PRIMO CONSIGLIO COMUNALE A SONDRIO. CHI BEN COMINCIA… (MA PURTROPPO NON SI È COMINCIATO BENE E POTEVANO ESSERCI LE PREMESSE)
Primo Consiglio Comunale venerdì 16 maggio a Sondrio: sembrava si potesse cominciare bene con la posizione del Sindaco. No, al punto che il quotidiano "La Provincia di Sondrio" l'indomani titolerà a tutta prima pagina "LA GAFFE DELLA MAGGIORANZA IN CONSIGLIO" con il sottotitolo "Molteni promette rispetto alle minoranze ma poi boccia il vice presidente proposto dall'opposizione".
Le due facce della medaglia: la prima
Disponibilità e apertura nel discorso del Sindaco rivolto a "tutti i consiglieri comunali" con due messaggi espliciti. Il primo rivolto all'interno del Consiglio Comunale: "Considero coloro i quali sono minoranza non opposizione e chiedo a loro di collaborare lealmente per il buon funzionamento delle commissioni, del consiglio, sapendo che spetta alla maggioranza garantire l'impegno che i cittadini ci hanno affidato". Il secondo per una collaborazione fra Istituzioni rivolto all'esterno, ma di fatto a due consiglieri seduti sui banchi dell'opposizione: il Presidente della Provincia Provera e il consigliere regionale Bordoni.
Sembrava che il clima romano avesse contagiato, a ruoli invertiti, anche l'aula consiliare di Sondrio. Senonché qualche minuto prima era successo qualcosa che di fatto metteva in discussione le parole del Sindaco di un futuro "aperto" attribuendo loro, di fatto, un ruolo di circostanza.
Le due facce della medaglia: la seconda
Scontata l'elezione, con 25 voti (24 consiglieri più il Sindaco) su 41, dell'ing. Eugenio Bordoni alla Presidenza del Consiglio Comunale doveva essere eletto il Vicepresidente per il quale la maggioranza non avanzava candidature lasciando il via libera per un consigliere dell'opposizione. Un buon inizio quindi ma invece il candidato dr. Claudio Righi restava al palo per un punto come il Martin di buona memoria… Venti i voti per lui, uno meno del necessario. Lo Statuto infatti - vigente con ultima modifica del 4 aprile da parte del Commissario - all'art. 23 - Presidenza delle sedute consiliari, recita:
" 1. bis. Il Presidente è eletto dall'assemblea nel suo seno ed a maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati con votazione segreta, nella prima riunione dopo le elezioni … Ove nessun consigliere riporti la maggioranza assoluta di cui al primo comma, si procede ad una seconda votazione segreta e sarà eletto presidente del Consiglio comunale il candidato che avrà ottenuto il maggior numero di voti validi.
1 ter. Successivamente all'elezione del Presidente, il Consiglio Comunale elegge nel proprio seno un Vice Presidente, con le stesse modalità previste al comma 1bis".
Sono sedici i consiglieri di minoranza. Solo quattro di maggioranza evidentemente hanno votato Righi, cinque Munarini, gli altri scheda bianca. Patapunfete! Da, tutto sommato, un aspetto marginale l'innesco per una inevitabile contrapposizione politica per via di quella che è stata presa come una doppia sberla, quale sia delle due ipotesi possibili quella giusta.
Si sarebbe potuto…
L'avv. Schena interviene precisando che la maggioranza aveva convenuto che la vicepresidenza consiliare toccasse all'opposizione. Evidentemente a tale decisione doveva corrispondere una scelta operativa per Statuto occorrendo, almeno in prima votazione, la maggioranza qualificata di 21 voti. Ci sarebbe stata una soluzione semplice. O la maggioranza votava il candidato dell'opposizione oppure sarebbe bastato concordare che a un primo voto con la scheda bianca dell'intera maggioranza seguisse l'elezione in seconda battuta quando bastava - art. 1. bis - "il maggior numero di voti validi". Nessuna delle due ipotesi. A quel punto allora intervento dell'avv. Sava che ritira la candidatura di Righi, forse anche - aggiungiamo noi - piccato per via dei cinque voti attribuiti a Munarini, seconda sberla - al di là della persona - per i gruppi consiliari sostenitori di Faggi.
