Un Paese allo sbando: una delle poche ancore di salvezza è l’Europa
 Vorrei poter commentare dati positivi. Ma due fatti mi hanno 
 talmente colpito che non riesco a non parlarne.
 - Il primo è la 
 decisione del governo di non abbassare l’Irap, poiché le casse 
 dello Stato sono vuote e abbiamo già raschiato il barile.
 - Il 
 secondo è il calo dei consumi del 3,9%. 
 Non sono un economista, ma non ci vuole uno scienziato per 
 rendersi conto che sono dati drammatici. Il taglio dell’Irap era 
 l’unica misura sulla quale si era trovato un accordo 
 relativamente ampio. Era giudicata da tutti insufficiente, ma 
 andava comunque nella direzione giusta. Insomma un piccolo 
 stimolo a un’economia malata, che richiederebbe molto di più ma 
 che intanto avrebbe avuto una boccata d’ossigeno. Non si è 
 potuta fare, perché non ci sono soldi, e l’unico modo sarebbe 
 stato un aumento dell’Iva: ma anche un bambino capisce che no n 
 si rilancia un’economia diminuendo un’imposta e aumentandone 
 un’altra.
 Di fronte a questi dati ciò che stupisce e, diciamolo pure, 
 indigna, è l’atteggiamento del governo. O meglio l’atteggiamento 
 del Presidente del Consiglio, visto che il governo tace, 
 probabilmente perché non sa cosa dire. Berlusconi dice che siamo 
 ricchi, che stiamo benissimo, che abbiamo troppi telefonini (il 
 che è vero). L’unica cosa che non dice è che guardiamo troppa tv 
 (altra cosa vera) perché su quello lui ci campa. Insomma, siamo 
 un Paese ricco e felice, e solo una propaganda della perfida 
 sinistra semina pessimismo solo per mettere in cattiva luce 
 l’odiato Premier, il suo governo e il suo partito.
 No, signor presidente, le cose non stanno così.
 Lei non ha 
 diritto di dire queste cose. A parte il fatto che queste cose le 
 dice l’Istat, e non il famoso Eurispes, che Lei ha criticato 
 tante volte accusandolo di tirare la volata all’opposizione, e 
 che noi invece ringraziamo perché ha scoperto prima degli altri 
 che il re era nudo. Guardi i dati sui consumi scomposti per 
 regioni. Nelle isole i consumi alimentari sono calati del 11,4%. 
 Lei pensa che i siciliani e i sardi fossero abituati a mangiare 
 caviale, e visto il periodo di austerità abbiano saggiamente 
 abbandonato queste abitudini? La realtà è un’altra. Nelle 
 regioni più povere d’Italia si sta alzando paurosamente la 
 soglia di povertà. Quei consumi che calano non sono la rinuncia 
 al lusso eccessivo. Sono gli impiegati a reddito fisso, i 
 pensionati, i disoccupati che non ce la fanno ad arrivare alla 
 fine del mese.
 Questa reazione scoraggia, e in qualche momento atterrisce, 
 perché dà la sensazione di un Paese allo sbando, di una “nave 
 senza nocchiero in gran tempesta”. In una situazione così 
 drammatica il primo dovere del governo è quello di dire la 
 verità, di non sottolineare nulla della gravità della crisi. E’ 
 un dovere verso i cittadini, che hanno il diritto di sapere in 
 che situazione si trovano, e di non essere condotti senza 
 saperlo in fondo a un baratro. Ma è anche l’unico modo per 
 invertire una rotta, perché solo la consapevolezza del pericolo, 
 vorrei dire del dramma, può dare al paese la volontà di reagire, 
 può sprigionare quelle energie che tanti popoli, e forse quello 
 italiano più di tutti, riescono a esprimere nei momenti più 
 drammatici.
 Ma c’è un altro sospetto dietro questa inerzia. Che il governo 
 si prepari a dire agli italiani che la colpa è tutta 
 dell’Europa, che noi staremmo bene se non ci fosse l’euro, che è 
 a Bruxelles che vanno ricercati i colpevoli. Bossi lo urla già a 
 gran voce, Berlusconi lo dice ancora a mezza bocca; Fini invece, 
 e gli va dato atto, difende l’Europa, ma sembra travolto dalle 
 circostanze. Se questo è vero, non siamo di fronte a un caso di 
 irresponsabilità; è in atto un’azione scellerata. Berlusconi sa 
 benissimo, perché non è né stupido n é un pazzo, che senza 
 l’Europa e la moneta unica la lira sarebbe stata più volte 
 travolta, che gli scandali Cirio e Parmalat avrebbero gettato nel 
 caos la nostra economia, che l’Italia sarebbe avviata da un 
 pezzo sulla strada dell’Argentina. Berlusconi sa benissimo che 
 una delle poche ancore di salvezza che abbiamo si chiama Europa. 
 Sa benissimo che la Germania, con l’euro come noi, è in ripresa. 
 Se è disposto a buttare a mare l’Europa pur di tentare di 
 vincere le elezioni è evidentemente perché preferisce salvare sé 
 stesso che salvare l’Italia, e che questa vada a farsi friggere.
 Ma se la pensa così, noi cittadini glielo lasceremo fare?
Mario Segni
 GdS 30 VI 2005 - www.gazzettadisondrio.it
