CHI CI PARLA DI RIGORE. (TUTTI GLI SPRECHI DI UN GOVERNO CHE CHIEDE SACRIFICI)
Rigore, austerità, sacrifici. Sono queste le tre parole all'ordine del giorno di ogni Italiano, quelle tre condizioni con cui ogni cittadino di questo paese è stato costretto a confrontarsi fin da subito grazie al governo Monti, in vista di un risanamento e di una crescita che tuttavia appaiono ancora molto, molto lontani.
Non ci voleva un tecnico forse per dire che l'Italia avrebbe dovuto affrontare un periodo di rigore per superare la crisi, non serviva un tecnico forse per risolvere la congettura economica aumentando le tasse, e tagliando indiscriminatamente sul futuro dei giovani.
L'Italia non ha chiesto il suo aiuto a Monti per risolvere i problemi come saprebbe fare qualsiasi cittadino intelligente, l'Italia lo ha chiamato perché fosse per la prima volta incisivo in quegli ambiti dove i governi precedenti si erano rivelati fallimentari: evasione fiscale, riduzione del debito, taglio dei privilegi alla cosiddetta "casta" politica.
Questi dovevano essere gli obiettivi concreti di questo governo che, al contrario, sta procedendo sulla scia di quello che avevano fatto i politici fino ieri, recuperando i soldi mancanti da coloro che hanno sempre pagato.
Gli evasori fiscali sono stati toccati in minima parte, non si è più parlato di patrimoniale e Tobin tax nello stesso tempo in cui c'è un paese di cittadini onesti e civili che si vedono aumentare l'iva, si vedono reintrodurre le commissioni bancarie, si vedono tagliare gli stipendi e le pensioni.
Questo è il rigore che ha immaginato questo tanto lodato governo, un rigore fatto di lacrime e sangue, solo per noi.
Solo per noi perché coloro invece che fanno parte della tanto vituperata "casta" non sono stati praticamente toccati seppur le promesse iniziali del nostro presidente del consiglio facessero pensare il contrario.
Si è parlato di decurtazione dei consiglieri regionali e taglio dei loro stipendi, senz'altro corretto ma allo stesso tempo curioso visto che i parlamentari romani a modo loro non hanno ancora fatto nulla né per tagliare lo stipendio ne per tagliare il numero di eletti.
Dopo Fiorito, dopo Maruccio, dopo Bossi il governo è riuscito a spostare abilmente l'attenzione sugli sprechi delle amministrazioni regionali scaricando di fatto la colpa propria della casta politica esclusivamente sulle spalle degli enti locali.
Perché, mentre gli italiani continuano a sudare ogni giorno per guadagnarsi il proprio pane quotidiano i nostri ministri che tanto chiedono di fare sacrifici, che molto si indignano per gli sprechi delle Regioni, pur non essendo stati eletti, pur avendo redditi da centinaia di migliaia di euro continuano a percepire i lauti stipendi previsti dallo stato, non dando il minimo esempio di come si faccia un sacrificio?
Proprio Mario Monti sembra esser l'unico ad essere stato d 'esempio a tutti noi italiani sacrificanti, infatti proprio il Capo del Governo concretamente ha rinunciato allo stipendio statale previsto per il presidente del consiglio dei ministri.
Una scelta corretta, coerente anche se la gente forse non sa che c'è un'altra faccia della medaglia, perché seppur il Primo Ministro, con un reddito personale annuo di più di 1mln di euro, abbia rinunciato ai circa 175.000 euro lordi di stipendio per la sua carica di Premier, di certo non ha rinunciato ai circa 200.000 previsti per la retribuzione della carica di Senatore a vita.
Nonostante questa furba mossa d'immagine ,Mario Monti sembra tuttavia essere stato l'unico ad aver fatto il simbolico gesto di rinuncia al proprio stipendio da Ministro perché tutti gli altri componenti del Governo al contrario, continuano a godere dello statino che gli paghiamo noi italiani, pur avendo redditi da milionari.
Elsa Fornero, la piangente ministra che ha accusato i giovani di essere "choosy" di certo non si è dimostrata schizzinosa rifiutando il suo stipendio da ben 199.000 euro annui ai quali tuttavia va aggiunta una diaria giornaliera di massimo 224 euro per quindici giorni al mese oltre ad una diaria mensile di 129 euro.
C'è Corrado Passera che, nonostante un reddito annuo personale che supera il milione, percepisce 189.000 euro annui lordi come retribuzione della sua carica da ministro dello Sviluppo a cui va aggiunta però la tanto contestata (dal governo) "diaria" di ben 42.000 euro annui.
Insomma Passera solo di diaria guadagna in un anno circa il doppio di quello che percepisce un cittadino comune con 2.000 euro lordi di stipendio.
