ARGOMENTO PROPOSTO DA "Movimento GOSPA": CON IL VESCOVO DI BOLZANO CONTRO LA RANA SUL CROCIFISSO, PARTO DI UN DROGATO. COMPATIMENTO. PROPOSTE. E POI RANA O ROSPO?
DIFENDIAMO I SEGNI CRISTIANI
Sosteniamo il Vescovo Wilhelm Egger di Bolzano contro il Museion diretto da Corinne Diserens
Movimento GOSPA e Amici del Movimento, mettiamoci in azione!
L'invito che rivolgiamo a tutti e che vi preghiamo di inoltrare è quello di sostenere con la preghiera e in modo attivo il Vescovo Wilhelm Egger di Bolzano. Nel Museo di Bolzano, diretto da Corinne Diserens, è esposta "un'opera" di Martin Kippenberger: la "Zuerst die Fusse". Si tratta di una rana crocifissa e non vogliamo andare oltre nel descriverla nei particolari. Per favore, scrivete al museo (info@museion.it) esprimendo il vostro totale dissenso e sdegno e confermando totale appoggio a Sua Eccellenza. Siamo CHIESA.
Pubblicato da Movimento Gospa
NOSTRA NOTA
Provocazioni
Qualcuno ha voluto giustificare il tutto come "provocazioni". Perché solo loro? Se per loro è lecito lo sarà anche per noi. Qualche titolino ci vuole.
Compatimento. Tanto. Convinto
Quello che c'è da esprimere prioritariamente è solo il compatimento.
- Per l'autore, pace all'anima sua, relitto umano già prima di finir giovane sottoterra.
- Per la curatrice della Mostra - non la citiamo - se non altro per la straordinaria pensata di mettere questa rana in croce, un metro di altezza, proprio nell'entrata e sopra alla biglietteria. Freudiana scelta: questione di soldi.
- Per la svizzerotta quarantottenne, calvinista di nascita per ragione storica (è di Ginevra!), con pulsioni sublimate in quell'arte moderna che alla gente comune, quantomeno in parte cospicua, fa schifo, scelta come direttrice del nuovo Museo dopo avere sbaragliato una concorrenza internazionale (chissà chi erano le altre due!!!???!!!).
Proposta per la folkloristica svizzerotta
La direttrice del Museion, la svizzera Corinne Diserens, volto affusolato, occhiali con grande montatura scura, capelli tirati dietro, fare da intellettuale, spirito evidente da zitella di tipo classico, un insieme dunque da gruppo folk non del Lemano ma dell'Oberland Bernese, ha solennemente dichiarato che la struttura "non vuole essere un semplice contenitore di opere d'arte (abbiamo visto che almeno una - la rana - ce n'è che è un'opera d'arte come io sono una zulù in cinta di sei gemelli), ma un laboratorio internazionale di ricerca con una forte vocazione all'interdisciplinarietà". Cioè, diciamo, a mescolare le cose. Lecito quindi attendersi performances del tipo caro a Piero Manzoni quello che nel maggio del '61 messi i propri escrementi in 90 barattoli di 30 grammi con l'etichetta multilingue «merda d'artista», li mise in vendita a ben (!!!?!!!) 30 grammi d'oro l'uno. In aste successive si passarono anche i 200 milioni di lire per uno di questi straordinari capolavori dell'arte moderna, frutto di impegno particolare, concentrazione assoluta, spinta interiore, purificazione finale. Viste le premesse al Museion uno di questi capolavori ci starebbe benissimo…
Da dove l'ispirazione della folk Corinne?
Corinne Diserens, direttrice, in una intervista ha affermato testualmente "L'Italia è stata parte del mio percorso formativo: ho studiato il Rinascimento italiano ed il manierismo con Daniel Arasse" (Ricordiamo che Arasse è stato Direttore dell' Istituto Francese di Firenze).
Abbiamo dunque capito da dove viene (dal Rinascimento!!!) questa sua scelta di ospitare una fondamentale opera d'arte quale la verde rana crocifissa, nelle "mani" un uovo da una parte e - siamo a Bolzano - un boccale di birra nell'altra: proprio dal nostro Rinascimento. Chissà invece se questo novello sommo artista (artista? Si fa per dire…), nato a Dortmund nel 1953, volesse ritrarre se stesso. C'è di che pensarlo, anche se in modo brutale. Come le sue provocazioni.
Autoritratto di un alcol-drogato?
C'è infatti anche chi, prodigio dei critici d'arte, ha scritto: "opera che in realtà, non vuole essere blasfema o offendere la religione cristiana, ma non è altro che lo stato d'animo dell'autore in un momento particolare della sua vita". E leggiamo anche da un articolo a cura e traduzione di Carlo/Karl Berger un passo significativo: "Ma ognuno ha da portare la sua croce, ed io nella rana vedo l'artista che per tutta la sua vita ebbe a soffrire prima da una dipendenza dalla droga e poi dall'alcool: e di questo sembra sia infine morto". Aggiungiamo: a 44 anni in una clinica di Vienna.
Perché la rana? Rana o rospo?
Perché poi questa rana sulla croce? Facciamo ricorso all'interpretazione dei sogni, all'immagine onirica figlia d'alcol e di droga, che probabilmente è comparsa davanti a questo che secondo qualcuno vorrebbe essere una specie di "artista: "Uccidere o calpestare una rana nei sogni può collegarsi allora al non volere accettare quanto emerge dal profondo, oppure a non sentirsi a proprio agio o a rifiutare gli impulsi di vitalità o di sessualità, o a confrontarsi con il fastidio dell'invadenza o della vitalità altrui.
Una rappresentazione però riuscita male. Non era una rana, era un rospo. Autobiografico
Non scriveremo
Non scriveremo al Vescovo. E men che meno al Museo. Forse a qualcun altro. A Roma magari per sottolineare che fine fanno i nostri soldi che vengono elargiti alla privilegiatissima Provincia Autonoma di Bolzano. 30 milioni di €uro per la costruzione del Museo. E passino. 2,5 milioni di €uro all'anno alla svizzerotta per far crescere (?) il Museo. Due milioni e mezzo, magari per acquisire merda d'artista e - ci si perdoni il linguaggio ma ci stiamo solo adeguando - altre merde consimili.
Ci penseranno comunque i motori di ricerca a portare la presente nota a conoscenza sia di S.E. il Vescovo di Bolzano che a chi si bea dell'arte del cubo museale.
NdD