Chiudono le guardie mediche nei piccoli Comuni italiani

di Virgilio Caivano

L'A.C.N. per la disciplina dei rapporti con i Medici di Medicina
Generale ai sensi dell'art.8 del D.Lgs n.502 del 1992 e
successive modificazioni ed integrazioni (sottoscritto tra la
SISAC e le OO.SS il 20.01.2005), in vigore dal 23.03 2005, al
capo riguardante la Continuità Assistenziale prevede:

Art.64 ­ Rapporto ottimale.


1. Al fine di consentire una programmazione corretta ed
efficiente del servizio di Continuità Assistenziale nelle
singole Aziende sanitarie, le Regioni definiscono, anche sulla
base delle proprie caratteristiche orogeografiche, abitative e
organizzative, il fabbisogno dei Medici di Continuità
Assistenziale di ciascuna sin gola ASL, che è determinato
secondo un rapporto ottimale medici in servizio/abitanti
residenti.

2. Ai fini di quanto previsto al precedente comma 1, il numero
dei medici inseribili nei servizi di continuità assistenziale di
ciascuna ASL è definito dal rapporto di riferimento 1 medico
ogni 5000 abitanti residenti.

3. Le Regioni possono indicare, per ambiti di assistenza
definiti, un diverso rapporto medico/popolazione. La variabilità
di tale rapporto in aumento o in diminuzione, deve essere
concordata nell'ambito degli Accordi regionali e comunque tale
variabilità non può essere maggiore al 30% rispetto a quanto
previsto al comma 2

4. Le aziende che dispongono di medici in servizio nella
continuità assistenziale in esubero rispetto al rapporto
ottimale come definito al comma 2, (tenuto conto della
variazioni di cui al comma 3), non possono attribuire ulteriori
incarichi fino al riequilibrio di tale rapporto.

Nel rispetto di tale normativa, afferma il Portavoce del
Coordinamento nazionale dei piccoli Comuni Virgilio Caivano,
alcune Regioni come la Sicilia stanno provvedendo a
razionalizzare il servizio e quindi tagliare e chiudere guardie
mediche soprattutto nei piccoli comuni siciliani. Ci troviamo di
fronte, continua il Portavoce del Coordinamento dei piccoli
Comuni, al vero banco di prova della cosiddetta devoluzione. Qui
verificheremo la tenuta della solidarietà e della sensibilità
delle Regioni italiane verso le nostre piccole comunità. Per
fare un esempio calzante ­insiste Virgilio Caivano ­
l'applicazione testuale di tale normativa nel territorio della
Regione Puglia, assolutamente non omogeneo per densità di
popolazione dei centri abitati, oreografia e condizioni di
viabilità, determinerebbe penalizzazione estrema per tutti i
piccoli Comuni della Provincia di Foggia, caratterizzati da
bassa densità di popolazione e dislocati nell'area dei Monti
Dauni, dove sfavorevoli condizioni di viabilità,
desertificazione demografica, aggravate dalla meteorologia
avversa dei mesi invernali, condizionano negativamente, quando
non impediscono di fatto gli spostamenti tra i vari comuni,
specie nelle ore notturne. L'applicazione corretta della norma
comporterebbe la perdita secca di almeno 13 sedi di Continuità
Assistenziale (la guardia medica), uccidendo di fatto le
speranze di una qualità della vita migliore per tutti i piccoli
Comuni della provincia di Foggia. Per trovare una possibile
soluzione al problema, conclude Virgilio Caivano, facciamo
nostra la proposta della F.I.M.M.G., come esempio nazionale, di
arrivare al riconoscimento delle zone disagiate per i medici che
esercitano attività convenzionate dei Comuni appartenenti al
comprensorio dei Monti Dauni, già sancito dall'Accordo
Integrativo Regionale che disciplina i rapporti con i Medici che
intrattengono un rapporto di convenzione di Medicina Generale
nella Regione Puglia, in virtù del quale è stata anche prevista
una indennità economica in favore dei medici che svolgono
incarichi di assistenza primaria presso tali comuni. Tale
riconoscimento potrebbe giustificare l'adozione di un rapporto
ottimale diverso che abbia in giusta considerazione la domanda
di assistenza delle popolazioni delle nostre piccole comunità
locali, già penalizzate per carenza storica di servizi²
Virgilio Caivano


GdS 30 I 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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