Ipotesi uno: errori
C'è chi minimizza, contraddetto, parlando di disattenzione o di errore in buona fede. Nel momento in cui è stato deciso di lasciare campo libero all'opposizione però il problema delle modalità dell'elezione non poteva non essere presente. Supponendo comunque l'errore ne è seguito un secondo con l'omissione da parte del Sindaco e del Presidente del Consiglio Comunale che avrebbero dovuto - si dice ancora - sospendere la seduta, convocare i capigruppo. Quand'anche non fosse sortito alcun risultato, aggiungiamo noi, Sindaco e Presidente ne sarebbero usciti benissimo. Ciliegina sulla torta - si conclude - la scelta di votare un consigliere di minoranza certamente contrario ai gruppi pro-Faggi. Sarebbe stato preferibile per i consiglieri pro-Faggi - un PS che ci viene aggiunto - a quel punto che venisse votato un consigliere di maggioranza.
Ipotesi due: ragion politica
L'impressione colta nell'opposizione - ove si dice "non avevamo chiesto niente" - è che abbia prevalso ragion politica. In altri termini concessione formale della vicepresidenza ma senza il seguito per concretizzare la cosa. I cinque voti a Munarini nella prima votazione sono stati considerati come un segnale evidentissimo di scelta politica. "E poi - c'è chi dice ancora uscendo da Palazzo Pretorio - il Sindaco parla di collaborazione con Provera e Bordoni! Prima una doppia sberla e poi un tentativo di consolazione verbale "vogliamoci bene, lavoriamo insieme ecc.". Silenzio nella maggioranza (se vuole scriva, pubblicheremo - NdD -).
Ci spiace
A noi tutto questo spiace.
Non eravamo in Consiglio e quindi non siamo in grado di dire in qual misura abbia giocato una sorta di dilettantismo - il Sindaco però ha alle spalle una dozzina d'anni di Consiglio, nove dei quali da Sindaco - oppure una sorta di malizia politica.
Tutto sommato sfogliare i corni del dilemma non ci interessa. Ci interessa ben altro.
Da tempo scriviamo sulla difficile situazione di Sondrio e sulle sue prospettive che esigono profondo rinnovamento strutturale, di cui speriamo di trovare traccia nel programma che entro i canonici 60 giorni il Sindaco dovrà presentare (sperando che il punto cruciale, della conservazione del baricentro, trovi risposta pena l'aggravamento delle condizioni del centro). Una situazione difficile dovrebbe richiedere il famoso "tutti sulle mura", sia pure senza consociativismi e nel rispetto dei ruoli assegnati dal voto popolare.
Non si è cominciato bene.
Questione di aule consiliari:
una per la concordia, una per la discordia?
In tempi in cui le contrapposizioni politiche erano ben maggiori che le attuali, anzi persino più intense di quelle degli ultimi anni, la saggezza politica non ha mai abbandonato l'aula consiliare. E' vero che è rimasta nell'aula vecchia, dove fa ancora bella mostra di sé, la scritta "concordia parve res crescunt, discordia maxumae dilabuntur" (nella concordia crescono anche le piccole cose, nella discordia vanno a rotoli anche le più grandi). Anzi là sembra addirittura che sia stata lasciata la concordia mentre nell'aula nuova di Corso Italia sia stata importata solo la discordia (per inciso: sono nati lì i soli due commissari prefettizi dal 1945 ad oggi), forse perché abituata, ex Tribunale, alle contese…
Ci spiace perché così non si va lontano.
Polo Tecnologico, Expo 2015, Piano di Governo del Territorio, contrappesi - indispensabili e urgentissimi - a nord e ad est, e non solo, richiederebbero un livello politico, in passato fecondo, che i primi segni indicano distante, politicamente e programmaticamente. Per carità, la maggioranza ha i numeri e può cercare di fare da sola e glielo auguriamo nell'interesse della città. Ma i problemi ci sono e lo sa per primo il Sindaco come le sue ripetute dichiarazioni dimostrano. Le possibilità però si aprono se le si costruiscono, e l'inizio non è stato in questo senso.
In ogni caso speriamo di sbagliare e che tutto invece vada per il meglio.
Commento di parte?
Siamo abituati da sempre alle interpretazioni anche folkloristiche di nostri scritti. Sarà pertanto bene aggiungere a chiare lettere che se qualcuno dovesse prendere questo nostro commento come di parte, oltre evidentemente a non avere capito niente, non farebbe altro che fornirci un ulteriore contributo per incrementare il nostro pessimismo. Sperando, e due!, di sbagliare.
GdS