09 11 10 DEPOSITATO IN CONSIGLIO REGIONALE UN ATTESO PDL PERCHÉ LA PROVINCIA DI SONDRIO ABBIA COMUNQUE ALMENO UN RAPPRESENTANTE IN CONSIGLIO
Milano, 4 novembre 2009. È stato depositato oggi in Consiglio Regionale il Progetto di Legge di iniziativa del consigliere valtellinese Giovanni Bordoni, che, se approvato, offrirà la certezza per la provincia di Sondrio di avere almeno un rappresentante, nella prossima legislatura, in Consiglio Regionale.
«Un'innovazione importante - sottolinea Bordoni -, che riconosce a tutti i territori provinciali un pieno diritto di rappresentanza in Consiglio. Un diritto che finora non era garantito a causa del sistema elettorale e, per le province di Sondrio e Lodi, dell'attribuzione di quozienti elettorali inferiori a 1».
Una novità, del resto, prevista dal comma 3 dell'art. 12 del nuovo Statuto della Regione Lombardia, entrato in vigore il 1° settembre 2008, il quale recita che, al fine di favorire la svolta federalista lombarda, "è garantita l'elezione di almeno un consigliere regionale per ogni circoscrizione elettorale provinciale". Perché questa indicazione possa essere attuata è però necessario che il Consiglio approvi una nuova legge elettorale, cosa che finora non è stata fatta nonostante la presentazione, nel recente passato, di tre PdL sull'argomento (dalla Lega Nord, dall'IdV e dal PD).
Perché finora non c'è stata la volontà di modificare in questa direzione federalista la legge elettorale? La risposta è di natura certamente politica, ma non è irrilevante il fatto che i PdL sopra richiamati tengono fissa la quota di 80 consiglieri (così come previsto dallo Statuto), e prevedono che i rappresentanti delle province che non ottengono il consigliere con l'applicazione della legge attuale entrino comunque in Consiglio "sottraendo" il posto agli ultimi eletti nella circoscrizione provinciale in cui la loro stessa lista ha ottenuto il maggior numero di seggi. Come dire: per far posto a sondriesi e lodigiani, giusto per fare un esempio, vengono tolti due rappresentanti a Milano. Logico pensare che sotto la Madonnina più di una persona, davanti a questa possibilità, abbia storto il naso.
In che cosa, dunque, questo nuovo PdL si differenzia dai primi tre? Per il fatto che prevede che, in mancanza di elezione di almeno un rappresentante per ciascuna provincia, si consideri eletto "in aggiunta agli 80 consiglieri" il candidato di ciascuna provincia non rappresentata che "ha ottenuto la maggiore cifra individuale nella lista circoscrizionale più votata". I consiglieri potrebbero dunque essere 80, 81 o più, a seconda del numero delle province che non riescono a esprimere direttamente un proprio rappresentante nell'aula del Pirellone. Una normativa, è bene notare, che non va contro le previsioni dello Statuto, il quale impone, sì, che i consiglieri debbano essere 80, ma recita anche, subito dopo: "fatti salvi gli effetti dell'applicazione della legge elettorale". E questa è appunto la nuova legge elettorale con cui, se approvata, si andrebbe a votare nella prossima primavera.