POLITICA A MAGGIO 2013. IL PUNTO A TUTTO CAMPO

Mondo

Momento di calma sul fronte della speculazione finanziaria che moltin commentatori si illudono dipenda da lle decisioni, o non decisioni dell'Italia piuttosto che la Spagna o altri ancora.

Continua, imperterrita, la carneficina in Siria. I bombaroli, quelli al di qua e al di là della Manica, si sono affrrettati a far partire gli aerei portando confetti imbottiti di esplosivo in Libia addirittura prima ancora che la riunione in corso dei vari Paesi fosse ancora giunta alla conclusione. Delendo Gheddafi, così come Ben Alì in Tunisia e Mubarak in Egitto. Un coro ha salutato questi eventi: "La primavera araba!". Oggi nessuno ne parla più. Quello che succedev in Libia e in Tunisia non lo racconta nessuno o quasi. Le cose al Cairo sono sotto gli occhi di tutti. E via dicendo. Ma nessuno si sogna di fare un passo concreto nei confronti di Assad come peraltro nei confronti di qualche altro satrapo sparso per il mondo magari comprendendo anche nella serie quel Kim Jong-un, un po' patetico un po' Bokassa, quello proclamatosi Imperatore del Centro Africa. Tutti imbelli di fronte alla trgedia, cartina di tornasole sui nobili sentimenti che avevano spinto l'Occidente a far fuori prima Saddam e poi gli altri. Splendido esempio della politica dei due forni.

Protagonista assoluta della politica estera internazionale naturalmente l'Europa per la cui condotta risulta appropriato il titolo di un famoso fil di Comencini, "Mio Dio come sono cadura in basso!".

Roma

La dialettica degli opposti, tesi ed antitesi che si fanno, in qualche modo e finché dura, sintesi. Roma ha visto di tutto. Ha visto i suoi fondatori crescere insieme, all'inizio grazie alla lupa, e poi uno far fuori l'altro, pur essendo fratelli. Ne ha viste di tutti i colori quando cresceva. E' arrivata ad essere la più grande metropoli del mondo per poi ridursi a modesto villaggio. E poi via via, sempre però con la forza della curia, anche laica. Ha persino visto Pontefici che la storia ha catalogato come angeli del male nel contempo narrando le vicende di quella enorme fonte di bene che é stata la Chiesa. Ha visto arrivare una marcia, 1922, dimostrazione di cosa vuol dire e quali pericoli comporti, com'era allora, un'assenza sostanziale di governo unita a estremismo sovversivo. Ha visto andarsene un Re, che non era neanche male, travolto dalla fragilità della sua Casa e dei suoi personaggi sicuramente inferiori rispetto ai tanto deprecati, ingiustamente, Borboni. Ha visto sorgere la Repubblica, con la R maiuscola. Non fa piacere a molti ricordare quel periodo perché era 'contro', perché era 'diverso', perché era 'atipico', perché non andava bene per i seguaci di quella vera e propria truffa dell'umanità che é stato il marxismo ma non andava bene ai cosiddetti 'liberisti', quelli che avuta la strada spianata davanti a loro hanno precipitato il mondo nel caos finanziario. Era la terza strada, tracciata peraltro culturalmente dalla dottrina sociale della Chiesa. Non fa piacere a molti dover subire un dato storico ossia la trasformazione dell'Italia, alla fine della guerra Paese distrutto, ai limiti della sopravvivenza, in situazionen quasi da terzo mondo, entrata nello strettissimo club dei Paesi maggiori del mondo in un solo quarto di secolo. Non fa piacere perché bisogna riconoscere il ruolo storico che ha avuto la Democrazia Cristiana, anche in Europa prima che prevalessero gli spiriti di un illuminismo strabico. I giovani d'oggi ne sentono parlare quasi con toni spregiativi. Studino e si accorgano, senza dimenticare anche il versante del male che sempre per via dell'umana natura fiancheggia il bene, quanto strumentale sia la posizione 'anti' .

