L'ATTUALE ONDATA DI POPULISMO E DI ANTIPOLITICA CI PORTA SOLO AD UN SISTEMA AMMINISTRATIVO DI TIPO DIRIGISTICO
C'è la gara fra i politici a proporre grandi ristrutturazioni della cosa pubblica. Non ho però sentito nessuna riflessione seria se non quella di solleticare il qualunquismo e il populismo. Una massa di incompetenti di un livello politico e culturale veramente incredibile. Ad una trasmissione televisiva intervistavano dei deputati sulla Costituzione italiana: non ne conoscevano neppure l'incipit e dichiaravano che la volevano cambiare perché vecchia ed obsoleta!! Wow !! C'è chi propone l'accorpamento in cinque Comuni. Persone che evidentemente non conoscono il territorio valtellinese, ne' ruolo svolto dai piccoli Comuni, ne' come funzionano. Proposte per risparmiare cosa ? poche centinaia di Euro (quando sono riconosciute) di compenso al Sindaco? Giù invece il cappello ai nostri Sindaci che in molti casi devono lavorare come matti per animare la vita sociale di questi piccoli paesi, tengono in vita Pro Loco o altre associazioni di volontariato, intervengono in prima persona nelle situazioni sociali difficili. Analogo discorso per il personale di queste piccole realtà amministrative che, in genere, si sente sempre molto coinvolto e quindi non si risparmiano certo nel lavoro.
Un discorso serio sarebbe quello di razionalizzare i lavori, centralizzare certe competenze per far sì che il personale dei Comuni non disperdano le energie fra 1000 adempimenti. Questa è una strada per dare maggior efficienza all'amministrazione pubblica. Per gli Enti intermedi la razionalizzazione invece passa attraverso la ri-definizione delle competenze per evitare inutili sovrapposizioni, anche se in definitiva la necessità di confrontarsi anche fra più realtà amministrative per un opera obbliga a considerare un ventaglio di prospettive diverse che spesso giova al risultato finale.
Cosa nasconde questa fregola politica? E' che in realtà si vuole eliminare o comunque limitare la democrazia dal basso. I Sindaci, nei piccoli Comuni, sono in genere scelti dai cittadini fra gli abitanti del paese che più si danno da fare nel volontariato. E' un accesso alla politica che viene dal basso. Nei grandi Comuni vengono scelti dall'alto. Sono nomi proposti dalla casta. La riforma delle Province ha un disegno analogo: via i consiglieri democraticamente eletti. Al loro posto i Sindaci del territorio, che ovviamente quando si trovano in questo contesto hanno solo la fissa di portare a casa più risorse possibili per il loro Comune e non certo quella di dar vita ad una dialettica maggioranza - minoranza per il governo ottimale dell'ente intermedio.
L'attuale ondata di populismo e di antipolitica ci porta solo ad un sistema amministrativo di tipo dirigistico, sul modello delle banche. Strutture monolitiche e non controllabili democraticamente.
Una visione del ruolo del Sindaco (proposta da Albertini) come un "Amministratore di Condominio". A mio avviso un bravo Sindaco dovrebbe essere invece un imprenditore territoriale che cura e crea opportunità, che mantiene viva la base sociale, che sa promuovere il suo territorio e per questo deve essere agganciato ad esso.
Nel secolo scorso c'era molta gente che si interessava di politica e chi emergeva aveva maturato competenze. Ora per la gestione della cosa pubblica viene a mancare quel minimo di selezione. C'è solo un gran conformismo e populismo ma soprattutto una mancanza di strategia e di visione complessiva. Questi nuovi politici non sanno ne' in che contesti operano ne' si fanno domande sugli scenari futuri. Ripetono a pappagallo. Non mi riferisco al politico dell'articolo, sig. Grimaldi, che neanche conosco e probabilmente è una brava persona ma personalmente se devo farmi condurre da un taxista ladro o da uno cieco, potessi scegliere probabilmente preferirei continuare a farmi fregare dal primo anziché correre il rischio di finire in un burrone per le mancanze del secondo.
Giampaolo Palmieri