PIPPO FROTTOLA IMPERVERSA IN QUESTA CAMPAGNA ELETTORALE. VEDIAMO COME. OCCHI PUNTATI SU UN ALTRO 'CONVITATO DI PIETRA'

Un tempo lontanissimo, ben più della effettiva distanza temporale, le letture dei ragazzi, partendo al "Cuore" di De Amicis, alle serie di Salgari e di Verne nonché a quelle della cartonata famosa "Scala d'oro" di Mondadori, al "Piccolo Alpino" di Salvator Gotta,comprendevano anche "Le avventure di Pippo Frottola" di Antonio Rubino. Il personaggio da lui stesso disegnato era del tutto coerente con il nome. Frottola di qua, frottola di là, un nevaio in fimme, la fuga ...in soffitta con kle cartoline che arrivavano in famiglia dalla Liguria oer far pensare che fosse scappato là eccetera eccetera.

Pippo Frottola é venuto in mente guardando e riguardando la situazione pre-elettorale che abbiano davanti, un agglomerato di frottole quale raramente ci é capitato di riscontrare in precedenti fasi elettorali. Non ce n'é uno che la conti giusta.

Partiamo da Di Pietro che ha sostenuto di correre con Ingroia, senza fare il capolista, non volendo fare "la stampella di Bersani" e invece "confidando in una intesa" post-elettorale. La realtà é diversa e Di Pietro se l'é lasciata sfuggire due o tre mei fa: "non ci vuole nessuno", quando i sondaggi accreditavano IdV tra l'uno e il due per cento dal 5-6 che aveva, sirena per i suoi ex voti l'imperversante Grillo. Adesso afferma solennemente, dopo l'intesa-salvezza con Ingroia, che IdV continua con sue liste. Alle regionali però.

Saltiamo e andiamo da Berlusconi che punta al 40%, a vincere le elezioni. Il suo staff queste cose le sa fare per cui non può non sapere che la distanza da questo 40% é notevole. Il suo rientro ha portato qualche vantaggio. L'impegno é massimo soprattutto di forte polemica con Monti & C., per ovvia concorrenza nell'ambito dei moderati ma tra il dire e il fare resta il mare. L'intesa con la Lega e con la formazione per il Sud é in funzione dell'unico obiettivo realistuico ovvero quello di un pareggio al Senato, bis di Prodi.

Campo opposto. Bersani sta tenendo toni e comportamento da Presidente del Consiglio. Misurato nelle polemiche, sereno nel preannunciare la vittoria, anche al Senato, apparentemente distaccato rispetto al "voltafaccia" di Monti (il pane al pane l'ha detto D'Alema, non candidato ma in pole per la Farnesina), Non lo dice ma deve tener conto che pur vincendo le elezioni rischia di non andare a Palazzo Chigi. Un neo che sembra una curiosità banale: il vizio di iniziare le risposte tenendo gli occhi a terra. Non c'é bisogno di raffinati psicologi per considerare questo punto più negativo di quanto non sembri. La gente, per andare sul semoplice, vuole persone che guardino negli occhi... E' strano che il suo staff non lo consigli al riguardo...

Monti, Casini ecc. Corrono, dice Casini, per vincere. Ai PD vengono accreditati consensi in misura doppia rispetto a quelli del centro e Monti non é più quello di mesi fa. Allora si vantrava di avere un gradimento alto assai più dei Partiti. Un suo errore pensare che il gradimento della gente era tutto per Mario Monti. Aveva gran parte del Parlamento che lo sosteneva e ovviamente non potevano non sostenerlo proprio le persone sia del PdL che del PD... Governava a decreti-legge con il Parlamento che non faceva altro che discutere le conversioni in legge che poi avvenivano fiducia dopo fiducia. Tutti, salvo Di Pietro, Grillo, Vendola e Lega, insistevano che per uscire dalla tempesta non c'era altro da fare, gran parte degli organi di informazione rincaravano la dose per cui passava di tutto compresi provvedimenti impopolari che per qualsiasi altro governo, di qualsiasi colore, sarebbero stati un suicidio.

