(DIS)ORDINE ISTITUZIONALE. ROMA. MILANO. VALLI NOSTRE. SONDRIO
C'é un bel (dis)ordine istituzionale.
- A Roma praticamente, anche se non ancora formalmente, c'é la crisi di governo. Per la verità cambierebbe poco se l'apertura delle urne anziché il 10 marzo - come molti chiedevano - avviene il 10 febbraio. Non é la data la ragione del subbuglio. Dopo le primarie del PD le cose sembravano avviate su un binario consolidato. Bersani verso Palazzo Chigi, Monti verso il Quirinale, un polo di centro volto ad aggregare Casini, Fini, Rutelli, Montezemolo per realizzare, Vendola caso a parte, un centro-sinistra a chiara leadership PD. Diaspora autolesionista nel PdL, Umile ritorno di sopravvivenza di Di Pietro in posizione subalterna, Lega in trincea nel nord.
Il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Quasui tutti ritenevano sì possibile ma non probabile una rentrée di Berlusconi che sparigliando le carte é entrato a valanga nel dibattito politico. Obiettivo immediato il Governo con Bersani che replicando "siamo responsabili ma non ingenui" in sostanza avverte che non vuole certo fare il bersaglio per gli strali su alcuni argomenti nei quali indubbiamente il governo é in difetto, compresa la debolezza di qualche Ministro che non é compensata dalla positiva presenza del Premier sulla scena internazionale, in parte per positiva scelta in parte per l'intrinseca debolezza del Ministro degli Esteri, dimostrandosi che non si possono intercambiare i ruoli. Abbiamo uno che ha dato prova di essere un bravo ambasciatore - esecutore di direttive - ma non un Ministro - fonte delle direttive - degli Esteri. Un solo esempio, marginale rispetto ai grandi temi: i due marò arrestati esattamente otto mesi fa nel porto di Kochi e ancora in India. C'é stato chi ha detto tempo fa "ci fosse stato Frattini in due giorni il caso sarebbe stato risolto". Vale non solo per Frattini, ed é regola generale che in questi casi o si risolvono subito le cose o le cose si complicano. Ce ne sarebbero altri.
Noi non facciamo valutazioni politiche, registriamo. E' chiaro infatti che a questo punto una situazione già al limite di rottura era improcrastinabile e Monti non ha aspettato di essere cacciato via ma ha anticipato i tempi
A Milano per la prima volta dal 1970, nascita delle Regioni, sul pennone del Pirellone e della nuova sede sventolano bandiere a mezz'asta, simbolo funebre della chiusura anzitempo della Legislatura. Giunta in carica per il disbrigo degli affari correnti.
In Valle niente bandiere a mezz'asta ma qualche batticuore ancora per la Provincia perché il Decreto Legge che riduceva a 51 le Province, Sondrio salva, avviato con poche modifiche alla conversione in legge in aria elettorale ha visto arrivare emendamenti a valanga per cui non si sa se le cose andranno in fondo né si sa dal 1 gennaio come saranno le cose. Non é finita viste le fibrillazioni valchiavennasche per un Comune unico che sostituisca gli attuali tredici
A Sondrio ultimi sprazzi di vita per il Consiglio Comunale - che dovrà essere rinnovato come quelli dei Chiesa, Cosio, Gerola, Teglio
in un clima pesante per l'annunciata ulteriore mazzata sul commeercio cittadino per l'espansiore ulteriore a Castione in particolare da parte dell'ultimo arrivato. La cosa stupefacente é che a poche settimane dal periodo critico a fronte della ricandidatura Molteni tutto dorma fra i potenziali interlocutori, tranne l'iniziativa della Costituente Civuica che da sola certo non impensierisce il Sindaco.
Una sola domanda: ma in questo (dis)ordine istituzionale restano tutti zitti?
Amarilli
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