Primarie: strumento di rottura per un sistema ingessato
 Dalla Puglia sono venuti spesso 
 grandi uomini, ma non mi ricordavo da quella regione grandi 
 eventi politici che influissero su quelli nazionali. E invece 
 questa volta ne è accaduto uno: le primarie dell’Ulivo. Sono già 
 un fatto grosso; possono diventare enorme. E le considero un 
 fatto positivo, molto positivo.
 Non entro nel merito della scelta. Non appartengo all’Ulivo e 
 non sono pugliese. Non ho quindi titolo per commentare la 
 scelta. Ma il fatto politico è un altro. E’ la prima volta che 
 una candidatura di grande importanza, per la Presidenza della 
 Puglia, viene scelta con le primarie e non con le riunioni 
 notturne dei segretari di partito. E’ la prima volta che a 
 questo livello le primarie vengono fatte sul serio, 80.000 
 votanti non sono uno scherzo. E non c’è da meravigliarsi se 
 hanno dato un risultato contrario ai voleri delle oligarchie.
 Non si fermerà qui. Ne sono convinto. Perché le primarie vanno 
 nel senso della storia, sono il nuovo in un sist ema che si sta 
 di nuovo sclerotizzando. Il collegio uninominale ha questa suo 
 sbocco inevitabile: o si arriva alle primarie o il sistema non 
 funziona, perché se i candidati vengono scelti a Roma dalle 
 oligarchie di partito la partitocrazia, cacciata dalla porta dai 
 nostri referendum, ritorna dalla finestra nel modo peggiore.
 Per parte nostra non staremo fermi. L’anno scorso ottenemmo 
 l’adesione di oltre cinquecento sindaci su una proposta di legge 
 di istituzione delle primarie, che fu presentata alla Camera 
 dall’on. Cossa. Un dinamico sindaco di un comune della Toscana, 
 Peccioli, introdusse le primarie nello Statuto comunale e nella 
 scorsa primavera a Peccioli i cittadini, con le primarie, 
 scelsero il candidato a sindaco e i candidati al consiglio. Il 
 sindaco si chiamava Macelloni, e dobbiamo ringraziarlo del 
 coraggio e dell’intelligenza. Con lui, con altri sindaci ed 
 amministratori comunali, lanceremo tra alcune settimane la 
 campagna per portare le primarie nello Statuto de i comuni. 
 Bartolo Ciccardini sarà il coordinatore dell’iniziativa. Vi 
 informeremo nei particolari, e chiederemo l’adesione di tutti 
 quelli che la condividono.
 Complimenti quindi ai pugliesi che hanno fatto un gran passo 
 avanti nella modernizzazione delle nostre istituzioni. Ma adesso 
 c’è una domanda d’obbligo. Il centro destra che cosa fa? Vuole 
 rimanere congelato e militarizzato da Berlusconi che, 
 naturalmente, si considera insignito di un diritto divino ad 
 essere scelto e a scegliere tutti quelli che vuole? Se in 
 Lombardia Formigoni e Maroni si fossero misurati con le 
 primarie, ne avrebbero guadagnato tutti. L’anno scorso in 
 Sardegna, tentammo con tutti i mezzi di portare il centro destra 
 a scegliere con le primarie il candidato alla Presidenza, e se 
 ci fossimo riusciti le cose sarebbero andate certamente meglio.
 Noi siamo l’ala liberale, seria, riformista, di un centro destra 
 avvelenato dai conflitti di interessi, dal partito azienda, e 
 imbolsito dall’assenza di un dib attito. Le primarie sono un 
 modo per scuotere questa pesantezza, che prima o poi sarà 
 fatale. Ho sentito poco fa Alemanno che sosteneva le primarie, e 
 abbiamo avuto Publio Fiori tra i promotori dell’iniziativa. 
 Qualcuno che comincia a pensare c’è. Noi andremo avanti. 
Mario Segni
 GdS 30 I 2005 - www.gazzettadisondrio.it
