La manifestazione di Roma
 Carissimo Direttore,
 la manifestazione di Roma, con mezzo milione di persone in 
 piazza, chiarisce, ancora una volta, come aveva "visto 
 giusto": quel titolo del 17.2 "Giuliana non è stata presa per 
 sbaglio" mi pare azzeccatissimo. Purtroppo.
 Non vorrei essere frainteso: francamente non simpatizzo per 
 nulla col Manifesto ma ciò non mi impedisce di comprendere il 
 dramma della giornalista rapita.
 Ma non sono così cieco dal non vedere che - come nel caso delle 
 due Simone - la "resistenza" irakena sceglie le sue vittime con 
 una sapienza ed una conoscenza dei ns vizi e virtù che forse 
 neppure noi abbiamo.
 Prendere operatrici indipendenti e - me lo lasci dire - una 
 giornalista, è di già una scelta vincente. Se poi sono d'estrema 
 sinistra è doppiamente vincente. 
 Perché la sinistra ha una capacità di mobilitazione, inutile negarlo, 
 incommensurabilmente maggiore della destra.
 In in tale mobilitazione, lo si voglia o no (ed alcuni lo 
 vogliono certamente, tra i "mobilitati") si finisce per dare 
 grande visibilità alla "resistenza" ed alle sue idee e soluzioni 
 politiche.
 Mi spingo a dire che, assai probabilmente, i rapitori sapevano 
 benissimo che, in Italia, in questi giorni, si votava per il 
 rifinanziamento della missione in Iraq. 
 Ed hanno colpito, certi di dare visibilità a chi, da noi, è per 
 il ritiro "senza se e senza ma". Insomma al gruppo 
 Prodi-Bertinotti-Diliberto-Pecoraro
 Scagno.
 Con ciò, lo ripeto, non voglio sostenere che la sinistra abbia errato 
 a
 manifestare: del resto, se Dio vuole, checché ne dica qualcuno, 
 siamo ancora in Democrazia.
 Ma forse sarebbe il caso di rendersi conto che l'avversario che 
 abbiamo di fronte (non solo in Iraq, ma pure in Afghanistan ed in 
 genere ovunque s'annida l'integralismo e l'estremismo islamico) 
 ci conosce perfettamente.
 Ed ha cellule, nei ns territori, che ci tengono costantemente 
 sotto controllo, tenendo monitorato il "polso" della 
 popolazione, dell'opinione pubblica. 
 Poi loro, se del caso, colpiscono.
 Ed i ns giudici assolvono la ns 5° colonna, perché non sono 
 terroristi ma "combattenti". Ma questo è un altro discorso ...
 Sarebbe il caso di comprendere che non abbiamo contro dei 
 beduini analfabeti, ma gente colta, preparata, perfettamente 
 orientata su ciò che ci riguarda.
 Ragione di più per NON fare il loro gioco, dividendoci sulle 
 possibili "risposte", per ragioni di politica interna. Ce ne 
 pentiremo senza dubbio.
 A proposito, lo sa, caro Direttore, cosa mi ha detto un 
 carissimo amico, di Mostar, a proposito dell'Islam moderato?
 "...noi siamo islamici europei, di tradizione cattolica, perché 
 una volta lo eravamo ...".
 Questo è l'Islam con cui è certo possibile dialogare, quello 
 aperto e disponibile al confronto, Punto chiuso nei suoi schemi 
 (l'amici Mili, tra parentesi, è sposato ad una croata cattolica 
 e beve tranquillamente vino e grappa ...). 
 Cosa ben diversa è l'Islam che rapisce, uccide e decapita, in 
 Iraq. Con quello NON si dialoga.
Nemo Canetta
 GdS 28 II 2005 - www.gazzettadisondrio.it
