4 10 L'OPINIONE DELL'on. PROVERA SULLE ELEZIONI REGIONALI E SULL'ASSENTEISMO
Riceviamo dall'europarlamentare valtellinese Provera l'analisi sul risultato del voto per le regionali
La pubblichiamo rinviando quella elaborata dal giornale al prossimo numero 11 del 20 c.m.
Ricordo una frase di Bossi, dopo un comizio a Colico di tanti anni fa: "Di politica ne parlano tutti ma la capiscono in pochi". Rimane vera ancor oggi e confermata dai commenti scarsi e superficiali su un appuntamento elettorale che considero straordinario. Non per i risultati, che pochissimi hanno valutato al di là delle percentuali, ma per il dato preoccupante dell'astensionismo, particolarmente tragico in provincia. Solo il 55,6% dei nostri convalligiani si è presentato alle urne, rispetto al 71% di nove mesi fa, per un totale di 90 mila votanti rispetto ai 113 mila del 2009. La provincia di Sondrio è ultima in Lombardia e penultima in Italia per la frequenza alle urne. Perché? Che cosa ha spinto 23 mila cittadini a rimanere a casa in un momento in cui la posta in gioco era così alta (elezione di un consigliere regionale), con una situazione economica difficile ed un prossimo cambiamento istituzionale così rivoluzionario? Parolo e Costanzo sono arrivati al Pirellone. In maniera differente ma ci sono, e dovranno rappresentarci con responsabilità diverse. Ma la valutazione politica e la riflessione su quanto è successo, non si possono fermare alla banale e fuorviante lettura delle percentuali di consenso ai partiti. Non sono un politologo ma mi applico con diligenza per capire e condividere riflessioni, dentro e fuori il partito, per studiare i fatti e non perdere il contatto con i sentimenti della gente.
Il dato forte dell'astensionismo significa che la politica ha deluso, non ha intercettato gli umori profondi, non ha entusiasmato o, peggio, ha confuso gli elettori. In generale il dilettantismo nella presentazione delle liste, gli scandali trasversali, veri o presunti, e l'eccesso di polemiche personali hanno giocato in modo forte. Nella nostra provincia si sono aggiunti, a mio parere, tre fattori locali che sicuramente hanno avuto un peso: le polemiche tra Pdl e Lega, la confusione tra "amministrazione" e "politica", l'assenza di un'opposizione di sinistra identificabile nelle scelte e nei comportamenti. La nostra gente non vuole "litigi" o divisioni nell'ambito di una maggioranza di governo. L'attività amministrativa istituzionale, nei Comuni, nelle Comunità Montane ecc., deve rimanere nell'ambito degli indirizzi politici, se è frutto di maggioranze politiche, e toccano alle segreterie il confronto, la collaborazione o lo scontro, altrimenti le scelte concrete sui bisogni del territorio verrebbero condizionate o contaminate dalla politica. Ultimo, ma non meno importante, l'opposizione deve essere identificabile, efficace e alternativa per rispondere al suo ruolo di controllo e di stimolo, insostituibile in una società evoluta.
Il federalismo è alle porte; l'abolizione di istituzioni locali (Comunità Montane e Province) è programma di governo condiviso da maggioranza e opposizione; la legislazione europea è sempre più invasiva nella nostra vita e il mondo economico e produttivo condizionato dalla crisi e dalla concorrenza internazionale. Il solo modo di reagire per il nostro territorio passa attraverso una stretta collaborazione istituzionale per difendere ad ogni livello i nostri diritti e i nostri interessi. I risultati amministrativi e politici degli ultimi anni sono l'evidente conseguenza di una stretta sinergia tra l'amministrazione locale, la Regione e il Governo. Non esiste altra via che una visione strategica condivisa tra Lega e Pdl, che prescinda dai piccoli interessi. Non esiste alternativa alle buone relazioni con Regione e Governo che hanno competenze vitali per il nostro territorio e, perché no, detengono i cordoni della borsa.
Per concludere, tocca alle segreterie dei partiti fare valutazioni attente sui dati elettorali e sull'astensionismo perché in politica, come nella vita, non c'è niente di scontato e definitivo. Soprattutto dobbiamo abbandonare dilettanteschi personalismi e riacquistare, con la chiarezza dei ruoli e dei comportamenti, la fiducia della nostra gente.
On. Fiorello Provera