E’ il momento del Centro
 Credo che nessuno mi possa 
 contestare un piccolissimo merito: sono stato uno dei pochi a 
 intuire la fragilità del berlusconismo, a capire che avrebbe 
 provocato disastri. Quattro anni fa Gianni Agnelli diceva a 
 tutti che sarebbe durato vent’anni. Io ragiono in termini più 
 semplici. Non credo che un’iniziativa, un partito, un movimento 
 sia realmente forte se non ha una tensione morale, una carica 
 ideale. Sarà anche vero, come dice Mastella, che con la morale 
 non si fa politica. Ma a me hanno sempre insegnato che la 
 politica senza morale vale poco, o forse è meglio non farla. 
 Alla base del berlusconismo c’era un fatto che ne decretava sin 
 dall’inizio il fallimento: il partito azienda, la confusione tra 
 gli interessi privati e quelli pubblici. Lo dissi a Berlusconi 
 nel lontano 1993 quando mi annunciò la sua volontà di entrare in 
 politica. Non mi credette, naturalmente, ma gli italiani, dopo 
 un po’, hanno capito che se uno fa prima di tutto gli interessi 
 pro pri non fa quelli del paese.
 Ma dire “l’avevo detto” non serve a niente. E ti assicuro che 
 non sono felice di avere avuto ragione, perché i disastri di 
 questi anni li stiamo pagando tutti. E quindi questa è l’ultima 
 volta che ti parlo del passato. Dobbiamo pensare al futuro. E 
 quello che stiamo facendo in queste settimane, e su cui oggi 
 abbiamo fatto una conferenza stampa e domani faremo una prima 
 riunione riservata è rivolto al futuro, solo al futuro. Parte da 
 una considerazione semplice: questo centro destra ha fallito e 
 sta crollando, la sinistra vincerà ma non ci darà un Tony Blair, 
 perché la sua rissosità e la sua inconcludenza indicano già i 
 problemi del futuro. Bisogna costruire il centro, cioè 
 un’alternativa alla sinistra seria, liberale e moderata, non 
 estremistica, parolaia e con il piombo nelle ali del conflitto 
 di interessi. Bisogna ricostruire il centro degasperiano, la 
 alleanza tra cattolici e laici che ha dato all’Italia i migliori 
 governi d ella storia repubblicana. 
 Alcune delle idee di fondo su cui questa alleanza dovrà muoversi 
 stanno venendo fuori. La prima è quella di dare all’Italia un 
 messaggio di ordine, di disciplina, di ritorno allo stato serio 
 e di diritto. Basta con la vergogna delle leggi ad personam, la 
 legge è una cosa seria e va rispettata, non c’è stato di diritto 
 se i governanti dicono tutti i giorni che le leggi sono inutili 
 e i giudici sono dei matti. La seconda è quella dell’Europa, che 
 deve tornare ad essere la nostra stella polare. La terza è 
 quella di mandare al diavolo la lega, se è necessario, perché 
 non si può permettere la vergogna dei loro gesti né la cultura 
 xenofoba che stanno portando in Italia. La quarta è che il 
 dramma italiano è quello di una classe media che sprofonda verso 
 la povertà, e la politica deve pensare a questa, piuttosto che 
 alla fascia dei ricchi.
 Stiamo quindi iniziando un nuovo cammino. E bada bene, è un 
 cammino che de ve unire, non deve dividere ancora. Siamo già 
 troppo divisi in partiti e partitini; non occorre crearne un 
 altro. Bisogna invece unificare tutti quelli pensano ad un 
 centro che deve essere del tutto distinto dalla Casa delle 
 Libertà. In questo va detto che quelli che hanno fondato la 
 nuova DC hanno fatto un passo nella strada giusta.
 Abbiamo rivolto un invito pubblico a Casini, a Follini e a 
 Tabacci. Dite le nostre stesse cose, avete il nostro steso 
 obiettivo, e allora agite di conseguenza. Se si vuole creare una 
 cosa nuova non si può continuare a stare in questa maggioranza 
 che sta affondando l’Italia. Uscite, rompete, e lavoreremo 
 assieme. Ho persino suggerito a Casini di dimettersi da 
 Presidente della Camera e guidare il futuro centro: non lo 
 potrebbe fare da presidente, carica che obbliga alla 
 imparzialità. 
 Non so se Casini mi darà retta. Quello che so è che sta 
 giungendo per tutti il momento delle responsabilità. Non si può 
 andare alle elezioni a riproporre agli italiani altri cinque 
 anni di governo Berlusconi. Intanto la prima cosa è riunire 
 tutti quelli che la pensano così, e sono molti. Se hai le nostre 
 stesse speranze, conto sul tuo aiuto.
Mario Segni
 GdS 30 VII 2005 - www.gazzettadisondrio.it