Un accenno a Giulio Andreotti scomparso pochi giorni fa. La sostanza delle analisi sul personaggio é sintetizzata dal titolo di un giornale "luci e ombre". Non entriamo in argomento ma facciamo un'osservazione. Muore, o si ricorda, un personaggio democristiano e di fatto vien fuori sempre questo giudizio di "luci e ombre". Muore o si ricorda un personaggio della sinistra e ne viene una icona da trasmettere a Papa Francesco perché ne faccia istruire la beatificazione. Tutti santi, anche, per stare alla recente realtà, Rodotà, non Marini o Prodi. Rientriamo nella Roma che guarda gli eventi, con distaccato atteggiamento, un po' da Rugantino, un po' da Trilussa, un po', sia consentito, da Andreotti.

Dialettica degli opposti dunque, opposti per la verità abbastanza squinternati. Il centro destra salvato dall'irruzione nella contesa di un Cavaliere tornato battagliero, il PD lacerato sino a non crederci, in una situazione che ha negativamente sorpreso persino gli avversari, e in via di salvamento ad opera, quasi incredibile, di un socialista, del primo socialista alla guida del maggiore sindacato italiano.

Chissà quale sarà il percorso del Governo Letta ma é sintomatico che per la sua formazione e per i suoi obiettivi addirittura da taluni sia stato considerato un ritorno alla Democrazia Cristiana. Beh, durante la fiducia é capitato ad un certo momento di vedere inquadrato un trio. Al centro Letta, alla sua destra Alfano, clla sua sinistra chi non ricordiamo ma dello stesso stampo dei primi due. Tutti e tre di provenienza democristiana, tutti e tre cattolici osservanti e praticanti. Siamo in buone mani e lo diciamo senza essere integralisti perché i lettori assidui, per fare un solo esempio, sanno come abbiamo sempre positivamente valutato l'attività di governo di D'Alema, in base a quella che é la nostra costante ovvero la ricerca di una sostanziale obiettività.

Milano

A Milano ci siamo e in forze visto che abbiamo due dei nostri in posizioni chiave di una Regione che al di là delle traversie dei mesi scorsi e che poi hanno portato alle elezioni é esempio nel Paese di efficienza, un requisito per il quale c'é solo da asupicare che serva a contagiare tutte le altre consorelle. Non aggiungiamo, ora, altro.

Sondrio

Lo scenario é ovviamente dominato dal certame elettorale. Curiosità per gli altri Comuni (Teglio, Chiesa, Cosio, Gerola) ma soprattutto occhi puntati sul capoluogo. Molteni gioca la carta del quarto mandato, intervallato da uno quando per legge non poteva tornare nella Stua avendo fatto il Sindaco per due volte consegutive. Non facile la situazione in città, da crisi che si aggiunge e si inserisce nella crisi più generale. In un certo senso gli va bene il fatto che l'urbanistica sia materia da pochi per cui gli aspetti negativi di questo settore non é affatto detto che si traducano in penalizzazioni elettorali. Gioca a suo favore, come al solito, la lunga campagna elettorale di fatto partita mesi fa mentre i competitori sono arrivati a mettere a punto i loro motori, soprattutto con le scelte dei piloti, solo poche settimane fa. Due medici per curare Sondrio per PdL e liste collegate (Fiumanò) e per Lega (Grillo della Berta). Tornano i Popolari Retici con l'avv. Tarabini, figlio e cioé Giuseppe. Conferma la presenza Sondrio anch'io con la candidatura di Tagelloio e infine esordisce M5S proponendo Matteo Barberi. Pressoché certo il ballottaggio, da secludersi nel solo caso di una forte astensione, fortemente improbabile anche per la consistenza del 'parco-candidati' al Consiglio Comunale, bel 351 ovvero un candidato ogni 64 cittadini oppure 1 ogni 29 famiglie.

Campagna molto capillare e inevitabilmente sorprese alle viste.

GdS

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