- La politica in PROVINCIA - quello che altrove non si legge
 
 PREMESSA
 Quello che contraddistingue il dibattito politico non é un 
 confronto ma uno scontro ormai quotidiano, talora pesante e 
 duro.
 E' tale la situazione che appare difficile per qualsiasi 
 commentatore, in particolare se non é schierato, esprimere le 
 sue valutazioni in modo tale da essere ritenute obiettive, anche 
 se lo sono, nell'ambito naturalmente del possibile e dell'umano.
 Una critica non già sul Governo bensì su provvedimenti o 
 iniziative del Governo induce a catalogare, o meglio magari ad 
 additare un commento come la voce dell'opposizione. Una critica 
 non già all'Ulivo, o sue costituenti, ma a fatti o iniziative 
 dell'Ulivo induce a catalogare, o meglio magari ad additare un 
 commento come la voce del centro-destra.
 Siccome i commenti politici di chi scrive in anni, anzi in 
 lustri, di presenza sugli organi di informazione della provincia 
 rappresentano una tradizione di obiettività, quantomeno di 
 ricerca dell'obiettività, non temiamo di essere additati in 
 questo o quel modo.
 Cerchiamo in questo modo di dare un, sia pure modestissimo, 
 contributo all'analisi politica avendo come destinatari non già 
 gli addetti ai lavori bensì l'uomo della strada, il cittadino 
 che poi farà le sue di valutazioni, con la sua testa. Vale su 
 ogni scacchiere. Vediamo quello provinciale.
 LE ULTIME
 Innanzitutto le ultime. Qualche giorno fa l'ex Presidente della 
 Provincia Dioli in una conferenza stampa ha illustrato la 
 pagella, secondo lui, della Giunta guidata dal sen. Tarabini. 
 Pagella impietosa, con voti che usavano nella scuola 
 iperselettiva di mezzo secolo fa e oltre. Zero sull'autonomia, 
 due per le acque e per i rifiuti e poi, voto migliore, tre per 
 le infrastrutture.
 Nessuna intenzione di entrare nel merito, né pro né contro, ma 
 itentare analisi politica della situazione.
 Il Presidente della Provincia ovviamente non é intervenuto. Lui 
 stesso infatti dichiara di non avere feeling con giornalisti e giornali, 
 pur avendo nel suo curriculum qualche anno di direzione politica 
 del Corriere della Valtellina.
 E' intervenuto solo il suo vice, on. Scherini, con una lettera 
 indirizzata ai mass-media (non la pubblichiamo per la ragione 
 che l'ha inviata solo ai giornali stampati e non a quelli 
 on-line come il nostro). A qualche fervido sostenitore del 
 Presidente Tarabini la risposta non é proprio piaciuta. Non 
 tanto per quel che sostengono - a nostro avviso questo conta 
 meno - e cioé che se si interviene all'insegna, nella sostanza, del 
 "fatti e non parole" non bisogna limitarsi  alle 
 parole ma soffermarsi sui fatti. Qualche citazione - si osserva - 
 appariva indispensabile visto - si sostiene ancora - che un po' 
 di fieno in cascina é stato pure messo, e si citano ad esempio 
 alcune cose positive, non messe in dubbio neppure 
 dall'opposizione, come, anche qui per fare solo degli esempi, centrate dall'assessore Rudini in agricoltura 
 e nell'ambiente o dall'assessore Pini.
 Le critiche più incisive sulla risposta vengono dalla frase, testuale "Voglio 
 solo rassicurare,ma credo non ve ne sia bisogno, i miei 
 convalligiani che a breve seguiranno quei fatti concreti 
 che non necessiteranno di ulteriori commenti, per la cui 
 predisposizione si é lavorato intensamente in Giunta, nelle 
 commissioni ed in Consiglio". In proposito é stato osservato, 
 - e per 
 quanto ci riguarda vale il detto che ambasciator non porta pena 
 -, 
 che in questo modo implicitamente Scherini va a dare ragione a 
 Dioli. Se i risultati arriveranno a breve vuol dire comunque che 
 finora non ce ne sono stati, con la Giunta che é in carica da 
 tre anni non da tre mesi...
 Per quanto ci riguarda non si tratta di sottilizzare su un'uscita indubbiamente poco 
 abile, ma di trarne spunto per considerazioni pi§ pregnanti, al 
 di fuori e al di sopra della dialettica politica di parte.
 IL SILENZIO DELLE FORZE POLITICHE
 Quello che fa specie infatti, in questa occasione ma anche in 
 analoghe situazioni precedenti, é il silenzio totale delle forze 
 politiche che pure politicamente rispondono di fronte agli 
 elettori di quanto fanno, nel bene come nel male, i loro 
 rappresentanti nelle Istituzioni. In primis il silenzio dei 
 Popolari Retici visto che viene messo in discussione proprio il 
 loro leader storico. Poi degli alleati, Forza Italia che ha il 
 maggior peso nella colazione, AN e CCD pure presenti in Giunta. 
 Un silenzio che potrebbe essere letto - anche se poi le ragioni 
 sono diverse e le vedremo - come una mancanza di solidarietà e 
 una rinuncia alla tutela dei propri uomini. 
