LA RIFORMA DELLA SCUOLA
In Italia stiamo per riformare il sistema scolastico, ispirandoci a principi logici.
Primo, il ritorno a una tradizionale gerarchia dei saperi che ricollochi in posizione privilegiata la letteratura e la lingua, la matematica e le scienze fisiche, la storia e la geografia.
Secondo, il ripristino di sistemi più severi di selezione meritocratica, con tutto il corredo valutativo e sanzionatorio che ciò comporta.
Terzo, l'applicazione di criteri di valutazione ai singoli istituti, che entrerebbero così in reciproca concorrenza, sottoponendosi al vaglio degli utenti e delle autorità scolastiche.
Lo scopo è quello di riguadagnare qualche posizione nelle classifiche di efficienza dell'istituzione scolastica: classifiche che vedono l'Italia stabilmente piazzata agli ultimi posti fra i Paesi industrializzati (trentacinquesima su quaranta, secondo i dati citati dal ministro Gelmini).
Si tratta di assicurare un futuro dignitoso ai nostri giovani, che dovranno muoversi in un mondo globalizzato senza probabilmente poter disporre delle reti di protezione, istituzionale e familiare, di cui bene o male abbiamo fruito noi, figli e nipoti del baby-boom postbellico.
p.m.