Ma quando parliamo di sprechi dei ministeri non possiamo limitarci a parlare esclusivamente degli stipendi di Ministri e sottosegretari perché se c'è un capitolo che costituisce di fatto uno dei più grandi buchi neri della pubblica amministrazione è proprio la retribuzione degli organi dirigenziali.
Nulla ha fatto infatti il governo Monti per ridurre questo immenso spreco di denaro pubblico, di cui poco si parla.
Il governo giustamente pensa bene di venire a chiedere a noi di pagare più tasse e di resistere con forza ai tagli, proprio mentre nei loro ministeri la parola "austerità" non esiste nemmeno nel vocabolario.
Proprio il Ministro dell' Economia Grilli, l'esecutore concreto della politica di rigore del governo Monti, dovrebbe infatti sapere che il suo ministero, il Ministero dell'Economia stipendia ben 65 figure dirigenziali di prima fascia con uno stipendio che varia dai 150.000 € (annui lordi) ai 292.000€, di cui tra questi ben 39 guadagnano tra i 170.000 ed i 188.000 euro.
Seguono nella classifica il Ministero degli Esteri, il cui segretario generale arriva a guadagnare addirittura 389.000€ annui lordi, il Ministero dello Sviluppo che retribuisce 20 dirigenti di prima fascia con uno stipendio tra i 148.000 euro ed i 260.000 euro, c'è il ministero delle politiche Agricole con 6 dirigenti che si vedono arrivare in busta paga dai 228.000 ai 300.000 euro .
Il governo ha decretato i tagli alla pubblica Istruzione ma continua a pagare uno stipendio tra i 169.000 ed 252.000 euro a ben 19 dirigenti statali Del Ministero di Profumo, mentre le scuole cadono a pezzi.
Il governo taglia i fondi alla sanità pubblica e nel contempo riesce a trovare i soldi per retribuire 14 dirigenti del Ministero della Salute con una poca austera somma che nel più basso dei casi arriva a 178.000 euro e nel più alto a ben 252.000 euro; negli ospedali nel frattempo mancano migliaia di posti letto.
Ma chiudiamo la parentesi "ministeri" per aprire una nuova voce del bilancio statale che sembra essere ancora meno modesta e rigorosa: quella degli Organi dello Stato.
In questo campo per correttezza bisogna segnalare che sono stati effettuati i primi tagli, ponendo un tetto massimo di 294.000 allo stipendio dei presidenti degli Organi di stato, seppur confrontati con i relativi stipendi negli altri stati europei restino ancora circa il doppio.
Il termine Organo dello Stato potrebbe sembrare poco noto a tutti quanti così formulato ma in realtà per Organi dello Stato si intende quell'insieme di Authority, Agenzie ed Istituti sotto il diretto controllo statale.
Potrebbe risultare appunto più familiare la parola Authority, che per noi italiani rappresenta una bella voce di spesa visto che lo stato italiano elargisce stipendi da 294.000 euro annui ai presidenti di: Agcom, Consob, Energia e Gas, Antitrust.
Ma non è tutto qui, infatti paghiamo felicemente lo stipendio anche ai consiglieri di tali Autorità e di certo non badiamo a spese pagando 264.000 euro ogni consigliere, stipendio che scende a 196.000 per i consiglieri di altre due Autorità come quelle per la Vigilanza sui Contratti pubblici e quella Garante della Privacy.
Anche Istituti ed Agenzie tuttavia non scherzano: in testa alla classifica c'è il Presidente dell'Agenzia del Territorio con un compenso di 300.000 euro annui lordi, la seguono il presidente dell'Agenzia delle Entrate con 293.000 euro, il presidente dell'ISTAT con 277.000 euro, il segretario generale di UNIONCAMERE con 186.000, il presidente dell'ISVAP( Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Collettivo) con 163.000, il responsabile dell' Aran ( Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) con 177.000 euro e chiudono la classifica i presidenti CNEL ( Consiglio Nazionale Economia e Lavoro), CNR ( Centro Nazionale di Ricerca) e DIGITPA (Istituto per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione) con circa 155.000 euro.
Senza contare inoltre che nel capitolo "Organi dello Stato" troviamo anche l'Avvocatura di Stato, un organo che dev'essere di notevole importanza dato che spendiamo 160.000.000 di euro all'anno per finanziarlo.
Usciti da questo vortice di sprechi inauditi tuttavia non abbiamo ancora terminato il nostro viaggio nell' "Italia del Rigore" perché troviamo ancora degli autentici "fuoriclasse": manager pubblici come il capo della polizia che viene stipendiato con 621.000 euro (lordi annui), il ragioniere di stato 562.000 euro, il direttore generale delle RAI 700.000 euro, il governatore della Banca d'Italia 762.000 euro.
Questa è l'Italia del rigore di Monti, somiglia molto all'Italia di Berlusconi.
Francesco Marotta