 Il fatto che non sia 
 così é dimostrato da quanto avviene nell'opposizione. Sono 
 sostanzialmente Dioli e il Sindaco di Sondrio Molteni, con 
 periodici inserimenti di qualche altro personaggio, a tenere 
 sotto tiro il centro-destra. 
 Non quindi un confronto politico tra le forze politiche ma un 
 confronto dialettico ad opera di alcuni personaggi dell'uno e 
 dell'altro schieramento, oppure battitori liberi come, pur 
 diversi tra loro, Tremonti e Violante spesso sulle pagine dei 
 giornali, facendo più opinione di quanto gli addetti ai lavori 
 non credano, come si vedrà alle prossime elezioni nel capoluogo.
 Le forze politiche paiono essere ridotte al semplice ruolo di 
 mediazione interna e a quello, alle scadenze, di movimenti 
 elettorali.
 Con tutto quello che si é detto e scritto dei Partiti, giova 
 ricordare cos'erano, almeno nella nostra provincia. La DC, ad 
 esempio, era arrivata ad avere più di cento sezioni, nelle quali 
 periodicamente, chi più e chi meno, si tenevano incontri e 
 riunioni su problemi locali e nazionali. Attivi anche PSI e PCI 
 in particolare. Intensa l'attività degli altri organismi, sino 
 alle direzioni provinciali che tenevano praticamente riunione 
 fissa settimanale. Aggiungansi i convegni, gli incontri 
 provinciali e zonali di amministratori, la venuta da fuori di 
 personaggi ecc.
 In altri termini alta l'attività di informazione e di formazione 
 nonché intenso il rapporto centro-periferia e viceversa, con un 
 radicamento reale nella società. Importante il rapporto tra il 
 livello politico e quello amministrativo, in modo bidirezionale. 
 Da un lato il livello politico aveva - e dovrebbe avere anche 
 oggi dato che le elezioni non sono una serie di fatti personali 
 ma un grande evento politico - la possibilità di controllo della 
 linea seguita dagli amministratori nelle Istituzioni. Non al 
 punto di entrare nel merito amministrativo dei problemi 
 fermandosi all'impatto di natura politica che le 
 scelte amministrative di maggior spessore potevano, e possono, 
 avere. Dall'altro il livello politico era, e dovrebbe essere, in 
 condizione di schierarsi con i propri amministratori a tutela 
 loro e anche della posizione politica allorché il termometro del 
 confronto con gli avversari segnala condizioni febbrili.
 E' vero che l'evoluzione dell'ordinamento, in particolare con la 
 elezione diretta, ha accentuato il ruolo delle persone, ma resta 
 un problema di equilibrio. Si é visto in giro per l'Italia che 
 quando un Sindaco uscente o un autorevole personaggio della 
 società civile scendono in campo con loro liste dirette, in 
 genere la risposta dell'elettorato é positiva ma entro certi 
 limiti, non proprio modesti ma comunque non risolutivi. Il bravo 
 sindaco uscente vince se ha una larga base politica (partitica o 
 meno). Così come si vede che non basta la posizione politica, 
 salvo zone di fortissima prevalenza di uno schieramento, per 
 vincere ma occorre ad essa abbinare una scelta autorevole per 
 quanto riguarda il candidato da proporre agli elettori.
 E LA CULTURA?
 Ultima considerazione quella relativa alla cultura. La cultura é 
 alimento della politica. Il dovere di partecipare al reggimento 
 della cosa pubblica non si esercita soltanto con l'impegno 
 militante in politica o in quello amministrativo. Essenziale é 
 il confronto delle idee, tanto più valido se operando su un 
 piano strettamente culturale esso risulta privo, comunque in 
 buona parte, da condizionamenti strumentali. 
 Vale se si tratta 
 di discutere sulle strategie, sul tipo di sviluppo, generale o 
 settoriale, vale se si tratta di questo o quel problema più 
 marcatamente operativo.
 In questa provincia non sono mai mancate le idee, non é mai 
 mancato il dibattito, in vari modi e varie sedi, con un apporto 
 importante dato dalla stampa, sulla scia di una tradizione che 
 parte dall'ottocento e che ha prodotto grandi risultati.
 Ebbene mentre la società civile registra importanti risultati di 
 soggetti o persone di Valtellina e Valchiavenna per quanto 
 riguarda il settore in generale politico e nello specifico 
 quello amministrativo si registra una caduta verticale del 
 dibattito, una scarsissima circolazione di quelle idee che 
 dovrebbero essere alimento quotidiano per chi opera nelle 
 Istituzioni.
 Intellettuali in vacanza permanente, salvo poche isolate 
 eccezioni, con l'ulteriore negativo risultato che in questo modo 
 non si favorisce la crescita e l'emergere di energie nuove.
 Non c'é una ricetta taumaturgica per cambiare le cose ma 
 quantomeno prendiamone coscienza. E poi, se queste note, 
 espresse da una posizione di assoluta obiettività, al di fuori e 
 al di sopra di qualsiasi logica di parte, fossero non condivise, 
 si manifesti il dissenso, totale o parziale. Se questo non vi 
 fosse un primo risultato sarebbe stato raggiunto. Se vi fosse e 
 venisse espresso un primo risultato sarebbe ugualmente 
 raggiunto.
Alberto Frizziero
 GdS 8 IX 02 - 
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