BERLUSCONI NON SI CANDIDA. MOLTENI SI E RIENZI VINCE (PERCHÉ PERDE LE PRIMARIE)

Berlusconi non si candiderà alle prossime elezioni. Dicono molti commentatori che per decidere aspetta la nuova legge elettorale. Sono quelli che all'indomani degli eventi spiegano perché quel che avevano previsto non si é avverato. Il nostro giornale, come i lettori affezionati ben sanno, cerca di valutare a fondo le cose prima per non dovere poi inmitare quelli di cui avanti. Vogliamo ricordare, ad esempio, che pochi minuti dopo la famosa rottura fra Berlusconi e Fini intitolavamo, e ne spiegavamo il perché, "Vittoria tattica ma sconfitta strategica". Berlusconi aveva vinto il braccio di ferro con l'ex leader di AN perdendo l'appuntamento con la storia. Esageriamo? No. La più grande maggioranza che mai vi sia stata a Roma, se coesa, avrebbe avuto davanti a sé un periodo di egemonia, probabilmente riuscendo anche a reggere il confronto-scontro con la crisi. La tattica...

Abbiamo seguito i sondaggi sulle intenzioni di voto. Siamo abituati da sempre, e il sistema pare funzioni, a correggere questi dati correlativamente al livello delle indecsioni in quanto molti dichiarano all'intervistatore di essere indecisi quando invece non lo sono ma non vogliono dire. Qualsiasi sia l'angolo visuale da cui si cerca di penetrare nel futuro si riscontra un esito sconfortante per il centro-destra. Il PD non é che venga premiato nei sondaggi. Un po' sopra il PdL ma non molto. Il PD ha grosse difficoltà politiche a quadrare il cerchio ma opera in uno scacchiere più largo che va dai Vendoliani a Casinisti e, prima o poi per forza, ai Finiani- Il PdL anche riuscisse a ricostituire un'asse con la Lega resterebbe lontano da Palazzo Chigi.

Berlusconi non può permettrsi una sconfitta specie dopo quella di Milano quando d'impeto, emotivamente e non razionalmente, si buttò nella mischia come capolista con la Moratti, pagando dunque un pesante dazio. Sa che dalle elezioni può venire un quadro confuso, un Parlamento sfilacciato. E qui resti della Grande Armata possono avere ancora un certo ruolo visto che non sarà facile trovare il sostituto di Napolitano anche perché i gruppi politici maggiori hannjo l'interesse di avere al Quirinale un inquilino non di parte.

Molteni

Abbiamo in precedente occasione esaminato le prospettive in sede locale partendo dalle imminenti elezioni politiche anche se un quid di incertezza resta, e non lieve, perché le cose possono presentarsi in un modo o nell'altro secondo che la legge elettorale, posto che a Roma riescano a concludere, vada in un senso piuttosto che nell'altro. A titolo di esempio preferenze si o preferenze no?

Per la Camera il PD ha sul tavolo tre ipotesi: l'ex consigliere regionale, ed ex segretario provinciale del PD, Angelo Costanzo, l'ex candidato, e più volte quasi onorevole fermato sempre in zona Cesarini, Enrico Dioli, e Alcide Molteni. Il primo una sua esperienza al Pirellone l'ha fatta anche se poi c'é stata la buccia di banana delle mancate dimissioni non dal Consiglio della Fiat ma da quello dell'Aler. Il secondo avrebbe diritto ad una sorta di risarcimento politico nionostante la banana. Molteni, abbiamo già scritto, ha amalgamato una squadra, articolata su sei liste, avendo quindi variegatissime candidature, squadra politicamente sviluppatasi tra il centro e l'estrema sinistra. E' vero che non ha vinto il Comune e non poteva "politicamente" vincerlo data la sproporzione nei rapporti di forza nonostante il suo non secondario apporto personale di consensi. Come, si dirà, non l'ha vinto se oggi é il Sindaco in carica? E' Sindaco perché sono gli altri ad aver perso. La coalizione per Veltroni aveva avuto ilo 32,2%. Pdç più Lega erano oltre il 50% e poi c'era l'UDC, e poi la Destra e poi qualche lista minore. Arrivare all'ultimo minuto a scegliere il candidato Sindaco vuol dire regalare agli avversari una campagna elettorale per grande parte senza interlocutori compresa la possibilità di attingere nella comunità cittadina risorse umane importanti anche per il consenso.

Da un lato quindi la possibilità di scelta della via romana.

Dall'altro la possibilità di una ulteriore sfida per il Comune, vista anche la gamma di possibili candidati ipotizzati da qualche organo di stampa. Persone indubbiamente serie e valide ma senza quella popolarità che ha premiato, e premierebbe ancora, Molteni, elemento fondamentale nella scelta del 'sciur sindech'. Potrebbe essere diverso con una candidatura 'moderata' possibilmente al di fuori dei Partiti oppure di levatura tale da superare lo steccato politico, come potrebbe essere l'on. Provera che molti vedrebbero bene nella stua di Palazzo Pretorio, non lui però...

Renzi

Renzi vince, proprio perché perde le primarie del suo Partito. Che gioco di parole é mai chiesto, ovviaaaa, direbbero a Firenze la città in cui é Sindaco dopo avere, prima, vinto a sorpresa le primarie, e poi conquistato giovanissimo la fascia tricolore. Ha 37 anni. E' nato quando D'Alema era già segretario nazionale dei giovani comunisti, quando Veltroni stava per entrare in Consiglio Comunale a Roma, quando Bersani stava per diventare consigliere regionale. Tutta gente che Renzi vuole "rottamare". Non basta il giovanile entusiasmo. E qualcuno dice anche "abbiamo tirato la carretta per poi finire negli scarti di fusione?". C'é dell'altro. La base. Quella base emiliana, o toscana del rosso rosso che vede un democristiano - la sua matrice é quella - mettere in riga i 'mostri sacri", quelli che vengono da lontano quando fort5ib erano le contrapposizioni politiche. No, non ce la farà a vincere le primarie.

Ecco perché in realtà vincerà.

Vincesse lui le primarie e poi le elezioni

dovrebbe governare. Dovrebbe ogni tre giorni o quasi vedersela con la Merkel, con Draghi, con Obama e via dicendo. Dovrebbe intessere una tela con i grandi della terra. Lo sottolineava in TV Scalfari ma in realtà é nelle cose. Dovrebbe, ogni tre ore, vedersela con i problemi di casa nostra in un'ottica molto più complessa di quella del Comune di Firenze che lui sta, bene, amministrando.

Perdere alle primarie sarebbe un viatico per il prossimo giro, passando il primo ad attrezzarsinel nmodo più conveniente

GdS

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