SANITÀ USA: TRE PROGRAMMI IMPERFETTI
"Non ci possiamo permettere di dare un terzo mandato a George Bush". Ecco come Barack Obama ha descritto un'eventuale vittoria di John McCain. Naturalmente il legame McCain-Bush non è così semplice ma per quanto riguarda il programma della sanità il senatore dell'Arizona rimane molto vicino all'attuale residente della Casa Bianca. Obama e Hillary Clinton, i due candidati ancora in lizza alla nomina del Partito Democratico, hanno ambedue programmi di sanità preferibili ma non ideali.
Nonostante le ovvie differenze fra i tre programmi nessuno si sposterebbe dall'insistenza sulle assicurazioni private. In questo rispetto McCain rimarrebbe il più conservatore. Il candidato repubblicano all'elezione di novembre offrirebbe una "tax deduction", uno sconto tributario di 5.000 dollari a famiglia o 2.500 per individui con cui acquistare l'assicurazione medica privata. I soldi risparmiati dalle tasse non sarebbero sufficienti per un'assicurazione decente dato che ci vogliono 12.000 dollari per un'assicurazione privata per famiglia e 4.500 per un individuo. E naturalmente non tutti i 47 milioni di americani senza assicurazione potrebbero fare uso dello sconto tributario dato che guadagnano troppo poco. L'altro svantaggio del piano di McCain consiste dal fatto che coloro che attualmente ricevono l'assicurazione dai loro datori di lavoro dovrebbero pagare le tasse su questo beneficio mentre fino ad adesso ne sono esenti.
I piani dei due candidati democratici insistono anche sul privato ma sono più "generosi" in quanto ambedue offrirebbero un sussidio governativo a persone di reddito modesto. Nel programma di Clinton tutti dovrebbero avere l'assicurazione. Obama sarebbe meno restrittivo ma costringerebbe i genitori ad acquistare l'assicurazione per coprire tutti i bambini. I costi sono ovviamente diversi, 60 miliardi di dollari per il programma di Obama e 110 per il programma dell'ex first lady.
Tutti e tre programmi sono "timidi" ed anche se non dettati dalle lobbie delle assicurazioni private naturalmente non sarebbero contrari agli interessi corporativi. Negli Stati Uniti c'è una grande paura quando si sente che il governo si intromette nella sanità dei cittadini. Ciò è strano considerando che in America la sanità sotto molti aspetti non funziona per tutti.
Gli aumenti stratosferici dei costi negli ultimi dieci anni ed i risultati qualitativi non sono incoraggianti. Un articolo del New York Times ha comparato le spese sanitarie degli Stati Uniti con quelle del Canada, la Francia, l'Australia e la Gran Bretagna usando dati della Organization for Economic Cooperation and Development. Gli Stati Uniti spendono 6.102 dollari l'anno per ogni cittadino, il doppio degli altri paesi nello studio. La mortalità dei neonati in America è la più alta nei paesi in considerazione (6,9 per 1.000 nascite in Usa, 5.9 in Gran Bretagna). Per quanto riguarda la speranza di vita in America è 77, 5 anni, la più bassa dei paesi comparati (la più alta è in Australia, 80,6 anni).
Gli aumenti dei costi forzano alcuni anziani a scegliere fra cibo o medicine. Ciò ha aperto gli occhi a tutti sulla cupidigia delle aziende farmaceutiche. Inoltre il costo delle medicine, molto più basso in Canada ed in altri paesi, ha dimostrato che il sistema "socialista" funziona. Ecco perché il 65% degli americani è ora favorevole a un sistema di sanità universale stile Medicare, la sanità governativa per gli anziani, mentre solo il 35% crede che bisogna insistere sul sistema di assicurazione privata.
Perché dunque tutti e tre i programmi che i candidati presidenziali hanno offerto non sembrano riflettere i veri bisogni e i desideri dei cittadini? Hillary Clinton ne sa qualcosa personalmente. Nel 1992 l'allora first lady propose un piano di sanità governativa ma fu massacrata dalle lobbie delle compagnie di assicurazione. Il potere delle lobbie è straordinario e si può dunque parlare di un monopolio dell'iniziativa privata.
Il miglior programma di sanità lo aveva annunciato John Edwards, ex senatore del North Carolina, il quale abbandonò la corsa alla Casa Bianca alla fine del gennaio scorso. Il programma di Hillary Clinton è il preferibile dei tre in discussione ma sembra che anche lei abbandonerà la corsa eventualmente. Rimane il programma di Obama, ancora meno buono, ma la migliore speranza perché se McCain dovesse conquistare la Casa Bianca le aziende delle assicurazioni private celebrerebbero l'evento mentre i 47 milioni di americani senza diritto alla sanità aumenterebbero di certo.
Domenico Maceri (x)
(x) PhD della Università della California a Santa Barbara, è docente di lingue a Allan Hancock College, Santa Maria, California, USA. I suoi contributi sono stati pubblicati da molti giornali (International Herald Tribune, Los Angeles Times, Washington Times, San Francisco Chronicle, Montreal Gazette, Japan Times, La Opinión, Korea Times, ecc.) ed alcuni hanno vinto premi dalla National Association of Hispanic Publications. dmaceri@gmail.com