LA FAVOLA DELLE ELEZIONI A SONDRIO

Perché favola le elezioni nel capoluogo?

La situazione elettorale deve cominciare così:

"C'era una volta...".

E allora narriamola, questa favola.

C'era una volta il Comune di Sondrio. Ognhi 5 anni si andava a votare per scegliere quelli che venivano chianmati, chissà perché (una spiegazione ci sarebbe) i 'Padri coscritti', quelli che quando il campanone suonava a rintocchi, quasi come le campane a martello, lasciavano stare quello che facevano e si avviavano per raggiungere Palazzo Pretorio dove li attendeva il compito di discutere i problemi di sondraschi e sondriesi. Da secoli funzionava così. Da lassù, condominio campanile della Collegiata - Torre Civica, il suono delle campane arrivava anche nelle frazioni per chiamare, appunto, a concione i rappresentanti della comunità.

Quella campana non suona più, chissà perché. Ce n'é però un'altra di campana che non suona più, o comunque suona molto debolmente al punto di non riuscire ad arrivare nelle case di un Centro Storico in crisi, di un Via Trieste, unica che si difende (ci si chieda come mai), di un abitato sempre meno frequentato con sempre più vetrine spente con tanto di scritte univocamente e tristemente uguali "vendesi" oppure "affittasi" con le cose superflue o quasi che crescono e con quelle necessarie che non vengono.

C'era una volta, quando si profilava la scadenza elettorale, un'aria di attesa, ma attesa attiva, con una partecipazione diffusa, con le lodi o le critiche per chi finiva il mandato, con i SI, i SE, i MA, i NO, secondo i casi, per quello che si stava profilando.

Già. Per quello che si andava profilando perché il cammino verso le urne era in sostanza un processo che si avviava nei mesi precedenti, irrobustendosi e sviluppandosi nelle settimane prima della presentazione delle candidature, prima fra esse quella del Sindaco anche se allora non c'era l'elezione diretta toccando al nuovo Consiglio Comunale di eleggerlo.

C'era una volta l'oggi vituperato sistema dei partiti che allora, almeno qui da noi, funzionava secondo un corretto rapporto con le Istituzioni, senza prevaricare gli amministratori i quali a loro volta dovevano seguire la linea politica, peraltro democraticamente elaborata. La DC, partito di maggioranza, aveva nella sua sezione cittadina quasi 600 iscritti. Le assemblee partecipate ed anche in genere molto vivaci sia sui temi politici che su quelli amministrativi. Non da meno gli altri. Il PSI nella sua sede di Via Trieste. Il PCI in quella di Via Parolo dopo quella di Via Battisti. Socialdemocratici e liberali, questi con sede aperta tutti i giorni in Via Trento, non erano da meno.

La favola non si esauriva nel clima. C'era la formazione delle liste. La DC partiva da un elenco che aveva raccolto tutte le indicazioni concrete. Secondo i casi 60 - 70 nomi da vagliare. C'era chi ci teneva ad entrare in lista e c'era chi doveva essere pregato. Molti declinavano l'invito ritenendosi non abbastanza preparati. Preparazione, ecco, questo era un requisito importante ma non in termini di erudizione bensì di cultura. Cecco Bonfadini aveva, ci pare di ricordare, la quinta elementare, capo-tipografo da Bonazzi. In Comune vicesindaco, primo collaboratore del Sindaco avv. Artuto Schena. Valido amministratore, uomo, a suo modo, di cultura. Altri per decenni in Comune, e sempre portando l'apporto della loro esperienza. Un esempio per tutti, l'Umin socialista, Ferdinando Dioli, da Triasso, oggi 99enne, ancora in bicicletta o a vangare nell'orto. E chi non ricorda il cav. Virgilio Massera, classico 'cittadino benemerito' a cui il Comune non ha pensato - a lui ed altri - di dedicare una struttura, una via, qualcosa, segno tangibile delle perdurante esisistenza di una comunità.

C'era una volta questo mondo che chi non l'ha conosciuto, credendo alle malelingue, ritiene essere stato la quintessenza del male.

Oggi é cambiato tutto.

A pochi giorni dalla presentazione delle liste, ciascuna con massimo 32, secondo legge, fra cittadini e cittadine la stragrande parte dei sondriesi non é stata minimamente coinvolta. Non ne diamo responsabilità specifica a qualcuno ma il risultato é comunque uno solo. Non quello delle fiabe "...e vissero felici e contenti" ma un mortificante "le cose sono così, rassegniamoci".

GdS

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