia libreria sono pieni di romanzi di evasione.

Alzo gli occhi e guardo mio fratello. Stefano, in piedi accanto al muro, mi scruta perplesso. Poi mi abbraccia. "Sei il mio fratellone, no?". Con le mani appoggiate ai braccioli del divano, Antonella si rimbocca il vestito. Antonella, di noi tre, è quella anomala. Magra, con un'espressione costantemente tesa, animata, come mamma, da sprazzi di vera energia.

Sono di buonumore; nel giro di pochi minuti uscirò con Stefano a godermi il sole, dopo una giornata di lavoro.

Incontriamo un tossico. Un tossico vero. Va fuori di testa. Discorsi mistici. Jonesco puro. D'impulso rispondo: "Non importa che la tua fede discenda da Geremia e da Gesù, da Allah e da Maometto, o da Brama e Buddha, qualcuno ti dirà che sbagli e per questo ti combatterà". Fa un ampio sorriso. E se ne va. "Che vuoi dire?" fa Stefano. "Cavolo ne so.

Era lì che parlava e mi è venuta in mente questa risposta."

Stefano apre un pacchetto di sigarette. Ne accende una. Fa una risata sonora, con il fumo che gli esce dalla bocca e dalle narici. "Gli integralisti sono pazzi" dice. "Meglio evitarli. Mi ci è voluto tanto per impararlo, ma ci sto arrivando" rispondo sorridendo. "Bene. Spero che ce la farai". E mi da un colpetto sulla spalla facendomi un cenno d'intesa.

Il tempo è stupendo. Mi sento bene. Sono circa le sette del pomeriggio quando ci fermiamo su una panchina di fronte al Pontile. Ostia è bellissima a quest' ora del giorno. Prendo un giornale della free- pass, dimenticato da qualcuno. Nelle sue pagine leggo che l'AIDS continua a mietere milioni di vittime in Africa e, in un altro articolo, che in quel continente le guerre civili ne mietono altri milioni. Mezzo mondo vive nella più completa povertà, si osserva in un'altra pagina, migliaia di bambini muoiono ogni giorno perché migliaia di bambini muoiono ogni giorno perché non hanno nulla da mangiare. Metto giù il giornale.

Ci saluta un musulmano. Lavora sotto casa mia, a un autolavaggio dove spesso porto la mia macchina. Dice: "gli ebrei sono gente del Corano. Come Gesù, che è riconosciuto come un profeta molto importante dall'Islam ma non è un dio. Esiste un solo Dio e soltanto Maometto ha comunicato al popolo la vera parola di Dio. Ma David e Ibrahim, che voi chiamate Abramo, sono importanti profeti per l'Islam e noi li rispettiamo per ciò che hanno fatto. Sono stati Ibrahim e suo figlio Ishmael a costruire la Kaeeba e a imporre la pratica dell'Haji, il pellegrinaggio alla Mecca." Comincio a spazientirmi. "Grazie per la lezione di teologia, ma tutto questo cosa c'entra con il mio saluto?"

Va via. Offeso. Un'amica mi raggiunge e rimane in piedi accanto a me. E' struccata; il suo viso è luminoso e delicato. Indossa jeans e una t-shirt. Porta dei sandali aperti. "Spero che tu non mi consideri troppo spregiudicata se ti invito a cena stasera". "A cena?" La guardo come se avessi scarsa familiarità con la lingua parlata dalla ragazza. Mi dice: "Più siamo diversi e più siamo uguali". Sciocchezze buddiste. Declino l'invito. Non mi ha rubato il cuore. Tengo fermo il timone dell'Enterprises.

Rientriamo a casa. Stefano si avvicina al carrello dei liquori e si prepara un bicchierone di whisky. Con soda. Per me vodka tonic. "Sta andando tutto bene?" dice Simonetta con un sospiro, abbassando la testa. Non so cosa fare. Penso di abbracciarla, ma cambio idea. Rimango seduto con il mio imbarazzo. La guardo a bocca aperta. "Non preoccuparti" dico. Il suo sguardo si distende. Sorride e mi stringe il braccio. Risponde al cellulare. Mmmh, quanto è buona questa vodka! Stefano annuisce, guardandosi il drink.

Dalle finestre aperte davanti a me vedo il buio che scende su Ostia. Entra un venticello caldo profumato di mare. Ormai l'estate è quasi arrivata.

2) BUONFIGLIO

Appena giunto a casa, accendo la tivvù.Vengo così a sapere che ci sono 37 sottosegretari e nessun viceministro. L'annuncio è stato dato al termine del Consiglio dei Ministri. Il numero dei componenti del Governo è arrivato così a 60, come previsto dalla legge Bassanini. 40 in meno rispetto al governo Prodi. Antonio Buonfiglio, stretto collaboratore di Gianni Alemanno, nel quinquennio in cui il nuovo Sindaco di Roma è stato Ministro dell'agricoltura, e' ora stato nominato unico sottosegretario del Ministero agricolo. Buonfiglio, responsabile del Dipartimento Agricoltura di Alleanza nazionale, è stato presidente dell'Agenzia per le erogazioni in agricoltura. Antonio Buonfiglio è nato Roma il 2 novembre del 1968. Laureato in Giurisprudenza, svolge l'attività di avvocato. Nel 2006 è eletto alla Camera dei deputati per Alleanza nazionale. Esco sul balcone. Rimango per un pezzo a contemplare l'orizzonte dall'alto. Rido di gusto. Bé, sì, lo ammetto. Sono contento. Altroché!

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