Monti aveva il Quirinale a portata di mano. Lo hanno convinto a fare il salvatore della Patria per la seconda volta per evitare - dicono ma i veri motivi sono ben più profondi - la iattura di un governo della sinistra. Abbiamo l'impressione che un po' lo abbiano illuso. Chi? Casini senza dubbio per ragioni di sua sopravvivenza ma anche diversi ambienti, persino, sbagliando, Oltretevere, adusi alle stanze dei bottoni, meno alle piazze, ai bar, alle officine, ai laboratori, ai negozi. Lontani cioé dalla gente comune, lontani anche dagli elettori. Un certo mondo, quello del "tagliare le ali", da sempre obiettivo dei quaqrtieri alti. Tagliarle persino - inattesa e clamorosa caduta di stile, vioce ingenuamente dal sen fuggita - monito esplicito al PD di farlo, epurando i Renzi e i Fassina.

Monti-bis. Frottola il pensarlo salvo un miracolo elettorale.

Grillo. Di frottole non ne aveva raccontate. Prendeva le cose e le presentava in un modo diverso, molto chiassoso e sorretto dall'arte della recitazione che lo contraddistingue. Anche lui si é iscritto nel club dicendo che vuole tornare al teatro. In realtà il teatro non l'ha mai lasciato. Le piazze di tutta Italia lo hanno visto protagonista sul palco, sbracciarsi, partire in monologhi che facevano pensare a una capacità polmonare di litri e litri vista la raffica di parole senza una respirazione, avercela con tutti, quei "tutti" responsabili delle disgrazie del Paese, nessuno escluso. Dittatore assoluto, senza mezzi termini né possibilità di dissenso. Nostalgia del teatro al chiuso, sul palcoscenico di fronte a una sala colma? Due dubbi. Il primo il calo nei sondaggi, vistoso, da teoricamente secondo partito a rientro nei ranghi. Il secondo: fra neanche due mesi i suoi entreranno a Senato e Camera dove non ci sarà lui, al massdimo in uno dei due rami del Parlamento. Ci saranno due Gruppi parlamentari con i loro organi direttivi. E' finita la monarchia assoluta. Al massimo sarà una monarchia costituzionale. Non é la prima Lega. Non é il primo Di Pietro. Non può essdere il Robespierre della situazione. E non può nemmno contarla giusta...

Niente frottole. Curiosamente chi si può permettere di non contare frottole sono su due versanti opposti: la Lega e il SEL di Vendola. Non ne hanno bisogno. Entrambi contro Monti fin dal primo momento godono nel vedere che adesso anche quelli che lo avevano sostenuto gli sparano contro. Né può avere apprezzato la discesa in campo politico del Premier il Presidente della Repubblica...

Un sondaggio di Tecné realizzato per Sky il 2 gennaio dà il 45% di astenuti e incerti. Il 21.12 SWG per Agorà - RAI3 ha fatto un sondaggio telefonico con 1100 intervistati ma 3800 non rispondenti. ISPO l'ha fatto lo stesso giorno per Porta a Porta con circa la metà che non risponde o si rifiuta. Un nuovo 'convitato di pietra', la vera incertezza di queste elezioni.

Occorre indagare in quella direzione e lo sanno in tanti, Giannino compreso che ritiene il suo tentativo non una goliardata o comunque, parlando seriamente, una testimoninanza. L'offerta a sinistra é molto ampia, tale da accontentare tutte le posizioni per cui é difficile pensare di trovare molti elettori del 24 febbraio di sinistra fra la massa di indecisi et similia. Non é che tutti siano di cntro-destra dato che va messo in conto tra il 10 e il 15%n di astensione fisiologica, ma lo potrebbero diventare. Quantomeno centristi e montiani, pidiellini e fans delle liste varie collegate, legisti, liste del Sud ci puntano così come a sinistra il PD sta erodendo i Grillini e, dicono, tenendo rispetto ad Ingroia. In ordine di grandezz 10 per cento di astenuti et similia vuol dire cinque milioni di voti. Non sufficienti, quand'anche andassero tutti al centro-destra, per vincere le elezioni ma importanti per aprire il grimaldello del Senato con un pareggio che porterebbe al deja vu, alla situazione del Governo Prodi.

Pensieri in libertà naturalmente, non di parte ma al servizio della logica, una merce che di solito non abbonda nelle campagne elettorali, per cui potrebbe anche servire ricorrervi dall'esterno, come abbiamo qui fatto cominciando a segnalare le 'frottole' - detto in senso buono -, che ogni giorno per una quarantina di serate televisive ci apprestiamo a sorbirci.

f.

f.
Politica