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Riceviamo e pubblichiamo:
Cari amici,
questa è una lettera di ringraziamento. Quando a luglio vi ho scritto chiedendovi aiuto, dicendo che stava per iniziare una nuova campagna referendaria, non immaginavo la risposta che voi tutti mi avreste dato, e tanto meno immaginavo la risposta corale che sarebbe venuta dagli italiani. E' stata una galoppata entusiasmante, un fatto imprevedibile e mai visto. Un milione e duecento mila firme (e in realtà di più data la impossibilità di raccoglierle negli ultimi giorni) sono state raccolte in meno di un mese, dato che la raccolta è iniziata in realtà ai primi di settembre.
Tutto questo ha rivelato una straordinaria voglia di cambiamento degli italiani. Di cambiare la legge elettorale innanzitutto, dato che è ormai insopportabile l'immagine del Parlamento nominato invece che eletto. Ma non c'è solo questo. Chi veniva ai banchi voleva riprendersi uno strumento che la "casta" gli aveva tolto, il diritto di scelta del parlamentare. Ma voleva riprenderselo, e spesso lo diceva, per mandare a casa una classe dirigente che ormai non è in grado di governare l'Italia. Quindi non c'è solo voglia di cambiare una legge elettorale ignobile; c'è voglia di cambiare la classe politica.
Per adesso posiamo dire che l'effetto è stato enorme. Abbiamo cambiato l'agenda politica. Il ritorno all'indietro, che sembrava inarrestabile, è stato bloc cato e l'Italia ha ripreso una marcia verso il bipolarismo. Oggi tutti, persino quelli che l'hanno fatta, dicono che il "porcellum" è inutile, che dobbiamo sbarazzarcene al più presto. Naturalmente i trabocchetti saranno moltissimi, le trappole infinite. Ma abbiamo ripreso il cammino.
Naturalmente oltre una rivoluzione istituzionale, che abbiamo messo in moto, ci vorrebbe una rivoluzione politica. L'Italia avrebbe bisogno di veder nascere qualcosa di nuovo. Ma qui mi fermo, perché come possa nascere quella novità che tanti aspettano non è chiaro a nessuno. Un attimo di riflessione. Intanto un grande passo l'abbiamo fatto.
Mario Segni