SCIOPERO DELLA SCUOLA CONTRO LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI CHE APPROVA LE NOVITA'. RITORNO DEL MAESTRO UNICO COMPRESO

Come pubblicato dal giornale sullo scorso numero i provvedimenti sulla scuola varati dal Ministro, s.a Gelmini, hanno incontrato un favore sorprendente negli italiani, una delle rarissime volte in cui un provvedimento che cambia qualcosa si trova una tale quantità di consensi. Li ricapitoliamo:

- Ritorno al voto sulle materie pro 79, contro 17

- Ritorno al voto in condotta pro 85 contro 13

- Maestro unico pro 61 contro 34

- Fiducia nel Ministro Maria Stella Gelmini pro 66 contro 28

Stupiscono i consensi a sinistra. Dati per scontati quelli di persone del centro-destra nessuno avrebbe immaginato, se non altro per ragion politica, che fossero così tanti a pensarla nello stesso modo a sinistra. Solo infatti , e al massimo, il 58,5% (24/41) dei potenziali elettori di centro-sinistra e della sinistra è d'accordo sul voto. Su quello in condotta solo il 31,7. Sul maestro unico, probabilmente anche per una deriva sindacale, siamo a livelli più alti e cioé 82,9 sempre però con un dato di fondo che vede d'accordo quasi due italiani su tre. E due su tre danno fiducia al Ministro sino all'altroieri sconosciuta ai più. Il 66% contro il 28 sta a significare che almeno un terzo - come minimo il 31,7% - degli elettori di centro-sinistra e sinistra apprezza il Ministro e condivide le sue scelte.

Sciopero generale

Deciso dai sindacati per il 30 ottobre lo sciopero generale della scuola. In una situazione del genere si sa che svuotare le scuole é molto facile riempiendo, per un paio d'ore e poi a spasso, le vie e le piazze. Si sa anche che fra chi non è d'accordo con lo sciopero molti per quieto vivere non si pronunciano contro.

Sciopero legittimo, per carità ma uno sciopero che va contro la stragrande maggioranza degli italiani, anche per la questione del maestro unico, quel maestro unico che, tranne un Paese, ha tutta Europa. E che era stato superato dalla pluralità di docenti non per ragioni pedagogiche ma bensì, come dichiarò proprio il Presidente del Consiglio che il provvedimentò approvò, Giulio Andreotti perché c'erano da sistemare 150.000 persone e non c'era altra via. A casa è pacifico che non andrà nessuno, si tratterebbe di organizzare diversamente il lavoro, di pagare diversamente il personale, ad esempio chi fa 210 giornate in un anno, chi ne fa 220 o 230 e chi, ad esempio i docenti comandati negli Uffici Scolastici Provinciali o distaccati presso altre amministrazioni Ce ne sarebbero di cose da fare…

Un sindacato dunque che non è d'accordo con la stragrande maggioranza degli italiani. E questi dovrebbero subire una minoranza?

Amarilli

Amarilli
Politica