COME VOGLIONO CAMBIARE LE PROVINCE. TUTTO DIPENDE da due lettere: "IN". NE SPIEGHIAMO LA RAGIONE. COSA CAMBIA IN VALTELLINA 12.4.10.A..43

E' tutto questione di due lettere, attaccate insieme, prima la "I" e poi la "N" e cioè "IN".

Il futuro delle Province, e della gente che abita nei loro territori, dipende da questo binomia formato da una vocale e da una consonante nasale. Da un po' trafficano a Roma, e non solo, per farle sparire o, visti i bastoni fra le ruote che ci mette la Costituzione italiana, svuotarle di contenuti.

Al lavoro per inventare una soluzione che stia in piedi hanno messo degli esperti, e questo sarebbe giusto. In realtà, visti i pasticci usciti finora pare che al lavoro non ci siano affatto esperti bensì, grazie alle due lettere di cui sopra, dei veri e proprio Inesperti.

Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri appena prima di Pasqua ne è l'esempio più evidente.

''Con questa legge elettorale il Governo mette nero su bianco la scelta di abbandonare i territori, e con la scusa della crisi e dell'antipolitica, tecnicamente dice alle comunità che da oggi in poi dovranno arrangiarsi da sole, senza potere avere nessuno cui chiedere conto delle scelte fatte''. Così il Presidente dell'Upi (l'Unione delle Province) Giuseppe Castiglione.

Questo IN-esperti stanno brancolando da mesi. Ne hanno inventate di tutti i colori. Hanno percino detto che eliminando le Province e passando le funzioni a Comuni e Regioni si risparmierebbero miliardi. Anche i bambini sono in grado di fare due più due e scoprire che la eliminazione delle Province porta inevitabilmente ad una crescita dei costi.

A proposito poi di questo passaggio di funzioni questi IN-esperti non sono neppure stati capaci di fare un verifica concreta andando a vedere quali funzioni possono essere trasferite e a chi. Se fossero venuti in Valtellina si sarebbero accorti che ai Comuni si trasferirebbero solo briciole, il grosso andando alla Regione. Idiozia solenne.

E le città metropolitane?

A questi IN-esperti, al Mininistro dell'Interno, al Premier Monti qualcuno vada a chiedere cosa stanno facendo per le città metropolitane. Si sa quali sono, per legge: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Roma. Torino, Venezia, indicate dal Parlamento. Poi cinque indicate dalle Regioni: Cagliari, Catania, Messina, Palermo, Trieste.

Il Governo dovrebbe provvedere alla loro istituzione entro il 21 maggio, ma quel che avrebbe dovuto essere preparato è, per quanto ci consta, lettera morta. E cos' si interviene sulle Province, creando maggiori costi, e si fa finta di niente per le città metropolitane, con l'eliminazione delle rispettive Province, dove ci sarebbero risparmi e maggiore efficienza.-

Perchè Grillo, Feltri con i vari politici abolizionisti non guardano questo aspetto? Perché non si va a vedere le vere ragioni per cui queste città metropolitane non si fanno? Perché nessuno rompe il silenzio fra le forze politiche? Perchè nessuno prende di petto il Governo, il Ministro competente, gli uffici competenti, gli addetti stampa immersi in un sonno profondo?

Cosa dicono in merito gli IN-esperti?

Questione di 'IN'

Questione di 'IN' da cacciare a pedate a fronte di una palese e stridente IN-attività su questo versante. Cacciando anche l'altro 'IN', quello degli IN-esperti. Specie pericolosissima.

GdS

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