AI REFERENDUM LE ACLI CHIEDONO DI VOTARE SÌ PER CONSEGNARE UN FUTURO ALLE GENERAZIONI. 11 6 10 08
Nostra nota
Nel pubblicare le ragioni per le quali non andremo a votare e non in questi referendum ma anche dai precedenti dopo aver visto che fine facevano le nostre scelte (Ministero Agricoltura, Responsabilità Magistrati, Finanziamento pubblico, RAI, elezione diretta dei Sindaci), abbiamo assicurato la pubblicazione anche a chi volesse manifestare il proprio diverso avviso. Linea abituale del giornale ritenendosi il confronto lievito di crescita.
Nel pubblicare il comunicato della Presidenza delle ACLI non possiamo esimerci da un breve commento in quanto nella parte finale si dice testualmente: "Perché andare a votare, significa avere a cuore il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli". Questo implicherebbe che il non andare a votare, come faremo noi, significa non "avere a cuore il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli"? Dal momento che non intendiamo essere presi in giro con decisioni popolari anche a grandissima maggioranza come è successo a votare non ci andiamo, ormai da tempo e indipendentemente da coloriture politiche. Torneremo quando sarà modificata la norma in modo da rendere vincolante, almeno nelle linee generali, l'esito delle consultazioni referendarie (frizziero)
La posizione ACLI
Il 12 e 13 giugno prossimi si voterà per alcuni quesiti referendari, tra cui quelli legati alla gestione dei servizi idrici e alla possibilità di ritorno alla produzione di energia nucleare.
Innanzitutto vale la pena sottolineare che non si tratta di argomenti marginali bensì di quesiti riguardanti la difesa di importanti beni comuni: l'acqua e il tipo di energia, beni che riguardano presente e futuro delle nostre comunità.
Riteniamo quindi gravi gli impliciti inviti a non votare che cogliamo dal silenzio attorno ai temi dei referendum. Non si sono registrate significative campagne informative da parte dei mass media pubblici e privati. Si ha l'impressione che si voglia far passare sotto silenzio questi referendum. Inoltre la scelta della data di voto sembra fatta apposta per scoraggiare la partecipazione: l'opportunità di votare contestualmente alle elezioni amministrative è stata cassata, tra l'altro causando uno spreco di denaro pubblico (circa 350 milioni di euro). Risorse che si sarebbero potute impiegare meglio, specialmente in tempo di crisi.
In questo modo si rischia di celebrare dei referendum con sostanzialmente due possibilità: votare o non votare.
Le ACLI sostengono che si debba andare a votare e che bisogna votare sulla base di una scelta informata e consapevole.
Noi sosteniamo che si debba andare a votare per far sentire la propria voce e assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Perché andare a votare, significa avere a cuore il futuro delle nostre famiglie e dei nostri figli.
Primo quesito, scheda di colore rosso: l'abrogazione delle norme che attualmente prevedono l'affidamento e la gestione dell'acqua a soggetti privati.
Le Acli propongono di abrogare questa norma, introdotta dal decreto Ronchi, per impedire la consegna del mercato dell'acqua a gestori privati: l'acqua è un bene primario, e deve essere garantito il suo utilizzo a tutti!
Secondo quesito, scheda di colore giallo: l'abrogazione delle norme che prevedono per la tariffa dell'acqua anche la remunerazione del capitale investito dal gestore.
Le Acli propongono di abrogare questa norma secondo la quale la tariffa è unicamente determinata da considerazioni economiche e finanziarie, senza tener conto che l'acqua è anzitutto un diritto per tutti e non solo per chi ha possibilità economiche per permettersela: l'acqua è un bene indispensabile per ognuno!
Come Acli siamo tra i promotori di questi due referendum perché crediamo che l'acqua sia un bene comune e che l'accesso all'acqua sia un diritto umano inviolabile.
Votare due SI' per l'acqua bene comune significa riappropriarsi di un bene che è un diritto umano e, allo stesso tempo, una risorsa che richiede la responsabilità di tutti i cittadini nella propria gestione.
Terzo quesito, scheda di colore grigio: l'abrogazione delle norme che consentono la costruzione di nuove centrali nucleari.
Le Acli propongono di abrogare questa costosa scelta che prevedrebbe oltre 30 miliardi di euro di spesa, a scapito di altri e più urgenti bisogni collettivi, tra cui infrastrutture, trasporti, case, lavoro, innovazione e ricerca. Una scelta carica ancora di troppo incertezze: rischio di incidenti, gestione delle scorie radioattive, ubicazione sicura degli impianti; a fronte di danni che in caso di incidenti sono incalcolabili. Esistono altri modi di produrre energia, in modo più sicuro e pulito, come stanno dimostrando altri Paesi europei.
In conclusione, le ACLI invitano soprattutto a votare, un voto che esprima la voglia di scegliere di esporsi in prima persona, far sentire la propria voce e prendersi le responsabilità delle proprie scelte. A tale proposito il Presidente Nazionale delle ACLI Andrea Olivero ha recentemente dichiarato: "Credo davvero che sia una grande possibilità per tutti noi di contare e di scegliere su questioni decisive. Votare innanzitutto e votare sì, è una grande possibilità che ci è data, un modo per dire che siamo protagonisti e vogliamo ancora di più decidere il nostro futuro".
Danilo Ronconi (x)
(x) Presidenza Provinciale delle ACLI Sondrio
Sondrio li 8 giugno 2011