Dal quadro nazionale e internazionale un ruolo più forte per le Regioni
 Nel fluire incessante del tempo, 
 le scadenze ci aiutano a riflettere su quanto accade intorno a 
 noi e sul senso della nostra attività. Il tradizionale bilancio 
 che si è portati a fare alla fine di ogni anno assume ulteriore 
 significato nella fase in cui si chiude una legislatura, la 
 settima, densa di cambiamenti a livello istituzionale e di 
 eventi fortemente drammatici sul piano mondiale.
 Dal 2000 ad oggi le Regioni si sono confermate come Istituzioni 
 in grado di moltiplicare le energie positive presenti sul 
 territorio, di dialogare con efficacia con gli altri livelli di 
 governo, di comprendere e di promuovere la creatività di un 
 popolo.
 Nell'era della globalizzazione, le Istituzioni regionali hanno 
 il compito di difendere identità e capacità di sviluppo dei 
 propri territori, anche integrando e armonizzando le istanze e 
 le sollecitazioni che provengono dalle comunità locali. Ecco 
 perché i cittadini guardano alle Regioni con sempre maggior 
 interesse e consapevolezza. Questa attenzione si traduce in una 
 forte domanda di partecipazione cui bisogna corrispondere, anche 
 in vista dell'appuntamento elettorale della primavera prossima, 
 con franchezza e spirito costruttivo.
 Alle Istituzioni e ai politici, oggi più che mai, si chiede 
 concretezza, capacità di risolvere i problemi e coerenza con i 
 punti programmatici promessi.
 E' quanto impone anche un quadro internazionale caratterizzato 
 da elementi preoccupanti, sia per quanto concerne l'economia, 
 sia per le situazioni che mettono in continua crisi la 
 convivenza pacifica tra le nazioni. Viviamo tempi difficili e 
 sono sempre più necessarie democrazia e partecipazione, ragion 
 d'essere dei parlamenti.
 Promuovere con vigore, perciò, il ruolo delle assemblee 
 regionali, è stato l'impegno dei vertici dei Consigli Regionali 
 italiani e del loro coordinamento, che presiedo. Ed è avendo ben 
 chiaro questo valore che abbiamo agito in sede di dibattito 
 sulle riforme federaliste e nell'ambito dei lavori per il 
 trattato costituzionale europeo.
 Del 2004 che si chiude vorrei anche ricordare l'attività che 
 come Consiglio Regionale abbiamo promosso per valorizzare 
 l'identità lombarda.
 Segnalo, per esempio, l'incontro organizzato tra i parlamenti 
 regionali della zona alpina (alla vigilia dell'allargamento 
 della Comunità Europea) ispirato dall'idea che un'Europa che 
 nasce sottovalutando specificità e problemi dell'area di 
 montagna è un'Europa con un'anima impoverita di echi importanti 
 ed antichi.
 Nel dedicarsi a quello che è il suo principale compito, fare le 
 leggi, il Consiglio Regionale ha proseguito l'opera di 
 semplificazione e di sistemazione dell'insieme delle nome 
 regionali. Sono state varate leggi importanti, ma sono state 
 anche eliminate disposizioni superate o inutili, nella 
 convinzione che anche in questo modo si possa contribuire ad una 
 migliore qualità della vita delle istituzioni e dei cittadini.
 L'augurio è che si prosegua su questo cammino, nell'interesse 
 della nostra Regione, della collettività e di ciascuno.
Attilio Fontana 
 
 (x)
 (x) Presidente del Consiglio Regionale Lombardo
GdS 30 XII 2004 - 
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